Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
24
ago

MENÙ BAMBINI = cibo fritto

In montagna, per la prima volta, tutti i nostri figli sono in grado di prendersi da mangiare da soli. Io e mio marito ci sediamo a tavola commossi da questa consapevolezza e ci prepariamo a gustare le prelibatezze della cucina trentina. Per gli adulti leggiamo le proposte dello chef, tutte molto curate e ricche di sapori diversi. I bambini hanno a disposizione un piccolo buffet.

“Mamma, mamma, ci sono quelle che fai anche tu”.
“Ah sì? Cosa tesoro, fammi vedere”.
“Le crocchette di patate… assaggia come sono buone… queste non soffocano”.
“Certo amore, queste sono fritte, la mamma le fa al forno”.
“Per questo ne ho prese così tante!”

Ogni sera entriamo al ristorante e i bambini si precipitano ad aprire le campane d’acciaio che nascondono le specialità preparate per loro dallo chef: i primi: in genere variano tra l’immancabile pasta servita con diversi sughi (carbonara, panna e prosciutto, pesto, etc.), lasagne, ravioli, gnocchi, pizza, etc. i secondi:  bistecca impanata fritta, bocconcino di pollo fritti, bastoncini di pesce fritto, alette di pollo fritte o arrosto, wusterl (ho scoperto su internet che quelli di pollo sono preparati con la carne separata meccanicamente e cioè con una poltiglia rosa ottenuta con la spremitura delle carcasse dei polli, e io che mi illudevo fossero meglio di quelli di suino), hamburger, bocconcini di mozzarella fritti, sofficini fritti, panzerotti fritti, etc. i contorni  patatine fritte, crocchette di patate fritte, patate arrosto. A fianco di ciò spesso si trovano anche  carotine bollite o fagiolini che restano lì in bella mostra a variare i colori della tavola.

La riflessione sul tema mi sembra molto interessante. Io vedo arrivare al tavolo i miei bambini felici come non mai coi loro piatti zeppi delle cose che sono state preparate per loro….
“Certo mamma che qui fanno davvero bene da mangiare, altro che te!”
Potrei dire che una volta all’anno posso chiudere gli occhi e soprattutto la bocca, non rovinare quel momento meraviglioso in cui tutti sono felici e con la bocca piena. E di fatti ci provo. Penso che sostenere un’alimentazione sana coi bambini sia una battaglia impegnativa: serve una rivoluzione allargata, serve che gli adulti si alleino per orientare i gusti alimentari di chi sta crescendo. Non può essere il mercato a scegliere cosa ai nostri figli fa bene mangiare.

Che i campioni olimpici ci dicano che le merendine sono la miglior colazione o merenda per i nostri figli è una colossale menzogna.
Che la bevanda più famosa nel mondo si presenti negli spot offrendosi come l’ingrediente che permette di realizzare la formula della felicità ovvero: “un piacere che tutti possono scoprire a tavola, ogni giorno!” per me è davvero un affronto, soprattutto in questo momento storico in cui tutti i paesi occidentali stanno combattendo per ridurre l’epidemia da obesità e diabete tipo 2 della giovani generazioni. È poi c’è la crisi che non aiuta. Portare fuori a cena i bambini è una sfida al portafoglio e i menù bambini sono un valido aiuto. La soluzione più economica però impone scelte alimentari di sicuro successo per i bambini ma che rinforzano il legame bambino – cibo fritto e/o di bassa qualità. Hot dog – hamburger – bastoncini di pollo impanati + patatina + un dolce. E in alcuni casi anche una sorpresina!

“Mamma, sempre la pasta integrale?”
“Ma se non la mangiate da due mesi!”
“Dici poco? I miei amici non l’hanno mai neanche vista!”

La sfida è dura ma la battaglia va combattuta. Io credo che la svolta sia quella di trovare cibo di qualità che soddisfa i palati di adulti e bambini. Niente però può purtroppo competere con un vassoio di patatine fritte e bocconcini di pollo. L’alternativa, per essere considerata tale, ha bisogno di un territorio neutro e  di un tempo per sperimentare e conoscere nuovi sapori. I grandi chef devono prendersi a cuore questa missione: far appassionare i bambini al cibo che fa bene. Io sto ai fornelli diverse ore al giorno tutti i giorni e per i miei figli sono una che in cucina se la cava piuttosto maluccio. Per fortuna c’è mio marito che mi aiuta a tenere alta la mia autostima di cuoca. E a casa vostra le cose come vanno?

