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apr

I soldi dei partiti e quelli delle famiglie

Sono d’accordo con il presidente della Repubblica nel definire indegni dell’Italia evasori e speculatori. Ma, ancor più indegni, sono i politici corrotti che hanno tradito la fiducia dei cittadini. Piuttosto che dedicarsi al risanamento del Paese, si sono occupati solo dei propri affari, appropriandosi di soldi pubblici per pagarsi case, auto, diplomi, lauree... Politici che hanno contribuito, in maniera determinante, al declino dell’Italia. Eppure, non si vergognano. Anzi, continuano a restare al loro posto. E a condizionare l’operato di quei “tecnici” che, tra mille ostacoli, stanno tentando l’ultima carta per non far scivolare l’Italia nel baratro. Che cosa dobbiamo aspettarci? Dobbiamo temere il ritorno degli stessi politici, corrotti e indegni?

Silvano B. - Cuneo

A mio parere, i partiti non possono incassare i rimborsi elettorali già previsti. Quei soldi sono risorse sottratte alle famiglie. Gli sperperi e la corruzione che, in continuazione, vengono a galla sono una provocazione continua nei confronti di lavoratori e pensionati, cui abbiamo chiesto tanti sacrifici. Faccio parte della Caritas parrocchiale e, mi creda, ogni giorno incontriamo tanta disperazione. Gridiamolo forte in tutte le piazze, e con tutti i mezzi: «Quei soldi si devono restituire alle famiglie»!

Silvia A. - Lecco

A qualche politico, che pensa di rifarsi la verginità, dopo anni di permanenza al governo in ruoli di primissimo piano, e dichiara di non voler ritirare a luglio i soldi dei rimborsi elettorali, bisognerebbe ricordare che restituisce semplicemente ciò che non gli sarebbe mai spettato. Se una legge “truffa” non avesse aggirato la volontà degli italiani, che si erano opposti al finanziamento pubblico dei partiti. Ora, a scandali in corso, tutti fanno le “verginelle”. Pensano di darla a bere ai cittadini con i loro buoni propositi di trasparenza e controllo sull’uso dei soldi pubblici ai partiti. Purtroppo, non hanno più credibilità. Ogni giorno, è sempre peggio per ruberie e scandali che vengono a galla. Senza un radicale segnale di ravvedimento e di rinnovamento, questi partiti rischiano la morte. Non per colpa dell’antipolitica e del populismo. Che pur ci guazzano. Ma per responsabilità proprie. Per eccesso di ingordigia di risorse pubbliche. Anche in tempi grami, come quelli attuali.

Pubblicato il 26 aprile 2012 - Commenti (13)

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Postato da Libero Leo il 01/05/2012 11:52

