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Tra accattoni e veri poveri

In un Comune in provincia di Alessandria, il sindaco ha firmato un’ordinanza che vieta ogni forma di accattonaggio su tutto il territorio comunale. Sì, ogni forma. E non solo quella molesta o dove si sfruttano minori o animali. Peccato, però, che chiedere l’elemosina non sia un reato. L’ha fatto per ragioni di consenso elettorale, sulla scia di quelle pratiche xenofobe della Lega, che fa parte della stessa coalizione. Sono già stati arrestati due accattoni, ma nessuno si preoccupa di dove andranno. L’importante è che scompaiano dalla città. Ma perché non si guardano in faccia le persone? Perché non si ascoltano le loro storie? Perché non si dialoga per risolvere insieme i problemi? Certo, è più facile avere il consenso con un’azione demagogica, piuttosto che impegnarsi nella ricerca di una soluzione. È più facile inventare nuovi reati, piuttosto che fare prevenzione e cura sul territorio. Come credente mi chiedo: ci dice ancora qualcosa il Vangelo che ogni domenica ascoltiamo a Messa? Chiedere l’elemosina è un diritto: si può abolire? Possiamo far finta di non vedere il mendicante, ma non possiamo non vedere che la povertà esiste ancora e avanza sempre più. Girarsi dall’altra parte non aiuta nessuno. Neppure noi. Mi sembra che si vada verso una società sempre più egoista, dove si è forti con i deboli e deboli con i forti. Sbaglio?

Andrea Z.

Non è successo solo in un Comune dell’Alessandrino, ma in più paesi d’Italia i sindaci hanno vietato di chiedere l’elemosina sul loro territorio. Anche qui, occorre distinguere i veri poveri da coloro che sfruttano minorenni o persone storpiate di proposito per illeciti affari. La malavita che lucra sfruttando i buoni sentimenti della gente, va stroncata. Non ci sono dubbi. Ma allontanare i poveri per ragioni di consensi elettorali o di decoro dell’ambiente, dalle piazze o anche dai sagrati delle chiese, è altra cosa. Nulla vale più della dignità di una persona. Anche se sporca o coperta di stracci. Nell’attenzione ai poveri i cristiani dovrebbero essere “maestri”. Un esempio per la società civile. Basterebbe rileggersi il Vangelo. In particolare, Matteo capitolo 25.

Pubblicato il 23 agosto 2012 - Commenti (5)

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Postato da erberto lamera il 24/08/2012 09:25

Sono d'accordo, per fare qualcosa contro l'accattonaggio non servono leggi o provvedimenti come quello del sindaco di Alessandria, e nemmeno l'indifferenza aiuta. Serve che ci si prenda carico di verificare ed analizzare ogni situazione per poter poi cercare una soluzione adeguata. Questo consente anche di stanare i finti "accattoni", e certo costa molta fatica. Quindi rimbocchiamoci le "maniche"! Erberto

Postato da santrev il 24/08/2012 00:43

Carissimo Andrea, tu pensi che al meeting di Rimini, qualcuno di Comunione e Liberazione si stia preoccupando di quello che hai scritto? Tu pensi che quei signori si siano posti le tue stesse domande? E allora mi chiedo che cosa hanno a che fare questi signori con la chiesa? O meglio, che chiesa stanno rappresentando questi signori? La mia no di certo. Nella lettera di saluto al meeting, il Papa ha ricordato che tutti gli uomini sono prima di tutto creature di Dio. Certo peró che se i rappresentanti politici di CL sono quelli che di fronte a quei poveri cristi che solcano i mari con le loro carrete per cercare di dare un futuro ai propri figli, non trovano di meglio che combatterne l'accoglienza favorendo leggi come quelle proposte dalla Lega e ratificate dal PDL, che chiesa stanno mai rappresentando costoro? Il sindaco Tosi, che tanti consensi trova tra i cattolici, si é reso famoso tra l'altro anche per aver messo sulle panchine pubbliche un palo di traverso per evitare che i barboni possano dormirci sopra. Il problema non é Tosi, ma i cattolici che acconsentono tutto questo. Ma se la chiesa non si distingue per l'aiuto al prossimo sofferente e bisognoso, a che cosa serve? Nei palazzi vaticani nei giorni scorsi si é molto discusso dei capitali da portare al sicuro in Germania, ed io ti chiedo caro Andrea, che chiesa credi che stiano rappresentando questi signori? Per me sono l'esempio concreto di quella societá egoista di cui parli e che sta prendendo sempre piú piede. Purtroppo dispiace constatare come molti della gerarchia ecclesiastica stiano dando un pessimo esempio.