Cosa ne pensate di questo argomento? Raccontatemi  le vostre esperienze. Un caro saluto a tutti.

Pubblicato il 24 agosto 2012 - Commenti (4)
09
ago

Montagna: come convincere i figli a camminare?

È tempo di vacanza e figli a casa, di passatempi e gite da organizzare. La montagna è un luogo ideale per stimolare i bambini alla fatica e i genitori alla creatività: “Come convincere mio figlio a camminare?”

C. (quasi 4 anni) dopo due minuti di passeggiata: “Sono stanca!” e si accuccia a terra. Non è facile farla rialzare. Gli altri figli approfittano della pausa per stravaccarsi a terra e bivaccare.


Mi hanno raccontato di un papà capace di accompagnare il figlio di 6 anni verso vette molto impegnative: ghiacciai, rifugi di alta quota. Il piccolo non smette mai di avanzare a condizione di essere l’ultimo della fila con il papà che gli racconta storie. Metri, minuti, ore di parole che gli danno energia.

Fossi una casa editrice andrei a conoscere questo novelliere infaticabile.

Raccontare storie è una bellissima idea ma serve fiato (soprattutto se si sale) e fantasia… non tutti possono farcela. Ecco qui altre semplici idee:

  • giochi fisici e giochi pratici (questo è il nome che hanno inventato i nostri figli) è una sfida in movimento (adatto quando ci sono più bambini) che permette di avanzare con alcune tappe di gioco in sosta. I giochi possono essere fatti a squadre o individuali.
    Es. di giochi mentre si avanza: Trovare almeno 3 canzoni con la parola … MARE o AMICO o AMORE, etc…; finire la frase in rima: es. “Siam venuti fin qui in montagna noi bambini…”; inventare una storia di un minuto con inizio-svolgimento-fine (lasciare 10 minuti per pensarla e intanto si cammina); trovare la parola misteriosa: si dicono due parole e l’iniziale della parola misteriosa che sta in mezzo perché collegata ai termini che la precedono e la seguono. Es. cane - O - buco (cane – osso – buco), pala – N – bianca (pala – neve – bianca), sirene – U – viaggi (sirene – Ulisse – viaggi); trovare dieci tipi di foglie diverse; etc.
    Esempi di giochi per la sosta: mettere in pila uno sopra l’altro dieci sassi; costruire una scultura a tema coi materiali della natura e darle un titolo; lanciare la pigna con un bastone il più lontano possibile (baseball); etc.

Percorso kneipp.
Percorso kneipp.

  • riprodurre un percorso kneipp: costruire un percorso lineare da delimitare con dei legnetti e disporre tanti tipi di materiali diversi su cui poi camminare a piedi nudi. Il percorso dovrebbe avere anche dei passaggi nell’acqua ma nel nostro caso non è stato possibile realizzarli. Abbiamo preferito costruire l’istallazione a fianco del sentiero così da poter proporre il percorso a tutti i passanti riscuotendo un discreto successo. L’impresa richiede tempi lunghi (3 ore ca. tra costruzione e sperimentazione) quindi è adatta per una giornata stanziale. I materiali che si possono usare sono moltissimi: sassi grossi, sassolini, cortecce, aghi di pino non troppo pungenti, pigne, legnetti, foglie, tronchi, etc. dedicare a ogni materiale almeno 60 cm.

  • la chicca (grazie a G.) un’idea per un tocco di originalità a pranzi e cene del tempo estivo: mettere una cosa strana nella pietanza che viene servita: es. un rametto di rosmarino nel panino del pic-nic, una pasta cruda nel primo, etc. chi trova la chicca deve fare qualcosa di particolare davanti agli altri o avere un trattamento speciale

    E voi come allietate questo tempo di pausa dal lavoro? Per qualche famiglia la crisi ha reso impossibile la possibilità di andare via e a questi genitori è chiesto uno sforzo aggiuntivo: testimoniare ai propri figli comunque la voglia di stare bene insieme. Una chicca speciale a chi ci prova nonostante tutto.
Raccontateci la vostra estate, esperienze belle che avete condiviso con i figli, idee che vi hanno regalato momenti speciali da condividere insieme. Intanto buone vacanze a tutti.

