Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
23
mag

Ho paura del terremoto

“Mamma, ma gli zii abitano vicini a dove c’è stato il terremoto?”
“Sì, a circa trenta chilometri”.
“Hanno sentito le scosse?”
“Sì, mi hanno raccontato che cadevano i libri dagli scaffali, si sono svegliati nel cuore della notte, sono usciti sul balcone. Tutti quelli del palazzo erano fuori per capire cosa stava succedendo. Erano molto spaventati. Poi tutto è passato e da loro non ci sono stati danni”.
“Sono riusciti a dormire?”
“Insomma… erano terrorizzati”.
“Ma qui da noi può venire il terremoto?”
“La nostra non è una zona sismica. Non dovrebbe…”
“E le bombe? Ho sentito alla radio… ne hanno messa una fuori da scuola… Melissa è morta, le sue amiche piangevano…”
“È stato un fine settimana drammatico, sono successe cose molto tristi”.
“Posso dormire con voi nel lettone?”

Tanti bambini e ragazzi hanno vissuto in prima persona questi eventi sconvolgenti. Molti di più ne hanno sentito parlare in tv o alla radio. In tutti è cresciuta nel cuore una grande paura per l’imprevedibile, il terrore di trovarsi in una situazione di pericolo nella quale la vita è messa a  rischio. Questo fa molta paura a chi sta crescendo. Di fronte a queste incertezze noi genitori siamo i primi interlocutori, a noi chiedono forza e coraggio, nei nostri occhi cercano una risposta rassicurante alle loro paure. Ma quale verità possiamo regalare per farli crescere tenendo viva la speranza? In questi giorni il primo pensiero va a tutti quei genitori che hanno dovuto difendere la speranza dalle forti scosse che hanno colpito alcune città dell’Emilia, al loro abbraccio saldo, alla gambe che hanno corso per mettere tutti in sicurezza, agli occhi che hanno incoraggiato, alla bocca che ha spiegato, tranquillizzato. Una mamma e un papà pagano un prezzo aggiuntivo di fronte all’emergenza: la responsabilità di difendere la vita di chi è più debole. In quell’istante un padre o una madre fanno sentire la loro presenza, rischiano tutto per salvare. A questi figli resta il terrore del terremoto mischiato al ricordo della prova d’amore dei loro genitori.  L’imprevedibile fa paura a tutti grandi e piccoli e non ci sono risposte semplici. Ci sono risposte che assomigliano a un grande albero, che parte da terra e sfiora il cielo. Risposte all’insù, che fanno alzare lo sguardo in cerca di qualcuno più grande di noi, a cui chiedere conto o a cui affidarsi. Parole che parlano di Dio, o almeno ci provano. E poi ci sono risposte che sfiorano terra, orizzontali come due braccia spalancate che ti corrono incontro, che ti accolgono, come un girotondo di bambini.

Ai nostri ragazzi possiamo regalare queste due risposte. Una verticale: misteriosa, eterna, che nessun terremoto può ferire e che, per chi ha fede, diventa concreta e presente. Un luogo dove portare tutte le paure e le domande e cercare conforto. Una orizzontale: fatta di materia, prossima, che si può toccare, dove ognuno di noi può fare qualcosa per chi si trova in difficoltà. Perché i terremoti nella vita non finiscono mai e hanno mille facce e ogni volta c’è bisogno di un volto amico che ti incoraggia, di una mamma che ti stringe, di un papà che ti protegge, di un biglietto con disegnato un cuore grande. Questa tensione verso chi è in difficoltà ci aiuta ad affrontare il senso di impotenza di fronte all’imprevedibile, a non sentirci solo in balia degli eventi. Ai bambini fa molto bene provare a rendersi utile, fosse anche solo fare un disegno da spedire a chi da giorni dorme in auto per il terremoto. Gesti concreti che annullano le distanze e aiutano a dare parola alle emozioni. Mi piace pensare a queste due risposte come al modo più semplice per parlare del segno di croce ai miei figli: una mano che dall’altro va verso il basso e poi, la stessa mano, che va da destra a sinistra, verso che ci è prossimo.

I vostri figli che domande vi hanno fatto? Che parole e gesti avete condiviso in casa vostra? E probabile che, tra chi legge, qualcuno abbia vissuto in prima persona la paura del terremoto o qualche altro evento drammatico. Come siete riusciti a proteggere e confortare i vostri figli? Che paure sono rimaste nei vostri e nei loro cuori?
Un caro saluto a tutti.

