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dic
Non capisco davvero tutta questa
agitazione attorno al lavoro
domenicale e festivo. Non dico che
sia giusto o sbagliato discuterne, ma
teniamo conto che ci sono migliaia
di persone che lavorano la domenica.
Mio padre era guardia giurata e
lavorava sempre: giorni feriali e festivi.
Compresi Natale, Pasqua, Ferragosto
e Capodanno. La stessa cosa vale
anche per mia moglie, operatrice
sociosanitaria in una comunità di
accoglienza per disabili. E mi permetta
di dirlo: per una miseria di stipendio.
Per loro e le loro famiglie, ma anche
per tutti quelli che sono nella stessa
condizione, non ho mai assistito
a nessuna protesta. Anzi, c’è stato
sempre il silenzio da parte di tutti.
Mauro - Treviso
L’agitazione a difesa della domenica e
del diritto al riposo tiene conto di situazioni
simili a quelle di tuo papà e tua moglie.
Dà voce alle loro esigenze vitali, perché recuperino
quegli spazi indispensabili da
dedicare alla famiglia, di cui sono stati
privati finora. Non ci stancheremo di ribadire
quanto sia deleterio sacrificare la festa
all’economia. Non c’è alcun vantaggio,
neppure economico. Si abbassa solo il
livello della qualità della vita, sacrificando
le cose più care che abbiamo, come gli
affetti familiari, a leggi di mercato poco
lungimiranti. Per i cristiani, poi, la domenica
è il giorno del Signore. E come ricordava
lo slogan del congresso eucaristico
di Bari: “Non possiamo vivere senza la domenica”.
Non siamo nati per vivere da
bruti, ma per elevarci nello spirito.
Pubblicato il
17 dicembre 2012 - Commenti
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dic
Abbonato da anni, ho condiviso con
gioia tante “nostre” iniziative per
la pace, contro gli F-35, per la riduzione
delle spese militari, per i corpi civili
di pace e altro. Immagini, quindi, il mio
stupore nel vedere su Famiglia Cristiana
la recensione e la pubblicità del volume
della San Paolo Il cuore delle Missioni
di Pace. In pratica prestate la voce ai
committenti che, ovviamente, esaltano
gli “eroi” militari impegnati da anni
nelle missioni di “pace”. E come me,
tanti altri amici sono rimasti stupiti.
Sempre con stima.
Claudio C.
Siamo stati e siamo critici, come tu stesso
sottolinei, caro Claudio, sul ricorso alle armi
come soluzione delle contese internazionali.
Ma, soprattutto, promuoviamo tutto ciò che
dà ali alla pace nel mondo. Sulla base della
nostra Costituzione, che ripudia la guerra. E,
come cristiani, nello spirito delle Beatitudini
evangeliche. Non abbiamo esaltato “eroi”
impegnati in missioni difficili, come in Afghanistan.
Ma fatta emergere quell’umanità
che giustifica la presenza dei nostri connazionali
accanto a popolazioni che soffrono
in molti angoli della terra. Assieme ai sentimenti
di affetto familiare, che si manifestano
nello scambio di lettere e messaggi tra i
militari (che sono papà, mariti e figli) e i propri
cari. A “cantare” non sono le armi, ma la
solidarietà e la partecipazione.
Pubblicato il
12 dicembre 2012 - Commenti
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nov
Per la terza volta, Famiglia Cristiana
mi ha inviato il bollettino per rinnovare
l’abbonamento. Vorrei subito procedere
al rinnovo ma, come le ho già detto in una
precedente lettera, sono un esodato delle
Poste. La riforma Fornero mi ha tolto il
diritto di andare in pensione secondo le
regole di prima. Ora vivo con seicentotrenta
euro al mese che mi dà mia figlia. Ma lei,
tra due anni, si sposerà e io non avrò più
neppure questo aiuto. Come posso pensare
di sottrarre ottantanove euro a uno
“stipendio” così esiguo? Non ce la faccio
neppure ad arrivare a fine mese! Da un anno
ho dovuto cambiare radicalmente il mio
tenore di vita. Nonostante ciò, collaboro
con la Caritas parrocchiale. E spero che,
con un eventuale Monti-bis, non debba
averne bisogno anch’io. La mia più grande
delusione sono i politici cattolici. Possibile
che non riescano a risolvere questa palese
ingiustizia degli esodati? Si parla tanto
del risveglio del mondo cattolico, ma
a me sembra che dormano tutti. O che
tacciano per conservare la poltrona.
Matteo L. T. - Manfredonia (Fg)
Non sei l’unico lettore in difficoltà economica,
che deve fare i conti con i centesimi,
per arrivare a fine mese. La tua situazione,
poi, è aggravata dall’essere anche un esodato.
Cioè una persona che, al momento, non
gode né del lavoro né della pensione. Situazione
che, con la riforma delle pensioni, il
Governo avrebbe dovuto prevedere e rimediare.
Per ragioni di giustizia ed equità. Un
“rattoppo” governativo si dovrà pur trovare.
Ma nesssuno degli esodati deve restarne
fuori. Non voglio fare facile demagogia con
un tema che irrita ministri e sottosegretari,
ma è triste pensare che il costo di un solo
cacciabombardiere F 35 (ne sono prenotati
più di novanta) è superiore alla cifra che il
Governo mette a disposizione degli esodati.
Ma chi dobbiamo bombardare? La priorità,
oggi, è dare cibo e lavoro a tanti onesti cittadini,
dopo una vita di sacrifici. Quanto
all’abbonamento, fammi sapere. La generosità
dei lettori (che ringrazio di cuore), provvede
a situazioni come la tua.
Pubblicato il
19 novembre 2012 - Commenti
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15
nov
Ho letto l’articolo sulla proposta di modifica della
Legge 104 sui permessi per assistenza ai disabili
(FC n. 44/2012). La legge dà un aiuto, seppure piccolo,
a chi deve prendersi cura, ogni giorno, dei propri cari
non più autonomi. Lavoro in un’azienda ospedaliera,
e mi dispiace dirle che si sta facendo un abuso di
questa legge. Ci sono alcuni che utilizzano i permessi
per godersi giorni in più di vacanza, lasciando i propri
cari con la “badante”.
Prova ne sia, se si
dovesse fare una
statistica, che i giorni
di permesso cadono
sempre vicini a
festività o ponti.
Il Governo non voleva
togliere i permessi, ma
pagarli meno, per disincentivare chi, in fondo, non
ne ha un reale bisogno. Purtroppo, a causa dei soliti
“furbi”, saranno penalizzati tanti onesti. Anche se più
in alto c’è chi ruba in modo spudorato, non possiamo
approfittarne per violare le leggi.
Francesca
Fatta la legge, trovato il sotterfugio per aggirarla a proprio
piacimento e vantaggio. A pagare, poi, sono sempre i
soliti. Cioè gli onesti. O, peggio, quelli che davvero hanno
bisogno di aiuti e sostegni. È da meschini sfruttare un provvedimento
di solidarietà familiare per scopi personali meno
nobili. È la solita furbizia italiana alla “Fiorito”. Non
c’è nulla di cui vantarsi o andare fieri. Anzi, contro chi bara
la guerra dovrebbe essere spietata. Con l’obbligo di restituire
alla collettività quanto si è rubato. Meglio torchiare
gli imbroglioni che penalizzare gli onesti. Per evitare anche
di sottoporre veri invalidi a controlli umilianti.
Pubblicato il
15 novembre 2012 - Commenti
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