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lug

Il sole eroe, sposo, atleta

Scuola di Raffaello. Storie della Genesi: creazione del sole e della luna. Vaticano, Logge
Scuola di Raffaello. Storie della Genesi: creazione del sole e della luna. Vaticano, Logge

"Sorge il sole da un'estremità del cielo, la sua orbita raggiunge l'altro estremo: nulla si sottrae al suo calore
(Salmo 19, 7)"

Tutto è immobile sotto un sole estivo incandescente; nelle distese desertiche non c’è riparo dal suo ardore, ma anche le case delle città sono avvolte dalla calura. Eppure il sole, sorgente di luce, è nello stesso tempo fonte di vita. Come si legge in un testo ebraico, un bambino chiede al maestro che cosa deve fare la persona giusta. La risposta è: «Il sole ha forse bisogno di fare qualcosa? Si leva, tramonta, riscalda l’anima facendola esultare. Il giusto deve solo imitarlo». Per tale via questo astro è divenuto nel Vicino Oriente non solo un segno divino, ma è stato identificato anche con la stessa divinità. Celebre è la riforma “monoteistica” del faraone Akhnaton (XIV secolo a.C.), incentrata sul dio solare Aton.

Noi ora contempliamo l’irraggiare della luce solare con gli occhi di un antico poeta biblico, l’autore del Salmo 19, dal quale abbiamo estratto un frammento che dipinge – secondo la concezione geocentrica di allora – l’orbita solare che percorre tutto l’arco del cielo, considerato in quei tempi come una calotta metallica, una cupola immensa (il “firmamento”). L’invito che rivolgiamo ai nostri lettori è, però, quello di seguire sulla loro Bibbia l’intera trama di questo inno, luminoso sia astronomicamente sia teologicamente. Infatti, in esso risplendono come due soli, l’uno fisico e l’altro spirituale.

Si comincia appunto con la raffigurazione del “luminare maggiore” (Genesi 1,16), il sole che risplende in cielo, che il Salmista dipinge come un eroe che, dopo essere uscito dal talamo nuziale ove ha trascorso la notte (le tenebre), inizia la sua trionfale corsa sull’orizzonte, rivelandosi simile a un atleta che non conosce soste e stanchezza. Tutto il nostro pianeta è avvolto dalla morsa della sua presenza ardente. Questa simbologia era nota anche in alcuni testi mesopotamici che invocavano così il dio Sole: «O Sole, guerriero e atleta, e tu, Notte, sua sposa, lanciate uno sguardo favorevole alle mie pie azioni».

Ma nell’inno biblico c’è qualcosa di più: il sole, che regola il ritmo del dì e della notte, non è contemplato solo con animo lirico. In esso, ma anche nel cielo, nel giorno e nella notte, si cela un messaggio segreto del loro Creatore. Un grande commentatore del Salterio, il tedesco Hermann Gunkel, scopriva nei primi versetti del Salmo «una musica silenziosa» che solo l’orecchio della fede riesce a cogliere: «I cieli narrano la gloria di Dio, il firmamento annunzia l’opera delle sue mani. Il giorno al giorno ne affida il messaggio e la notte alla notte ne trasmette notizia, senza discorsi, senza parole, senza che si oda alcun suono. Eppure la loro voce si espande per tutta la terra…».

Così si procede fino al versetto 7, il passo da noi citato. Da lì in avanti, invece, appare un altro sole, quello spirituale della Legge divina, della parola sacra che è nella Bibbia, la Torah, descritta appunto con attributi solari: «I Comandamenti del Signore sono radiosi, illuminano gli occhi. La parola del Signore è chiara... Anche il tuo servo ne è illuminato». Come il sole fisico illumina col suo fulgore l’universo, così Dio illumina l’umanità con lo sfolgorare della sua parola. L’orizzonte naturale ha come fonte di luce l’astro solare; la Legge divina è la grande lampada che dà luce all’orizzonte morale. La voce della natura, come si è visto, era silenziosa; quella della parola di Dio è invece squillante, rallegra il cuore e illumina gli occhi dello spirito.

Pubblicato il 21 luglio 2011 - Commenti (1)

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Postato da Teresi Giovanni il 23/07/2011 10:35

Dio si è rivelato con una doppia testimonianza: la prima è quella della sua creazione (vers. 1 a 6), il cui linguaggio è silenzioso. Fa conoscere fino agli estremi termini del mondo la sua potenza e la sua sapienza (Atti 14:17). Pensiamo all’alternarsi necessario dei giorni e delle notti. La corsa regolare e benefica del sole, che versa su tutta la creazione luce e calore, è una prova costante della bontà di Dio verso tutte le sue creature (Salmo 136:8; Matteo 5:45). La seconda testimonianza è quella della Parola (vers. 7 a 11). Santa, giusta e buona. Che prova l’uomo nel silenzio del deserto di fronte la calura del sole e quando il sole tramonta? Le sensazioni, le paure, il senso della solitudine, la percezione della potenza Divina, l’immensità dell’universo e la piccolezza dell’essere le ho volute esprimere in questa mia lirica : Luci nel deserto Quando il caldo s’espande/dalle dune di gialla sabbia/e lo scirocco infuria turbinoso/ tra le polverose nuvole,/tutto è in preda alla solitudine./Un’improvvisa tempesta sposta le dune,/non si vede l’orizzonte,/la terra gira eguale su se stessa./ Delle sagome s’intravedono …/sono spinosi cactus/con delle lunghe braccia/protese in alto a chiedere aiuto,/a indicare l’onnipotenza,/a segnare l’unica presenza. Il vento sovrasta la natura/nel silenzio del deserto./Allora l’anima si fonde/con le radici del dubbio al solitario paesaggio./Visione non è certa/d’altro essere alla tremula aria/ trafitta dai raggi del sole./Quando a sera l’unica/calda guida tramonta e scompare,/ subito il freddo invade/le ondulate montagne,/le stanche membra.../La sola via che s’apre agli occhi è il cielo stellato./Allora l’anima si leva/ al tappeto ricamato/cercando nelle luci del deserto la verità/e la via.
Giovanni Teresi

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Gianfranco Ravasi

Gianfranco Ravasi

Gianfranco Ravasi è un cardinale, arcivescovo cattolico e biblista italiano, teologo, ebraista ed archeologo.
Dal 2007 è presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa e presidente della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.

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