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feb

Io, Suora, in piazza, il 13 febbraio 2011

Dopo il mio intervento in Piazza del Popolo, domenica scorsa, molte persone si sono domandate e me lo hanno anche scritto, perché io, suora e missionaria, sono scesa in piazza di fronte a migliaia di persone per condividere una riflessione sulla dignità della donna. La mia risposta è stata per tutti la stessa: offrire un segno concreto di vicinanza alla donna, in modo dignitoso e direi davvero profetico, per dare voce a diverse centinaia di religiose che ogni giorno operano silenziosamente e gratuitamente con amore, coraggio e determinazione per ridare vita e speranza a tante donne comprate, vendute e sfruttate. Donne la cui dignità e identità è stata violentata e umiliata.
Donne che mai avrebbero potuto far sentire la loro voce, perché ridotte in schiavitù e quindi senza volto, senza nome, senza diritti e libertà. Ero lì per dire “basta” alla mercificazione del corpo della donna e a questa enorme ipocrisia di chi non vede o non vuol vedere.

Molti - e specialmente i media - continuano a chiedermi come mi sono sentita in quella enorme piazza e come ho vissuta questa esperienza, una prima assoluta per una religiosa in un contesto eminentemente laico. Di fronte a quella folla di donne di diverse posizioni ed estrazione sociale, mi sono sentita una formichina che il Signore voleva usare per farne la voce del vasto mondo delle religiose, che in Italia sono ancora più di ottantamila, e per chiedere a tutti rispetto e dignità per la donna. Ero ben cosciente che potevamo correre il rischio di essere strumentalizzate, mal interpretate e anche condannate da chi non vuole cogliere il messaggio semplice, schietto e genuino che vogliamo condividere. Infatti, non sono mancate alcune critiche da parte di chi ritiene inopportuno vedere delle suore in mezzo alla folla, preoccupati di non mischiare il “sacro con il profano”, e dimenticando che laddove si tratta della dignità della persona umana, creata a immagine di Dio, c’è solo il “sacro”. Il profano esiste solo quando noi profaniamo e deturpiamo questa stessa immagine per interessi e opportunismo. Ho ricevuto pure tanti messaggi di apprezzamento e incoraggiamento, oltre che di stupore per il coraggio e la determinazione nel far emergere una riflessione sul valore e la bellezza vera della donna, portatrice di valori veri, autentici e umani: armonia, vita, amore e speranza per una convivenza basata sul rispetto reciproco e sul riconoscimento di ruoli diversi ma complementari.

Pubblicato il 18 febbraio 2011 - Commenti (9)

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Postato da Mykros il 24/02/2011 09:27

Non mi sogno nemmeno di dire che la suora in questione sia "comunista". Avrei però voluto vedere cosa sarebbe accaduto se avesse parlato, con altrettanta chiarezza, contro la sciagurata Legge 194, la legalizzazione delle coppie gay e lesbiche, l'omicidio di Eluana Englaro e via dicendo... allora sarebbe stata accusata di "ingerenze" come il card. Bagnasco ed altri!!!

Postato da Luisa 58 il 20/02/2011 18:09

Ero anch'io in piazza domenica 13 febbraio, in un paese piccolo, non nella bella piazza di Roma, ma è stata ugualmente una bella esperienza, positiva, di uomini e donne che non hanno gridatao "contro" ma che erano presenti e parlavano "per". Ho poi sentito alla tv la testimonianza che suor Eugenia ha portato e la voglio proprio ringraziare perchè è una voce profetica. Grazie suor Eugenia per la sua opera, grazie perchè contribuisce a tenere alta la dignità della donna e dell'umanità intera. Grazie anche alle sue sorelle e a tutti coloro che lavorano per creare un mondo più giusto e più buono.
Luisa

Postato da Piermario il 20/02/2011 13:52

A mio avviso sarebbe stato opportuno che il Cardinal Bagnasco avesse fatto trascrivere in pergamena il testo che Suor Eugenia a letto in Piazza del Popolo a Roma domenica 13 febbraio e l'avesse consegnato a Berlusconi nell'incontro "istituzionale" in commemorazione dell'anniversario del Concordato... Non ci vedo niente di sovversivo invitare un sedicente "cattolico" a leggere un testo di una Suora. Credo che il Papa Giovanni XXIII con aria ingenua l'avrebbe fatto...Certamente il Premier, con il solito sorriso, avrebbe accettato e promesso di tenerne conto, perchè "i rapporti con la Chiesa vanno benissimo"...

