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L’Italia è già un Paese multiculturale

Ho apprezzato moltissimo il suo recente intervento a Palazzo Ducale di Genova sulla clandestinità. Le sue parole sono state giuste, pienamente condivisibili. Sono d’accordo con lei. Purtroppo, tanti italiani fanno ancora fatica ad accettare una società multietnica e multiculturale. Ma questa, ormai, è una realtà. È inutile nascondere l’evidenza!
I movimenti migratori sono una notevole fonte di ricchezza economica e culturale. Gli stranieri contribuiscono ad accrescere la ricchezza nazionale, sebbene noi gli neghiamo i diritti.

A quanti ritengono che clandestino sia sinonimo di delinquente, voglio ricordare il nostro passato di emigranti, quando all’estero eravamo noti solo come malavitosi e mafiosi. Non accusiamo gli stranieri della delinquenza nel Paese, quando in Italia intere regioni sono in mano alla criminalità organizzata. Dobbiamo mirare a costruire una società più giusta e umana. Dove tutti si sentano fratelli.

Lettera firmata

La “politica dello struzzo” non rende. Ignorare che l’Italia è già, nei fatti, un Paese multiculturale, multietnico e multireligioso, vuol dire non governare il fenomeno migratorio. O, più concretamente, la presenza di cinque milioni di stranieri sul nostro territorio.
Certo, sono una “scomodità”, come ricorda il direttore della Caritas nazionale, don Vittorio Nozza. Ma se sono ben gestiti (nella sicurezza, nella legalità ma anche nell’accoglienza) si trasformano subito in una grande risorsa. E il Paese, oggi, non può più farne a meno. Sulla paura, sugli egoismi e le chiusure non si costruisce un futuro di crescita.

Pubblicato il 22 giugno 2011 - Commenti (7)

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Postato da Franco Salis il 29/06/2011 09:01

Ipotizzando la tua buona fede,la tua domanda merita risposta,anche se devo dire di averla già data in precedenza.La tua espressione. E anche per gli “immigrati se sono irregolari sono tali e basta” Il significato che tu attribuisci può essere quello indicato dal tuo successivo post del 28.06.2011 ore 15,30. Ma chi legge può attribuire il significato “connotativo”, giustificato dai tuoi tuoni e fulmini in altri post contro i “clandestini”,nonché dalla espressione da te riportata in apertura(23.06.11 ore 00,14) a cui fai riferimento. Il significato “connotativo” è caratterizzato da forte disprezzo per i clandestini. Non ho la pretesa di esprimere una interpretazione oggettiva,ma semplicemente la mia interpretazione. Qui fa un caldo… “clandestino”,infatti l’alta pressione proviene dall’Africa!Ciao

Postato da folgore il 28/06/2011 15:30

E per rispettare tutte queste organizzazioni e leggi come devo chiamarli? Chi non è in regola col titolo (permesso di soggiorno, etc.) per dimorare in un Paese come lo devo chiamare? Un esempio: "Arrestati dalla Polizia di Stato cittadini stranieri irregolari." (da http://questure.poliziadistato.it/Crotone/articolo-6-683-10277-1.htm). Anche la Polizia di Stato sbaglia? O un altro esempio dal sito della Radio Vaticana: "In Italia la stima degli immigrati irregolari dovrebbe...." (tratto da http://storico.radiovaticana.org/it1/storico/2009-08/308739_un_milione_gli_immigrati_irregolari_in_italia_secondo_caritas.html). Io ho detto che chi è irregolare è, se non ha compiuto reati come ad esempio spaccio etc., irregolare e basta e va trattato come tale. Dove sarebbe l'errore da scomodare addirittura il Vaticano II°?

Postato da Franco Salis il 27/06/2011 20:47

Caro folgore,ti assicuro che ti ho letto,non sei forse tu che protestavi perché Wikipedia non è abbastanza credibile e che quindi sono necessari riferimenti più autorevoli? E quando affermi "anche per gli immigrati se sono irregolari sono tali e basta",non stai violando direttive europee leggi internazionali,costituzione repubblicana,indicazioni del Vat II,hai infranto mezzo mondo per proteggere il veneto! Ciao.

Postato da folgore il 27/06/2011 00:08

Caro Salis, vorresti leggere i miei interventi prima di commentarli?

Postato da Enzo52 il 26/06/2011 12:07

Anch’io voglio soffermarmi sulla parola “scomodità” e dirle grazie don Sciortino per averla menzionata, perché mi ha fatto ricordare l’invito rivolto da Gesù al giovane ricco che aveva assolto a tutti i comandamenti ma quando Gesù gli dice di donare tutto ciò che possiede ai poveri e poi seguirlo, abbassa mestamente le testa e va via! Non è forse questa la nostra “scomodità”? la paura di cedere anche un minimo di superfluo, fosse il nostro tempo, lo spazio che occupiamo, il danaro, insomma qualunque cosa che è nostra o che riteniamo tale, guai a chi non solo potrebbe toccarla ma addirittura con la sola presenza potrebbe e dico potrebbe un domani “condizionare” le ragioni che oggi ci fanno essere quello che siamo! (per questo non potrei mai essere leghista) Perciò don Sciortino grazie ancora.

Postato da Franco Salis il 23/06/2011 14:00

Mi soffermo un attimo sulla parola “scomodità”,perché leggo in questa parola un profondo senso di onestà intellettuale. Con questa parola Don Sciortino,secondo mia lettura, esce dal coro di coloro che affermano che in fondo il “diverso” lo straniero non disturba. E no disturba e come. Il punto è vedere come rispondere a questo “disturbo” e finalizzarlo ad una società più giusta e non classista. Fatta questa premessa, mi permetto di dubitare che “l’Italia sia già un Paese multiculturale.” La presenza di cinque milioni di stranieri (io ero fermo a cifre più contenute) nel suolo del nostro Paese non significa “un Paese multiculturale, multietnico e multireligioso”. E questo finché ci saranno aggregazioni di etnie varie che vivono per proprio conto separate dal resto della città” fintanto che non c’è scambio continuo che non può avvenire solo nel mondo del lavoro,non si può parlare di multietnico, ma solo di presenza stranieri. Solo quando questi saranno integrati,si sentiranno cioè italiani solo allora si può parlare di un Paese multiculturale, multietnico e multireligioso . Suggerisco la lettura di CLISTENE,anche su Wikipedia ,chiedendo l’autorizzazione a folgore, qualcuno (Clistene appunto) si era posto il problema dell’integrazione delle varie classi sociali di Atene e aveva fatto leggi per rendere operativa la soluzione del problema. Pensate 500 anni prima di Cristo.

Postato da folgore il 23/06/2011 00:14

"A quanti ritengono che clandestino sia sinonimo di delinquente, voglio ricordare il nostro passato di emigranti, quando all’estero eravamo noti solo come malavitosi e mafiosi." Solo una parte era vista, a torto o ragione poi è altra discussione, così. Non facciamo sempre di un'erba un fascio. E anche per gli immigrati se sono irregolari sono tali e basta.

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Don Sciortino risponde

Don Sciortino

Don Antonio Sciortino è il direttore responsabile di Famiglia Cristiana. In questo blog affronterà le tematiche riguardanti la famiglia e le questioni sociali, dalla disoccupazione, all'immigrazione all’impegno dei cristiani.

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