Don Sciortino scrive: “Ogni giorno è sempre peggio per ruberie e scandali che vengono a galla. Senza un radicale segnale di ravvedimento e di rinnovamento, questi partiti rischiano la morte. ..... per responsabilità proprie. Per eccesso di ingordigia di risorse pubbliche.”. Mi pare che don Sciortino cavalchi opportunamente l’onda di protesta contro i partiti ed i politici. Ma i partiti normalmente riflettono la società che rappresentano. Perciò la crisi dei partiti forse rispecchia la crisi della società. Se si riflette con calma, forse ci si rende conto che le cause della situazione attuale sono profonde e di lungo termine. “Ruberie e scandali” ce ne sono da moltissimi anni. Forse lo scandalo con i maggiori effetti negativi sono le pensioni baby, con cui in pratica si diede un vitalizio a milioni di persone a patto che non lavorassero. A causa degli enormi sprechi del consociativismo il debito pubblico aumentò enormemente ed a tal punto che ancora ora le famiglie ne sentono tutto il peso. Ma forse la causa di questa crisi è ancora più remota del consociativismo; forse è la cultura rivendicativa, che si manifesta attraverso l’indignazione, la rivendicazione, la protesta, il parlare di diritti e quasi mai di doveri. Da oltre 40 anni ci si indigna, si protesta, si rivendica; ma quasi mai si ricorda che bisogna anche lavorare; e quasi mai si dice che in altri paesi si lavora e produce molto di più. Si fa giustamente la lotta all’evasione delle imposte; ma non si fa la lotta all’evasione del lavoro. La cultura rivendicativa si accompagna all’idea che lo stato deve provvedere a tutto. E ciò porta alla deresponsabilizzazione del cittadino, che rimane titolare di diritti, ma non di doveri. La cultura rivendicativa si accompagna anche all’egualitarismo che spesso porta a considerare invidiosamente la ricchezza come una colpa, dimenticando che nella maggior parte dei casi è frutto di una vita sobria, laboriosa, dedicata alla famiglia ed al bene comune col pagamento di molte più imposte rispetto a chi spende e si diverte. Anche i cristiani sembrano influenzati dalla cultura rivendicativa e dimenticano spesso la parabola dei talenti: tutti, anche coloro a cui la sorte riserva pochi talenti, abbiamo il dovere di impegnarci per far fruttare i talenti concessici, senza cedere all’invidia e senza indignarci e protestare, se qualcuno ha avuto in sorte più talenti di noi. Mentre è ancora dominante questa cultura rivendicativa, appare illusorio pensare che il “radicale segnale di ravvedimento e di rinnovamento”, auspicato da don Sciortino, possa avere successo. Chi dovrebbe dare questo segnale? Forse i politici li lungo corso? Proprio loro, che sono stati complici, o silenziosi, di fronte agli sprechi colossali del consociativismo? Forse la magistratura, che ormai appare sempre più politicizzata? Forse i professori, alla cui teoria ben difficilmente corrisponde carisma e capacità realizzativa? Forse la Chiesa, che salvò l’Italia il 18 aprile del 1948? Purtroppo sembra che non abbia più la forza e l’autorità per dare un efficace “segnale radicale”, anche perchè molti suoi rappresentanti stentano a liberarsi dalla cultura rivendicativa, che li porta più all’indignazione ed alla protesta, piuttosto che alla comprensione ed all’amorevole perdono evangelico. Tutto induce dunque al pessimismo? No. La speranza non muore specie se si leggono le omelie di padre Antonio Savone (www.acasadicornelio.it), in una delle quali c’è un chiaro invito al rinnovamento: “In un tempo di crisi delle istituzioni (era accaduto cosi anche ai tempi di Geremia) Dio ricorda che non è qualcosa di esterno a noi a cambiarci. Ai tempi di Geremia a nulla servivano i filatteri davanti agli occhi e sulle braccia o i precetti appesi come decorazioni all’ingresso delle case. E necessario piuttosto lasciarci di nuovo ammaestrare da Dio. L’unica pietra stabile da cui può ripartire un processo di rinnovamento è la fiducia a noi accordata da Dio ancora una volta. A cambiare qualcosa può essere solo un uomo il cui cuore palpita perdono.”.

Postato da DOR1955 il 01/05/2012 09:01

Caro "Franco Salis", ben ritrovato. Come al solito, almeno nei miei riguardi, sei fuori strada; dove ho scritto o sottinteso che Don Antonio è mio padre? Comunque grazie per lo spunto; chiederò a Don Antonio se può e vuole essere mio "Padre Spirituale". Il resto del tuo commento non mi interessa; sono pensieri e posizioni tue. Una sola cosa mi piacerebbe capire: "Ma il Papa, ti ha fatto qualcosa di male visto che non perdi occasione per denigralo?". Caro "martinporres", hai detto una cosa giustissima; "Casini mi sembra uno dei pochi politici italiani che usa parole di buon senso". Nel contempo ti sei dato anche la risposta: "Per fiuto politico, per calcolo politico? ". E' esattamente quanto ho espresso io; Casini, (infatti ho ben evidenziato: " .. lo prendo a caso fra tanti casi simili e forse non il peggiore ...) 32 anni incollato alla poltrona, parlando-parlando-parlando-parlando, facendo giravolte continue, accodandosi a qualsiasi "carro del vincitore", mi sembra sia una prova provata dell'inattendibilità di una classe politica che, a parole, ci promettono il "paradiso terrestre", nella realtà ci fanno vivere un vero "inferno". Ognuno comunque è libero di credere a quanto ritiene sia giusto. Però torno a ribadire che se il nostro Paese è in questa situazione economica il demerito non sia ne tuo, ne mio, (ne di Franco) e neppure di milioni di italiani onesti che mai hanno governato o potuto governare (questa è una auto-candidatura). Casini e politicanti vari invece lo stanno facendo da decenni. Causa-effetto?

Postato da martinporres il 29/04/2012 14:35

Per Dor1955 postato il 27/04/2012 17.29. Casini mi sembra uno dei pochi politici italiani che usa parole di buon senso. Per fiuto politico, per calcolo politico? Può essere, ma non possiamo saperlo; il tutto è comunque pienamente legittimo.