Postato da Corrado.vada il 19/02/2011 23:09

E' sempre bello leggere parole fresche, vere, reali. Grazie sorella.

Postato da folgore il 19/02/2011 22:36

E se una suora fosse intervenuta che so ad una manifestazione della Lega Nord o del PDL cosa sarebbe avvenuto? Non oso neanche immaginarlo! E se la stessa suora avesse detto parole chiare e ferme contro la legge 194/1978 non si sarebbe parlato di ingerenza?

Postato da Andrea Annibale il 19/02/2011 02:19

Dove c’è la verità, in qualunque campo del pensiero e del sapere umano, ci deve essere necessariamente anche il cristiano, in quanto siamo consacrati alla verità (Giovanni, 17, 19). Mi pare che suor Eugenia Bonetti sia la testimone vivente di quello che potremmo dire un femminismo cristiano, lontano dai luoghi comuni e dagli estremismi di maniera. Ho parlato in precedenza di un innesto critico del femminismo nel cristianesimo, nel senso che tale operazione di innesto va argomentata e costruita seriamente. Suor Eugenia non fa un discorso teorico, ma rappresenta ella stessa questa sorta di femminismo evangelico. I concetti cardine di questo femminismo mi pare siano l’accettazione piena della donna nel suo ruolo sacro di madre, la valorizzazione dei suoi talenti specifici, l’esempio perfetto e paradigmatico che Cristo ci ha lasciato di agape per molte donne. Il Vangelo dice che Gesù stava “sottomesso” a Maria (Luca, 2, 51) e a Giuseppe. Un uomo per di più Dio che sta sottomesso ad una donna! Questo è un esempio di umiltà e di rispetto che dobbiamo tutti seguire nel rapporto con le nostre madri! Il cristianesimo deve veramente elaborare ed inglobare il meglio del pensiero umano, e quindi anche il meglio del femminismo. Famiglia Cristiana come in molti campi si fa pioniere di questo esperimento. Voglio anche porre in luce quale lungimiranza hanno avuto don Sciortino e collaboratori nel dare spazio a tanti temi innovativi e culturalmente rivoluzionari ad imitazione di Gesù che è stato il primo archetipo del rivoluzionario non come messia politico ma dei concetti, del cuore e dell’agape stessa. In conclusione, con questo blog e con altri interventi pubblicati in precedenza, si inaugura, a mio avviso, una sorta di ecumenismo, nel senso più lato del termine come da me usato, tra cristiane e donne femministe, molte delle quali non sono credenti ma alcune lo sono; quindi mi riallaccio all’esperienza del Cortile dei Gentili perché il cristiano sia aperto al dialogo su tutto e con tutti. Ciao.

Postato da brunoi il 18/02/2011 22:19

Mozart, la gerarchia ha detto quello che doveva dire e l'ha detto a chiare lettere. Certo qualcuno avrebbe voluto una scomunica pubblica per Berlusconi, magari sono gli stessi che in altre occasioni hanno accusato la Chiesa di ingerenze.

Postato da 55ENNE il 18/02/2011 17:49

Finalmente un fulgido esempio di testimonianza evangelica nel sociale. Resistiamo alla plutocrazia mediatica immorale con queste testimonianze di vera Resistenza sociale per Ricostruire questa Repubblica nella Amore e nella Verità. " Eugenia for President!!"

Postato da Mozart il 18/02/2011 14:49

Questa è Chiesa: ciò che la gerarchia fatica a dire viene detto chiaramente da una "semplice" suora. E non mi si venga a dire che è comunista ...

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Autore del blog

Noi donne oggi

Suor Eugenia Bonetti

Missionaria della Consolata, è stata per 24 anni in Kenya. Al ritorno comincia a lavorare in un Centro d’ascolto e accoglienza della Caritas di Torino, con donne immigrate, molte delle quali nigeriane, vittime di tratta. Dal 2000 è responsabile dell’Ufficio tratta dell’Unione superiori maggiori italiane (Usmi). Coordina una rete di 250 suore di 70 diverse congregazioni, che operano in più di cento case di accoglienza. Il presidente Ciampi l’ha nominata nel 2004 Commendatore della Repubblica italiana.
Ha scritto con Anna Pozzi il libro "Schiave" (Edizioni San Paolo).

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