“Com’è andata la pagella di tuo figlio?”
“Bene, grazie. Molto bene. Siamo davvero… davvero soddisfatti. E quella del tuo?
“Bene, grazie. Anche lui è stato bravo”
…Nessuna traccia di superlativi… minimo non ha un dieci, forse neanche un nove.
Il pensiero corre veloce. Ci si sente impacciati quando tra le mani abbiamo quel pezzo di carta che racconta nostro figlio con dei numeri. Arriviamo dalle insegnanti o dai professori pieni di attese, vorremmo sapere tutto. Cerchiamo di intuire, dalle poche parole che accompagnano la consegna della pagella, l’idea che hanno dei nostri figli. Vogliono bene ai nostri ragazzi? Li apprezzano?
La scuola è una grande occasione per appassionarsi al sapere. Percepirsi inadeguati zavorra il viaggio della crescita.
Io ricordo un professore di italiano: quando spiegava, gli si sporcavano di bianco gli angoli della bocca; erano per me i segni della sua passione, della foga con cui ci raccontava le storie. Lui mi ha fatto sentire per la prima volta originale.
Se penso ai miei figli spero non trovino mai educatori indifferenti. Per il resto i voti sono solo numeri.
Pensando agli educatori che animano le nostre scuole darei:
1 a quelli che fanno sentire qualcuno uno zero;
2 a quelli che conoscono solo il pronome personale IO;
3 a quelli per cui l’orario di lavoro è solo un conto alla rovescia;
4 a quelli per cui insegnare è un ripiego
5 a quelli per cui potrei non diverrà mai posso;
6 a quelli che ci provano;
7 a quelli per cui ogni ragazzo è una potenza;
8 a tutti quelli che sognano l’alfabeto e si svegliano col sorriso;
9 a quelli che amano l’intervallo e le gite;
10 a quelli che regalano le ali.
Condividete nel blog la vostra esperienza con il mondo della scuola, sia come genitori che come alunni e, se ne avete voglia, divertitevi a creare la vostra pagella. Buona settimana a tutti.
Pubblicato il 07 luglio 2010 - Commenti (2)