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dic
Famiglia, mercato e riposo
Non capisco davvero tutta questa
agitazione attorno al lavoro
domenicale e festivo. Non dico che
sia giusto o sbagliato discuterne, ma
teniamo conto che ci sono migliaia
di persone che lavorano la domenica.
Mio padre era guardia giurata e
lavorava sempre: giorni feriali e festivi.
Compresi Natale, Pasqua, Ferragosto
e Capodanno. La stessa cosa vale
anche per mia moglie, operatrice
sociosanitaria in una comunità di
accoglienza per disabili. E mi permetta
di dirlo: per una miseria di stipendio.
Per loro e le loro famiglie, ma anche
per tutti quelli che sono nella stessa
condizione, non ho mai assistito
a nessuna protesta. Anzi, c’è stato
sempre il silenzio da parte di tutti.
Mauro - Treviso
L’agitazione a difesa della domenica e
del diritto al riposo tiene conto di situazioni
simili a quelle di tuo papà e tua moglie.
Dà voce alle loro esigenze vitali, perché recuperino
quegli spazi indispensabili da
dedicare alla famiglia, di cui sono stati
privati finora. Non ci stancheremo di ribadire
quanto sia deleterio sacrificare la festa
all’economia. Non c’è alcun vantaggio,
neppure economico. Si abbassa solo il
livello della qualità della vita, sacrificando
le cose più care che abbiamo, come gli
affetti familiari, a leggi di mercato poco
lungimiranti. Per i cristiani, poi, la domenica
è il giorno del Signore. E come ricordava
lo slogan del congresso eucaristico
di Bari: “Non possiamo vivere senza la domenica”.
Non siamo nati per vivere da
bruti, ma per elevarci nello spirito.
Pubblicato il 17 dicembre 2012 - Commenti (6)