Postato da giancarlochiari il 28/04/2012 15:24

prima di accusare altri di comportamenti scorretti come cattolici dovremo domandarci se abbiamo vissuto seriamente il messaggio che proponiamo o se abbiamno cercato di veicolarlo servendoci del potere politico, lo stesso potere che Cristo rifiutò al termine del digiiuno che ha preceduto la sua predicazione. Nessuna religione, che proponga verità assolute, come la nostra, può pensare di far vivere i suoi precetti servendosi di leggi e di legislazioni 'civili'. In Italia abbiamo voluto l'insegnamento della religione in classe: siamo i più ignoranti (lo si vede perfino nei quiz televisivi) in materia ocn gente che confonde l'eucaristia con la carestia, la cresima con la festa di ingresso nella pubertà, tanto per citare esempi sotto gli occhi di tutti. abbiamo voluto un matrimonio indissolubile per legge, con il risultato di convivenze e divorzi sempre più frequenti, per no citare altro... le leggi civili sono in se stesse limitate e temporali, al contrario del vangelo ma confondere come ha fatto spesso la gerarchia i due piani (vedi le firme del concordato con Benito Mussolini e con Bettino Craxi) nnon ha giovato ad uno stile di vita evangelico, e Cristo lo aveva fatto notare duemila anni fa spiegandolo chiaramente a Pilato adesso è difficile faris credere perchè la percezione dell'incoerenza è ancora più evidente e lo scandalo dei partiti non è colpa solo dell'avidità dei suoi dirigenti ma della mancanza tra i pastori delle chiesa di figure che abbiamo preso a modello il Battista o Cristo o Paolo di Tarsoche certo non hanno mai avuto paura di dire quale fosse la verità la scelta del compromesso per garantire la libertà religiosa ha ucciso la religione che di compromessi non vive ma di esempi e di coerenza quando verrano fatti i nomi di chi dicendosi cristiano ha tradito il vangelo, chiarendo chi sia il lupo travestito da agnello, i pastori torneranno credibili e con loro tornerà credibile chi si dichiara cristiano sfidando convenzioni, mode e compromessi