Postato da Franciscusurbinas il 23/08/2012 20:43

Nel novembre scorso scrissi alle autorità della mia città di Urbino la seguente lettera cui seguirono risposte inadeguate o di blanda compassione. Il problema è restato senza risposteAl sindaco di Urbino Franco Corbucci All’assessore provinciale Massimo Galuzzi Al consigliere provinciale Giuseppe Magnanelli Al nuovo arcivescovo di Urbino Giovanni Tani Gentili signori in indirizzo, ad eccezione di Mons. Giovanni Tani, mi conoscete tutti benissimo. Dunque solo a Mons. Tani dico che sono un cittadino urbinate, un giornalista che ha provato (nel passato recente) a trasferire la propria esperienza nella politica attiva. Senza risultati apprezzabili. Ma a fronte delle emergenze, anche individuali, non riesco a far finta di niente o a pensare che il problema riguardi altri anche se in parte è vero nel senso che i singoli non possono, da soli, misurarsi con necessità ed esigenze primarie estese. Qui, in concreto, accenno a due casi drammatici diversi ma simili negli esiti. Si tratta di due donne. Una, di Urbino, che dopo aver svolto una attività commerciale ha dovuto smettere sia per la crisi generale ma più grave in questa città recessiva, sia per la morte del padre che le dava comunque un sostegno. Ha due figli che dovrebbero studiare ma che non sa come mantenere avendo terminato un incarico temporaneo presso un ente pubblico senza proroghe. Un’altra della periferia urbinate, di origine nigeriana, sposata ad un connazionale che per sette anni ha lavorato in una azienda locale ma dalla quale è stato licenziato in seguito (o con il pretesto) della crisi. Questa signora ha tre figli piccoli nati in Italia, italianissimi anche per la lingua. Il più grandicello e la sorellina di poco più piccola, frequentano i primi anni della scuola elementare. La più piccola resta a casa o viene affidata a chi si presta ad ospitarla temporaneamente A tutti e due i genitori resta solo di raccogliere qualche elemosina nei pressi dei supermercati, davanti alle chiese, nelle piazze affollate e distratte. E’ il dramma corrente di molti altri nelle stesse condizioni che non esistono per le istituzioni finché non capita il fattaccio come è accaduto al supermercato Conad Montefeltro qualche tempo fa (9 novembre 2011). Il più delle volte sono persone volonterose, giovani che hanno un capitale di energia grandissima e che vorrebbero lavorare regolarmente o almeno avere i soldi per tornate al paese di origine. Capisco che situazioni del genere si moltiplicano continuamente ma questo non è una buona ragione per lasciare tali drammi senza risposta. In concreto le istituzioni che ognuno di voi frequenta o guida, debbono mettere in campo ogni mezzo per affiancare questi giovani a trovare una collocazione dignitosa per impiegare le energie di cui dispongono e contribuire così anche allo sviluppo della vita sociale. Non è né possibile né ragionevole far finta che problemi del genere non esistano quando invece li incontriamo brutalmente per ogni strada e va già bene se si tratta di persone che si limitano a chiedere l’obolo o la misera mercede in cambio di prodotti inservibili. Mi aspetto dalla Chiesa locale un risveglio realistico ed adulto per collaborare attivamente con ogni altra iniziativa a cominciare dalle istituzioni locali. Non mi si dica che già il Comune ha un ufficio dedicato . So della competenza del personale addetto e della dedizione degli operatori. Ma purtroppo c’è una evidente sproporzione tra la struttura e l’ampiezza non solo urbinate del problema. Tanto è vero che i soggetti di cui parlo neppure conoscono gli uffici del Comune né, il limitato numero di addetti, può contattare individualmente chi si trova nelle condizioni descritte. Non è il caso di pensare solo a tamponare emergenze che ugualmente vanno affrontate ma di stabilire una strategia di accoglienza che dia un posto credibile e dignitoso ai troppi ospiti costretti alla miserabile condizione dell’accattonaggio. Sono solo le istituzioni, lo ripeto, che possono guidare un riscatto sociale non solo dei più bisognosi ma anche di chi, pur avendo personali condizioni buone o accettabili, si sente talvolta in colpa per manifesta impotenza ad intervenire, qualche altro si sente infastidito, qualche altro ancora minacciato. Non ha senso dare una etichetta politica a questo problema dal momento che interpella la coscienza civile di chi si rifà ai valori della Costituzione italiana ma ancora di più di chi si riferisce a valori religiosi e soprattutto a quelli cristiani. Esisteva in Urbino dagli anni ’80 un eccellente centro di accoglienza che si occupava prevalentemente di una sorta di “randagismo” umano legato ai crocevia giovanili. Non era una soluzione totale ma era un luogo di fondata e sicura competenza, sperimentata a caro prezzo, con grande modestia e spirito di servizio, da tre fragili suore. La Curia di Urbino poco dopo il ventennale, ha smantellato l’istituzione. Oggi è il deserto almeno in questo settore pur senza essere ingenerosi verso la Caritas diocesana che mantiene gli impegni e diversi volontari. Ma c’è tanto lavoro ancora da fare insieme. Con la speranza di avvertire disponibilità e risposte porgo cordiali saluti. Urbino 28 nov 2011. Francesco Colocci

