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L'Italia degli xenofobi
«E se hai la pelle nera, amico guardati la schiena,
io son stato marocchino, me l’han detto da
bambino, viva, viva il Senegal...». Così cantava Pino
Daniele, nel suo pezzo O’ scarrafone. E continuava:
«Questa Lega è una vergogna, noi crediamo alla
cicogna, e corriamo da mammà...».
Non le scrivo per
lodare un cantautore napoletano, ma perché questa
canzone, composta in tempi “non sospetti”, era
premonitrice di una realtà disarmante, che mi fa
vivere e lavorare in una città dove si spara ai “negri”.
Proprio così. Il “pazzo” di Pistoia aveva un obiettivo
preciso: i “negri” che lavorano a Firenze.
Ebbene, Mor e Modou non potranno mai
più “correre da mammà”, perché sono
morti. Certo, uccisi per mano di un pazzo.
Ma i discorsi del bar, il giorno dopo,
sono del tono: «Quante storie per
un matto!». Si tende a minimizzare.
Negli ultimi dieci anni, abbiamo sentito
parlare solo di respingimenti, espulsioni,
tram per soli stranieri, classi ghetto nelle scuole.
Siamo diventati razzisti?
Antonio - Firenze
Derubricare l’omicidio dei due senegalesi, venditori
ambulanti in un mercato di Firenze, come l’opera di un
pazzo è voler sfuggire alla realtà. E ignorare che per
anni si è fatta una becera propaganda contro le persone
di colore. Con una forza politica che ha lucrato consensi
sulla paura dello straniero. E ha preso una serie
di provvedimenti dalla fantasia contorta. Come, un
esempio tra tanti, togliere l’acqua dalle fontane pubbliche
per impedire che ne facciamo uso gli immigrati. Clima
xenofobo, sfociato spesso in razzismo. Purtroppo,
con il complice silenzio di chi avrebbe dovuto alzare la
voce e non l’ha fatto. Avallando così una progressiva
degenerazione civile ed etica del Paese.
Pubblicato il 05 gennaio 2012 - Commenti (28)