Postato da Franco Salis il 28/04/2012 09:27

Caro DOR1955,non sapevo che Don Antonio fosse tuo padre, sono veramente stupito! ) Mio padre è venuto meno ben 31 anni fa! Va bene che l’altro giorno mi sono imbattuto su un sacerdote, cattolico, padre di quattro figli grandi, mi pare vedovo. No, non pensare a quelli che lasciano la chiesa anglicana e che il nostro Papa accoglie benché sposati con moglie e figli cui è interdetto solo l’episcopato, per adesso poi si vedrà. Mentre ai nostri sacerdoti impone l’obbedienza e quindi il celibato. Leggo oggi su repubblica ( eh monellaccio, leggi la stampa laicista! ebbene si ) Un tale ,dopo 38 anni di matrimonio, ottiene in prima e seconda istanza dal tribunale ecclesiastico la “dichiarazione di nullità” del matrimonio dalla moglie(e non l’annullamento come dice erroneamente la Repubblica.it) e adesso attende la sentenza della “Cassazione ecclesiastica” In occasione della separazione, questo “signore” ripudia la figlia tentando, dubito e spero che non ci riuscirà in sede civile, di toglierle il cognome che al momento della nascita le aveva dato dichiarando che era sua figlia, pur sapendo che era il frutto di una relazione precedente della moglie. Sai con quale motivazione? Te la copio incollo: La motivazione che si legge nel libello (l'atto di citazione, ndr) consegnato al Tribunale Ecclesiastico è la seguente: "Al momento del matrimonio, oltre 40 anni fa, era un giovane uomo insicuro". Giulio Maria nel '69 aveva 25 anni, era già laureato in medicina alla Cattolica con il massimo dei voti e si apprestava a dare il via alla sua futura, brillante carriera accademica." Hai capito? da “insicuro” quest’uomo “ legittima”, dichiarando il falso, la figlia e dopo 38 anni la ripudia, il tutto avvallato dal tribunale ecclesiastico. Ma, no, ci sarà, quando e se, una precisazione di Tarcisio Bertone che dirà la sua in contradditorio, ma guardandosi bene dal mostrare le prove. Ma chi è costui che tanto può nelle alte sfere ecclesiastiche? È il prof Giulio Maira neurochirurgo del Papa e docente universitario di fama mondiale dice repubblica.it del 27.04.12, io relata refero).Hai capito perché l’attuale Papa nel 1990 allora cardinale Ratzinger ha detto: Il 15.03.1990, riprendendo una affermazione di Feyerabend:” All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto. Non spaventarti. è già intervenuto un tale Antonio Carioti che scrive che Il Papa anche riportandosi al Feyerabend ,con quella espressione “non voleva giustificare la condanna di Galileo, ma affermare che la razionalità scientifica ha dei limiti, posti in rilievo dalla critica più spregiudicata, e quindi va ricompresa In una” ragionevolezza più grande” di carattere filosofico e aperta alla trascendenza. Poco prima ,nello stesso scritto il Carioti aveva detto che Galileo aveva fatto ricorso “al suo stile e alle sue capacità di persuasione” e “a mezzi di propaganda” e utilizzando “trucchi psicologici” Questa è una MENZOGNA: non si può servire il Papa con le menzogne. A QUESTO PUNTO CHE FARE? Io non ho ricette e non saprei in ogni caso che farmene. Ritengo che si debba procedere con la maturazione del popolo di Dio. Fintanto che il popolo di Dio, supino o prono ACCETTA il discorso del Papa, proclamato quello si “col suo stile e le sue capacità di persuasione” e “a mezzi di propaganda” e utilizzando “trucchi psicologici”, non c’è niente da fare. Mi riferisco, ma solo per esempio alle “critiche”, di teologi suoi compagni di scuola, vescovi di Austria e tutta l’Europa centrale e dell’Australia) che non è con “la disobbedienza che si rinnova la Chiesa”. In discussione non vi sono “i dogmi” ma la gestione di un enorme potere, da cui il Papa non sa distaccarsi come invece fece Celestino V. Se me lo consenti, ti consiglio di rileggere se lo hai già letto o di leggerlo per la prima volta: L’avventura di un povero cristiano, di Ignazio Silone. Costui si proclamava socialista senza partito e cristiano senza Chiesa. Ne suggerisco la lettura per dare una mano alla Chiesa Ufficiale, che troppo spesso accantona il compito primario della salvezza delle anime in nome del compromesso. Secondo me, la lettura del libro, animato da vero spirito del vero cristianesimo, coi valori dell’umiltà, della povertà, della fratellanza può arricchire coloro che si professano cristiani, ma anche coloro che non si professano cristiani.Per questo motivo le sue opere non ebbero successo perché la critica militante le ricusò,(ad eccezione di Fontamara) “dispiacendo a Dio (i cristiani) e ai nimici sui (comunisti). Con la caduta del “muro” l’avevo spedito in soffitta, secondo me aveva perduto di attualità. Ahimè mi son dovuto ricredere! Ora lo dovrò riprendere in mano. Interessante, fra tanti altri ,è quel passo in cui un gruppo di soldati e offiziali viene inviato per riferire a Pietro Angelerio del Morrone la sua elezione a Papa(1294). Ai fraticelli che facevano “quadrato” intorno a Pietro Angelerio , che insistevano nel dire che si sa quando inizia a pregare ma non si sa quando finisce, un soldato si avvicina e sussurra all’orecchio: “ma lui ci crede”? Il dubbio insito nella domanda del soldato è la stessa del cristiano di oggi che, pur dubitando dell’operato della gerarchia, si guarda bene di esprimere il dubbio ad alta voce e comunque partecipa alla ambasciata (si proclama cattolico). In effetti essendo Pietro Angelerio del Morrone frate spirituale e non conventuale ( convento = accumulo di ricchezza pure consentita anche a quei tempi ), incurante della l’importanza dell’ambasciata persisteva nella preghiera. I soldati e gli offiziali invece pervasi della piena convinzione dell’importanza dell’ambasciata si stavano impazientendo per la durata lunga del tempo dedicato alla preghiera. Dovevano servire il re e il collegio cardinalizio, e non riuscivano a capire che la preghiera era(ed è) più importante della loro ambasciata.E cosa ci vuoi fare : “cosi vanno le cose nel ventunesimo secolo”Ciao

Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 28/04/2012 09:02

E costoro sarebbero CITTADINI italiani? E costoro sarebbero SEGUACI DI CRISTO? Pensierini da “Considerazioni inattuali ( non quelle nietzscheane, ma della sciura Maria, pensione 800 €,mia dirimpettaia): *1) Mio nonno: militi ignoto, agosto 1917 ( terribilmente meno fortunato del suo avo romano di sotto). **2) L. Quintius Cincinnatus dictator est factus, qui agrum quattuor iugerum possidens manibus suis colebat. Is cum in opere et arans esset inventus, sudore deterso togam praetextam accepit et caesis hostibus(id est: PdL,UdC,Pd,Fl,Ap,Lega, Al, …ecc.ecc.??!!) liberavit exercitum (id est: Italia mia,benchè il mio parlar…) . » *** Narciso è forse più lontano da Dio di Caino. Vladimir Ghika ( qui non occorrono nomi e cognomi).