Pubblicato il 23 maggio 2012 - Commenti (2)
11
mag

Festa della mamma

Festa della mamma

La mia mamma


La moda non è il suo sogno,
vestiti eleganti solo per il suo matrimonio.
Non si mette mai il trucco,
labbra rosa per il succo.
A volte sbircio nel suo armadio,
meglio stare a sentire la radio.
Lei dice: “Via video game!”.
Non tutti diciamo: “Va bene, ok”.
Propone: “Facciamo il girotondo!”
Jacopo risponde: “Qui è un altro mondo”.
Di cibi non è una buona gustaia
Che piacciono a me ne fa solo due paia.
Come stilista non è un portento
Ma di certo è una mamma al cento per cento.
Io con lei molto gioco
Una mamma così non è da poco!
Il suo nome è Barbara, così si chiama
Più di me nessuno la ama!

Alice (8 anni)


Certe sorprese riescono proprio bene. Mia figlia è uscita da scuola con una pergamena e un fiore di carta. Da giorni si tratteneva dal dirmi quello che bolliva in pentola, e oggi la consegna ufficiale: una filastrocca che me le suona di santa ragione, una poesia che mi fa sentire speciale. E voi? Che auguri avete ricevuto dai vostri figli? Quali sono state le parole e i gesti che più vi hanno emozionato? Quali festeggiamenti avreste voluto ricevere e invece non sono arrivati? Condividete nel blog i vostri auguri… io intanto mi metto ai fornelli a cucinare i due paia di cibi che piacciono ad Alice… se li è meritati!

Pubblicato il 11 maggio 2012 - Commenti (0)
07
mag

Avventure all'aria aperta

Raccogliere piante spontanee commestibili può essere una semplice idee molto coinvolgente per tutta la famiglia.

Ortiche. Questa è la stagione delle ortiche. I bambini ne hanno il terrore e le mamme sanno cosa vuol dire consolare chi ne è venuto per sbaglio a contatto. Questa pianta però nasconde molte proprietà e sfidare le sue foglie può essere un’avventura intrigante per tutta la famiglia. Essa è infatti una delle piante con più proprietà medicinali. Inoltre si presta alla preparazione di molte ricette che lasceranno i vostri bambini increduli.

L’ortica cresce in grande quantità ai cigli delle strade e dei sentieri.
Scegliete un luogo dove raccoglierla evitando le aiuole frequentate dai cani e le strade trafficate. Per chi abita in una grande città può essere utile programmare una gita in campagna.
Munitevi tutti di guanti da giardinaggio o per i più piccoli possono andare bene anche i guanti da neve.
Indossate pantaloni lunghi e una felpa che copra le braccia e raccogliete le piante tagliando il gambo a una decina di centimetri da terra.
Ponete le piante in un cesto o in un sacchetto.
Dopo 12 ore dalla raccolta le piante perdono il loro potere urticante. Conservatele al fresco e poi fatevi aiutare dai bambini nel preparare gustose ricette: risotto alle ortiche, frittata di ortiche, torte salate… il più coraggioso potrà addentare per primo il gustoso manicaretto.

Asparagi selvatici. Quando ero bambina mia nonna mi portava spesso a raccogliere queste piante lungo il bordo della ferrovia. Io ero molto attenta nel cercare gli asparagi e quando me ne capitava in mano uno particolarmente grosso ero felicissima. Ricordo ancora lo squisito sapere della frittata che mia nonna mi preparava una volta tornate a casa. Ho portato più volte i miei figli a raccoglierli e anche loro sono stati entusiasti dell’esperienza. Di fronte alla frittata però solo 2 su 4 hanno mostrato apprezzamenti, gli altri si sono rifiutati di assaggiarla. Magari prima o poi si lasciano tentare!

E voi, cosa raccogliete quando fate un giro in campagna o nei boschi coi vostri figli? Avete ricordi particolarmente cari di esperienze di ricerche fatte quando eravate bambini? Ricette di cui conservate ancora il sapore? Buona settimana a tutti.

E buona festa delle mamma!

Pubblicato il 07 maggio 2012 - Commenti (0)
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