Don Sciortino

di Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

 
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Famiglia, mercato e riposo

Non capisco davvero tutta questa agitazione attorno al lavoro domenicale e festivo. Non dico che sia giusto o sbagliato discuterne, ma teniamo conto che ci sono migliaia di persone che lavorano la domenica. Mio padre era guardia giurata e lavorava sempre: giorni feriali e festivi. Compresi Natale, Pasqua, Ferragosto e Capodanno. La stessa cosa vale anche per mia moglie, operatrice sociosanitaria in una comunità di accoglienza per disabili. E mi permetta di dirlo: per una miseria di stipendio. Per loro e le loro famiglie, ma anche per tutti quelli che sono nella stessa condizione, non ho mai assistito a nessuna protesta. Anzi, c’è stato sempre il silenzio da parte di tutti.

Mauro - Treviso

L’agitazione a difesa della domenica e del diritto al riposo tiene conto di situazioni simili a quelle di tuo papà e tua moglie. Dà voce alle loro esigenze vitali, perché recuperino quegli spazi indispensabili da dedicare alla famiglia, di cui sono stati privati finora. Non ci stancheremo di ribadire quanto sia deleterio sacrificare la festa all’economia. Non c’è alcun vantaggio, neppure economico. Si abbassa solo il livello della qualità della vita, sacrificando le cose più care che abbiamo, come gli affetti familiari, a leggi di mercato poco lungimiranti. Per i cristiani, poi, la domenica è il giorno del Signore. E come ricordava lo slogan del congresso eucaristico di Bari: “Non possiamo vivere senza la domenica”. Non siamo nati per vivere da bruti, ma per elevarci nello spirito.

Pubblicato il 17 dicembre 2012 - Commenti (6)
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F-35 e soldati in missione

Abbonato da anni, ho condiviso con gioia tante “nostre” iniziative per la pace, contro gli F-35, per la riduzione delle spese militari, per i corpi civili di pace e altro. Immagini, quindi, il mio stupore nel vedere su Famiglia Cristiana la recensione e la pubblicità del volume della San Paolo Il cuore delle Missioni di Pace. In pratica prestate la voce ai committenti che, ovviamente, esaltano gli “eroi” militari impegnati da anni nelle missioni di “pace”. E come me, tanti altri amici sono rimasti stupiti. Sempre con stima.

Claudio C.

Siamo stati e siamo critici, come tu stesso sottolinei, caro Claudio, sul ricorso alle armi come soluzione delle contese internazionali. Ma, soprattutto, promuoviamo tutto ciò che dà ali alla pace nel mondo. Sulla base della nostra Costituzione, che ripudia la guerra. E, come cristiani, nello spirito delle Beatitudini evangeliche. Non abbiamo esaltato “eroi” impegnati in missioni difficili, come in Afghanistan. Ma fatta emergere quell’umanità che giustifica la presenza dei nostri connazionali accanto a popolazioni che soffrono in molti angoli della terra. Assieme ai sentimenti di affetto familiare, che si manifestano nello scambio di lettere e messaggi tra i militari (che sono papà, mariti e figli) e i propri cari. A “cantare” non sono le armi, ma la solidarietà e la partecipazione.

Pubblicato il 12 dicembre 2012 - Commenti (7)
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La mia vita da esodato mantenuto dalla figlia

Per la terza volta, Famiglia Cristiana mi ha inviato il bollettino per rinnovare l’abbonamento. Vorrei subito procedere al rinnovo ma, come le ho già detto in una precedente lettera, sono un esodato delle Poste. La riforma Fornero mi ha tolto il diritto di andare in pensione secondo le regole di prima. Ora vivo con seicentotrenta euro al mese che mi dà mia figlia. Ma lei, tra due anni, si sposerà e io non avrò più neppure questo aiuto. Come posso pensare di sottrarre ottantanove euro a uno “stipendio” così esiguo? Non ce la faccio neppure ad arrivare a fine mese! Da un anno ho dovuto cambiare radicalmente il mio tenore di vita. Nonostante ciò, collaboro con la Caritas parrocchiale. E spero che, con un eventuale Monti-bis, non debba averne bisogno anch’io. La mia più grande delusione sono i politici cattolici. Possibile che non riescano a risolvere questa palese ingiustizia degli esodati? Si parla tanto del risveglio del mondo cattolico, ma a me sembra che dormano tutti. O che tacciano per conservare la poltrona.

Matteo L. T. - Manfredonia (Fg)

Non sei l’unico lettore in difficoltà economica, che deve fare i conti con i centesimi, per arrivare a fine mese. La tua situazione, poi, è aggravata dall’essere anche un esodato. Cioè una persona che, al momento, non gode né del lavoro né della pensione. Situazione che, con la riforma delle pensioni, il Governo avrebbe dovuto prevedere e rimediare. Per ragioni di giustizia ed equità. Un “rattoppo” governativo si dovrà pur trovare. Ma nesssuno degli esodati deve restarne fuori. Non voglio fare facile demagogia con un tema che irrita ministri e sottosegretari, ma è triste pensare che il costo di un solo cacciabombardiere F 35 (ne sono prenotati più di novanta) è superiore alla cifra che il Governo mette a disposizione degli esodati. Ma chi dobbiamo bombardare? La priorità, oggi, è dare cibo e lavoro a tanti onesti cittadini, dopo una vita di sacrifici. Quanto all’abbonamento, fammi sapere. La generosità dei lettori (che ringrazio di cuore), provvede a situazioni come la tua.

Pubblicato il 19 novembre 2012 - Commenti (6)
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nov

Quegli aiuti agli imbroglioni

Ho letto l’articolo sulla proposta di modifica della Legge 104 sui permessi per assistenza ai disabili (FC n. 44/2012). La legge dà un aiuto, seppure piccolo, a chi deve prendersi cura, ogni giorno, dei propri cari non più autonomi. Lavoro in un’azienda ospedaliera, e mi dispiace dirle che si sta facendo un abuso di questa legge. Ci sono alcuni che utilizzano i permessi per godersi giorni in più di vacanza, lasciando i propri cari con la “badante”. Prova ne sia, se si dovesse fare una statistica, che i giorni di permesso cadono sempre vicini a festività o ponti. Il Governo non voleva togliere i permessi, ma pagarli meno, per disincentivare chi, in fondo, non ne ha un reale bisogno. Purtroppo, a causa dei soliti “furbi”, saranno penalizzati tanti onesti. Anche se più in alto c’è chi ruba in modo spudorato, non possiamo approfittarne per violare le leggi.

Francesca

Fatta la legge, trovato il sotterfugio per aggirarla a proprio piacimento e vantaggio. A pagare, poi, sono sempre i soliti. Cioè gli onesti. O, peggio, quelli che davvero hanno bisogno di aiuti e sostegni. È da meschini sfruttare un provvedimento di solidarietà familiare per scopi personali meno nobili. È la solita furbizia italiana alla “Fiorito”. Non c’è nulla di cui vantarsi o andare fieri. Anzi, contro chi bara la guerra dovrebbe essere spietata. Con l’obbligo di restituire alla collettività quanto si è rubato. Meglio torchiare gli imbroglioni che penalizzare gli onesti. Per evitare anche di sottoporre veri invalidi a controlli umilianti.

Pubblicato il 15 novembre 2012 - Commenti (7)
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