Postato da DOR1955 il 27/04/2012 17:29

Reverendo Padre Antonio, concordo in toto con quanto lei scrive anche se, e la capisco, non si espone oltre nel denunciare “forte e chiaro”, oltre ai fatti più o meno noti, anche nomi e cognomi di “verginelle” che vogliono far credere di essere il nuovo. E allora se non può farlo lei sia concesso, fino a quando in questo Paese esiste un minimo di democrazia, farlo a un cittadino qualunque, sempre nel rispetto della legge e soprattutto della Verità. E come disse una volta l’allora Padre Pio, ora Santo, a una mia amica che si andò a confessare da lui: “non si devono mai dire le bugie, neppure a fin di bene”. Questo significa che per un vero Cristiano, l’esempio, anzi, l’unico esempio da seguire, è proprio quello di Gesù Cristo che pur di dire la verità accettò di farsi crocifiggere. E penso che non gli sia affatto piaciuto, che non l’abbia fatto per “passare alla storia”, ma, almeno se le parole della Bibbia sono parola di Dio, lo abbia fatto per me, per lei e per chiunque dice di ritenersi Cristiano. Se invece siamo “cristiani” di comodo, o a nostra discrezione e interpretazione, stiamo dicendo prima di tutto le bugie a noi stessi, e questo può anche passare, ma di certo non passerà inosservato nel momento in cui ci presenteremo all’Unico che ha potere e facoltà di giudicarci. Noi, come umani, non dovremo giudicare il comportamento altrui (anche se troppo spesso lo facciamo) ma questo non ci esime, anzi, dal dire la verità, per quanto scomoda e antiproducente a livello personale possa essere. E allora, visto che non mi ritengo un ipocrita e neppure un opportunista, altrimenti non mi troverei nelle condizioni in cui sono costretto a vivere (come milioni di altri italiani onesti), non posso esimermi nel citare “l’esempio”, o peggio ancora, “la lezione morale”, che ci vuole dare un politico, e lo prendo a caso fra tanti casi simili e forse non il peggiore, di lungo corso come il signor Casini. Casini che di nome fa Pierferdinando e che mi sembra abbia effettuato, nella sua vita politica, e non solo (famiglia allargata?), tanti cambiamenti quanti ne fa un camaleonte durante la sua esistenza. Il signor Casini (che non ritengo di chiamare Onorevole, visto il significato che tale termine ha) è nato politicamente, dopo gavetta giovanile, nel 1980, entrando nella allora DC e passo dopo passo, anzi, partito, partitino, formazione o contenitore, è arrivato fino ai giorni nostri arrogandosi, e non da oggi, il diritto di voler rappresentare il nuovo che avanza. Gia qui una prima battuta mi viene spontanea: questo “nuovo che avanza” (32 anni incollato alla sedia) è una ventata di nuove idee oppure un qualcosa che “avanza” dai resti di una scorpacciata di drenaggio di denaro pubblico che tutti i partiti hanno fatto in questi ultimi 30-35 anni? Propendo per la seconda tesi. E questa realtà (prima verità) è sotto gli occhi di tutti; basta sapere e volere leggere i dati nella loro cruda realtà e non voler sentire quello che ci piacerebbe fosse vero. E qui sta un’altra verità; nel momento in cui un politico, sapendo benissimo di mentire in quanto non può assolutamente fare quanto promette, è, Cristianamente parlando, coerente con il credo che dice di professare, consapevole di essere nel peccato?. Oppure è un ipocrita la cui unica scusante potrebbe essere che il pensiero non coincide con la parola che pronuncia? Non sta a me giudicare il Casini-pensiero, ma il Casini comportamento pubblico è emblematico di una classe politica il cui unico interesse non è il bene del Paese Italia, ma quello personale, del partito, degli amici, del clan, del movimento, del cerchio magico. E questo è insindacabile, altrimenti non ci troveremo nella situazione in cui stiamo: economicamente, socialmente e moralmente. E siccome sono un peccatore, ma cerco sempre di dire la verità, di Casini Pieferdinando non posso, da Cristiano, avere alta stima, anzi, nessuna. E come me penso non la dovrebbero avere molti altri Cristiani che basano la loro regola di vita innanzitutto sulla Bibbia, ma molto più sinteticamente e concretamente, sul sunto e pietra miliare della vita di ogni Cristiano vero e cioè “i Dieci Comandamenti”. E basterebbe che ogni vero Cristiano mettesse in pratica, anche solo parzialmente data la nostra fragilità umana, quanto prescritto dagli stessi (illuminante e sempre nella mia scrivania la raccolta a suo tempo