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Nuovo Governo, primi brividi di sconforto
Carissimo don Antonio, in questi primi giorni del nuovo
Governo sento brividi di sconforto nel mio cuore. Già
il populismo avanza i suoi ricatti. Restituire l’Imu equivale
a ridare tanto a chi ha già tanto, e poco o nulla a chi ha poco.
Chi vive in affitto o chi non paga l’Imu perché ha una
famiglia numerosa non riceverà alcun vantaggio dalla
restituzione. Anzi, subirà inevitabili aumenti del costo dei
servizi: mense e rette scolastiche, pasti e assistenza agli
anziani... Perché, invece, non destinare quei quattro miliardi
dell’Imu per far ripartire il lavoro e risolvere tanti problemi
dei giovani e degli esodati? Un’attività produttiva è un
volano che mette in moto un grande indotto. Lo Stato deve
concentrare i suoi sforzi su un obiettivo di crescita, senza
disperdere le risorse in tanti rivoli improduttivi. E poi, i ricchi
che riceveranno tantissimo dalla restituzione dell’Imu, non
consumeranno più di quanto già fanno. È facile, invece,
che usino quei soldi per un week end all’estero, alla faccia
del calo dei consumi interni! Con rispetto e solidarietà per
il coraggio con cui sa affrontare tanti problemi cruciali della
nostra società, le faccio i miei auguri per un impegno sempre
più proficuo.
Loredana R.
Certo, questo Governo è frutto di un’emergenza, per l’impossibilità
che una sola forza politica ha di guidare il Paese. In tempi
normali, nessuno avrebbe mai pensato a mettere assieme forze
che da vent’anni si sono contrastate, superando spesso e volentieri
il regolare confronto, con insulti e delegittimazioni, quasi fossero
nemici e non semplici avversari con idee diverse. Ma ora viviamo
tempi eccezionali e si richiederebbe una dose altrettanto eccezionale
di consapevolezza e responsabilità per salvare il Paese e
dare speranza a tanti cittadini ormai allo stremo, in tutti i sensi.
Eppure, già emergono nel Governo inutili impuntature su Imu e
altro. Ognuno, con l’occhio ai sondaggi, guarda ai vantaggi elettorali
che potrà trarre da ogni decisione. O anche dal far cadere,
ancora una volta, il Governo. Siamo in perenne campagna elettorale,
sordi agli accorati appelli del presidente Napolitano.
Pubblicato il 15 maggio 2013 - Commenti (2)