Pubblicato il 09 agosto 2012 - Commenti (3)
02
ago

Ti senti all'altezza?

“Sei una mamma crudele! I miei amici giocano alla Wii tutte le volte che vogliono, tu invece mi costringi a giocare sono mezz’ora!” (J. 11 anni)
“Mi avevi promesso che facevamo quel gioco!... fa niente se piove, tu me lo avevi detto… una promessa è una promessa. Hai imbrogliato!” (A. 9 anni)
“Basta! Tu sgridi sempre me, invece con la C. sei sempre a fare i coccolini. Uffa, non è giusto!” (P. 6 anni)
“Io lo voglio (pianto disperato) voio quel ciupa ciupa… sei cattiva!” (C. 3 anni)

Certo che ce ne vuole per tenere alta l’autostima di una mamma. Ci sono giorni in cui, di fronte agli affondi dei figli, sento crescermi dentro una rabbia mista a frustrazione che fatico a trattenere: “Con tutto quello che faccio per voi???” Poi, come m’insegna mio marito, faccio un respiro profondo, penso che quello che ho sentito sono solo parole e provo a restare calma: “Sarò anche una mamma cattiva, ma si fa come dico io”. Punto. Arrabbiarsi, protestare, accusare… sono azioni prevedibili, i figli vogliono affermare la propria visione dei fatti, sostenere i loro diritti, difendere il loro potere. È  preoccupante se abbiamo figli che non protestano mai, che non ci attaccano, che accettano incondizionatamente ogni nostra indicazione. A 2/3 anni è normale pensare di poter comandare il mondo, a 11 anni lottare per i propri diritti… e non parliamo dell’adolescenza.

È bellissimo quando, dopo un match serrato in cui ho sostenuto una regola o un divieto, anche di fronte alle proteste più intense di un figlio arrabbiato, qualche minuto dopo, lo stesso figlio torna ad abbracciarmi rilassato e sorridente, come a dirmi di continuare così. I figli hanno bisogno di sentirsi contenuti, di sapere che i genitori sono forti. So che il giorno in cui verranno a dirmi che sono stata una brava madre è ancora lontano e chissà mai se arriverà. Quante volte sono andata dai miei genitori per complimentarmi delle loro scelte educative? Ai figli resta attivo sempre il desiderio di rivendicare tutto quello che non si è avuto e continuare a lamentarsi. A quarant’anni si rincorrono ancora i gesti e le parole che i nostri genitori  non sono stati capaci di fare e dire. Gli occhi dei figli, piccoli e grandi che siano, sono sempre piuttosto critici e pronti a rimarcare le mancanze. Nello stesso tempo però capitano momenti di visione in cui sentiamo forte l’affetto per chi si è preso cura di noi. Riconosciamo in quello che siamo le tracce di chi ci ha generato, nel bene e nel male.

Cosa quindi ci permette di pensarci genitori sufficientemente buoni?. E difficile concordare su quali siano gli ingredienti principali di questa professione a tempo pieno, cosa deve sapere, saper fare e saper essere una mamma per sentirsi adeguata. È chiaro che non ci sono risposte semplici ma piuttosto un universo di rappresentazioni che ciascuno di noi ha dentro di sé. La mia qualità che più mi aiuta in famiglia è la flessibilità mentre il difetto che sempre mi accompagna è la sbadataggine. Se qualcuno rovescia una bottiglia di vino rosso sulla tavola imbandita a festa riesco a rimediare un’alternativa a tempo record senza perdere il sorriso, ma mi capita spesso di ricevere la telefonata del pediatra che mi chiede come mai non mi sono presentata all’appuntamento.

E per voi: quali sono le competenze più importanti che mettete in gioco coi figli? O quali le qualità personali di cui andate fieri? Quali sono i vostri punti deboli? Vi sentite all’altezza? Buona settimana a tutti.    

Pubblicato il 02 agosto 2012 - Commenti (2)
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