allegata a Famiglia Cristiana a cura di Anshelm Grnûn) per poter aver una società più giusta e coerente con gli insegnamenti non solo di Gesù, ma anche della Chiesa. E qui si potrebbe toccare un altro punto dolente della realtà del nostro paese; non per colpa della “Chiesa di Dio”, ma per colpa (vera) di molti, troppi uomini di Chiesa; al presente come nei secoli passati. Ma non è questo il tema; il tema, anzi, il problema vero, reale, concreto, sono appunto le difficoltà materiali che milioni di italiani incontrano giorno dopo giorno per poter vivere almeno dignitosamente. Cito fra tutti i dati preoccupanti forniti a tutti (molti lo sapevano già) ieri dall’Istat: in Italia ci sono circa 7,5 milioni di pensioni sotto i 1.000 Euro e oltre 2 milioni sotto i 500 Euro. Se questa non è povertà come la si chiama? Aggiungiamo i milioni di disoccupati, fra cui mi preme evidenziare gli oltre 800.000 (ottocentomila) invalidi e/o portatori di handicap a vari livelli i quali, svantaggiati fra gli svantaggiati, hanno una possibilità ogni 200-250 nuovi posti (statisticamente, oltre che effettivamente) di trovare un lavoro dignitoso (a quando Famiglia Cristiana dedicherà una qualche inchiesta approfondita?), e si ottengono numeri, da sommare con i rispettivi famigliari, che potrebbero essere dell’ordine di 20 Milioni. Ora mi domando; queste 20 Milioni di persone (un terzo della popolazione italiana) quando va a votare, accetta ancora di essere governata dagli stessi individui riciclati che ci hanno “derubato”, anche della dignità, e il cui solo cambio pubblico è stato del vestito e del nome di partito? E io dovrei credere a un Casini, a un Formigoni, un Bersani, un Fini, un Rutelli, un chiunque viva (e molto bene) di politica da decenni?. Di certo la cosi detta antipolitica o il populismo cavalcati da qualcuno non è il toccasana per risolvere i problemi dell’Italia, ma tanto meno lo è il mantenere in “vita”, politicamente parlando, quanti ci hanno portato sull’orlo dell’abisso. Sarebbe da masochisti e forse anche contrario agli insegnamenti Cristiani (materia da teologi? – forse sì, forse no, visto le contraddizioni che spesso hanno fra loro stessi). Cosa servirebbe allora? Personalmente non ho “l’ideona” (come del resto i nostri governanti attuali, ben remunerati al contrario di me), ma “ideine” che sarebbero facilmente praticabili a partire proprio dalla Chiesa, anzi da parte degli uomini di Chiesa, se credono, e qui i dubbi sono molti, veramente nel Vangelo (convertitevi e credete al Vangelo – disse il Beato Giovanni Paolo II°), che significa credere nella protezione e guida da parte di Dio a coloro che si affidano totalmente a LUI. Cosa dovrebbe fare la Chiesa: semplice, fare la Chiesa, quella di Dio. Se la Chiesa, anzi, gli uomini di Chiesa, oltre a “predicare” mettessero in pratica gli insegnamenti di Gesù, non dovrebbero aver nessun timore a “redarguire” comportamenti sbagliati dei sedicenti cattolici non in linea con i “Comandamenti della Legge di Dio”. O forse hanno paura di qualcosa? Forse la storia, o Qualcuno molto più in alto, sta consegnando alla Chiesa la possibilità di dimostrare che crede e pratica veramente quello che predica e penso sia una opportunità unica che potrebbe non ripetersi. Questo non significa che la Chiesa deve prendere il potere temporale dell’Italia, tutt’altro, significa, a mio modo di pensare, che la Chiesa ha il dovere di richiamare quanti si dichiarano suoi figli a comportamenti, personali e pubblici, coerenti con quanto scritto nella Bibbia. Altrimenti non sta facendo quanto assegnatole come compito da Gesù, e questo si sarebbe un peccato molto ma molto grave, forse il più grave che gli uomini possono farte. E comunque, oltre che metterci la “faccia”, anche mettendoci qualcosa di suo, concreto, materiale (qualche bene in meno ad esempio, che non mi sembra sia scritto da nessuna parte nella Bibbia dovrebbe possedere). Coerente con i “tempi grami” che viviamo. Resterà lettera morta? Se sì a questa ultima domanda non pretendiamo dai politici virtù, se invece “tuonerà” (anzi, rovescerà i banchi nel tempio) contro le immoralità compiute da questi uomini che spesso si nascondono dietro il nome di Dio (patetica, se non eretica, qualche frase di Formigoni), potrebbe anche “guadagnare” milioni di nuove pecorelle. Qui ci vuole Illuminazione. E se non ora quando, visto che questo è il tempo dello Spirito Santo?