Postato da Andrea Annibale il 23/08/2012 11:45

Ognuno deve dare il proprio contributo alla Chiesa secondo Matteo, 25 ma, secondo me, in base agli specifici talenti e preparazione che possiede. In un colloquio a Fossano di circa un anno fa o anche più con Giovanni Ramonda, primo successore di don Oreste Benzi alla guida dell’associazione Papa Giovanni XXIII, mi proposi per il servizio di strada a favore di barboni, tossicodipendenti, prostitute eccetera ma fui ritenuto non adatto anche perché sono gravemente malato. Volevo solo dire che non ci si può improvvisare nell’aiutare questi soggetti ma bisogna avere un percorso di formazione. Punire chi fa l’elemosina indiscriminatamente mi pare incivile e disumano. Per chi volesse contribuire all’opera del defunto don Benzi, l’indirizzo internet è www.apg23.org. L’Associazione citata ha molte altre iniziative interessanti di solidarietà tra cui la rivista Sempre per restare aggiornati sui temi caldi e il raggio d’azione della medesima. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da DOR1955 il 23/08/2012 10:59

Reverendo Don Antonio; condivido. Specie quando scrive : "Nell’attenzione ai poveri i cristiani dovrebbero essere “maestri”". Sarà per questo che chi ci ha governato per molti anni, e anche coloro che ci governano attualmente, ai poveri, in senso generale, non pensano affatto? E viene pertanto naturale pensare che di Cristiano questi politicanti e pseudo-tecnici hanno ben poco, visti i dati reali. Anzi, diabolicamente, con le loro azioni stanno rendendo i poveri ancora più poveri e i ricchi ancora più ricchi. Per quanto riguarda il Vangelo concordo ancora di più; non solo Matteo 25 ma tutto, proprio tutto, dobbiamo leggerlo ma sopratutto VIVERLO. Altrimenti siamo solo ipocriti e falsi.

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Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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