Postato da degrel0 il 27/04/2012 14:42

Gli Italiani si erano espressi chiaramente sia sul finanziamento pubblico ai partiti sia sulla responsabilità civile dei magistrati.In un caso come nell'altro i cittadini sono stati imbrogliati,ma si parla solo dei partiti.Niente da dire sui magistrati?

Postato da folgore il 27/04/2012 14:26

Se "a qualche politico, che pensa di rifarsi la verginità, dopo anni di permanenza al governo in ruoli di primissimo piano, e dichiara di non voler ritirare a luglio i soldi dei rimborsi elettorali, bisognerebbe ricordare che restituisce semplicemente ciò che non gli sarebbe mai spettato." a quelli che manco questo hanno fatto e anzi ne chiederebbero di più cosa si dovrebbe dire?

Postato da branda il 27/04/2012 11:59

Mah, la prima riflessione, è che buona parte di quei soldi siano in tasca a Formigoni e a Comunione e Liberazione. Per il bene della Virtù, suppongo.

Postato da Rodolfo Vialba il 27/04/2012 08:00

E’indubitabile che i partiti politici, di questi tempi, non godano di grande popolarità. Prescindendo della cause che ne determinano la collocazione all’ultimo posto (4%) nella graduatoria degli enti e delle istituzioni nei quali gli italiani ripongono fiducia, va osservato che il sistema parlamentare di democrazia rappresentativa, quale delineato dalla nostra Costituzione, non può vivere senza partiti, o comunque senza strutture ed organismi di rappresentanza delle idealità, dei valori, degli interessi, delle esigenze e necessità presenti nel Paese. Avendo tutti l’obbligo di far tesoro degli insegnamenti della storia, questa ci ricorda che in politica quando si crea un vuoto viene subito occupato da qualcuno o qualcosa. Così è stato ai tempi di Tangentopoli: il vuoto creatosi con la scomparsa di una intera classe politica è stato occupato dalla Lega di Bossi e da Forza Italia di Berlusconi che, avendo governato per ben 8 degli ultimi 10 anni, non si può certo dire che l’abbiano fatto per il bene per il Paese. Ciò detto non significa che i partiti, in particolare in una fase economicamente difficile per il Paese come quella attuale e in ragione degli scandali che emergono dalle indagini della magistratura sul Tesoriere della Margherita, Lusi, e su quello della Lega, Belsito, che coinvolge molti dirigenti della Lega stessa, possano limitarsi a qualche ritocco della loro immagine e ritenere, con ciò, che sia possibile riconquistare la fiducia dei cittadini. Intanto rinuncino ad incassare i contributi a luglio che è il minimo che posso fare oggi, Poi, se è vero che abolire il finanziamento dei partiti, oggi chiamato “rimborso spese elettorali”, apre la strada al condizionamento dei partiti da parte dei potentati economici e finanziari (quasi non fosse vero che questo già oggi avviene senza alcun controllo), altrettanto vero è che le proposte del PdL, PD, e UDC, si limitano solo a rivedere le modalità di controllo e rendicontazione delle somme elargite dallo Stato, ma lasciano inalterate le norme di legge sull’entità dei rimborsi. Non c’è dubbio che vadano definite nuove e diverse modalità di controllo e rendicontazione, ma non deve neanche esserci dubbio sulla necessità di modificare le norme di legge in vigore in merito ai rimborsi, non per abolirli ma per riportarli a livelli di coerenza con le spese realmente sostenute. Più che di rimborsi sarebbe allora opportuno discutere di finanziamento ai partiti, così come fa la legge di iniziativa popolare promossa da Pellegrino Capaldo, per la quale si stanno raccogliendo le firme di presentazione al Parlamento, che si basa su contributi personali fino a 2.000 euro, a cui lo Stato riconosce un credito di imposta del 95%, oppure come altri sostengono, la possibilità che il finanziamento avvenga attraverso un meccanismo analogo a quello dell’8 o 5 per mille previsto nella dichiarazione dei redditi per le Confessioni Religiose e per le ONLUS, la ricerca scientifica, ecc. Va infine ricordato che dopo 64 anni dalla approvazione della Costituzione i partiti anzitutto, e poi il Parlamento, non hanno ancora provveduto a dare attuazione a quanto stabilito dall’art. 49 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. L’insieme di queste misure, riguardando il contenitore (il partito), non è detto siano sufficienti a ridare credibilità e fiducia nei partiti, dipendendo questa molto più dal contenuto (la politica) che dal contenitore, ma sarebbero dei segnali credibili e significativi. Rispetto ai problemi economici e finanziari del Paese e di quelli delle persone e delle famiglie che lo abitano, certo non bastano i “rimborsi elettorali” a risolverli, ma sarebbe buona cosa se le condizioni di vita di coloro che rappresentano risentissero, almeno un pò, delle difficoltà di vita di coloro che sono rappresentati.

Postato da masperi.umberto@yahoo.it il 27/04/2012 07:04

Attendo il prossimo intervento del card. Bagnasco :controlleremo ( se l'intervento ci sarà) se scriverà e pronuncerà nomi e cognomi ( è chiaro:oltre il finanziamento pubblico dei partiti). Controlleremo se dirà chiaramente a Formigoni di non citare a sproposito il Vangelo ( quel :"Chi è senza peccato ..." ora è chiaro che era riferito a se stesso, ed infatti, con coerenza, non ha criticato l'allora corruttore-impostore al governo, come adesso rifiuta che altri criticano l'ex? ciellino).

Postato da luna il 26/04/2012 22:19

Pregiatissimo Direttore, l'argomento ormai è messo a fuoco perfettamente: i partiti e gli uomini che ne compongono la Nomenclatura hanno commesso un misfatto: hanno violato la volontà popolare. Se parliamo di politica, questo significa ussurpazione della democrazia, se parliamo in lingua volgare, si tratta di un furto. Entrambi - anche per l'entità e la continuazione dei fatti - sono comportamenti gravissimi, divenuti inaccettabili per le gravi conseguenze che hanno portato. In questo momento di grave crisi in cui sono sprofondate molte famiglie - ormai ne conosciamo i nomi e cognomi, sono parenti, sono amici, sono conoscenti, sono concittadini - non mi interessa molto l'aspetto penale, ciò che mi importa e credo che importi a molte Persone oneste, è che siano bloccati i flussi di questi furti programmati, consumati, e che automaticamente possono legalmente continuare. Non tutto ciò che è legale o legalizzato è anche lecito !!! In secondo luogo, se è vero che la democrazia necessita dei Partiti, e ne sono fermamente convinto, non abbiamo però bisogno di nuovi Partiti, al contrario, abbiamo bisogno di Uomini e Donne nuovi. Non possiamo più permetterci Onorevoli, Ministri, Corte dei Miracoli riciclati. E' forse l'unico settore in cui il recupero ed il riciclo non hanno più ragione di esistere: purtroppo si ha l'impressione che con diversa rilevanza tutti abbiano partecipato ai fatti delittuosi: qualcuno ha organizzato il furto e lo sperpero, altri hanno tenuto il sacco, altri sono stati a guardare.... Se qualcuno è rimasto fuori non loso, a memoria non me lo ricordo. (non ho la pretesa che il mio scritto venga pubblicato, se però l'essenza del mio pensiero può essere concentrato e condiviso, mi affido a Lei. Ciascuno di noi non può più permettersi di lasciar fare, almeno finchè avrà un piatto di pasta da mettere in tavola ai proprii figli.... ci sono anche tanti figli innocenti che aspettano la nostra fermezza. Diversamente andremmo ad ingrossare le file di chi ... è stato a guardare.) Con riconoscenza, la saluto.luna - torino

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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