Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
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Risposta a Ivan

Caro Ivan,
in merito al suo post di commento al mio contributo "Anche le mamme sbagliano", gli errori che ho fatto sono due:

1. cedere per sfinimento: «E va bene, mi hai sfinito, mangia quello che vuoi».
2. usare parole offensive che svalutano: «Se poi, invece di correre con i tuoi amici, rotoli, non venire a lamentarti da me!».

Personalmente, il secondo errore mi sembra più grave del primo. Non devo ricorrere a questi attacchi per far rispettare una regola, il divieto è per un bene in più, è questo il motore che rende i genitori saldi nelle proprie strategie educative.

Sono quindi pienamente d'accordo con lei sull'importanza di dire dei no fermi, che non si piegano ai capricci, e così avviene quasi sempre purtroppo o per fortuna in casa nostra. Tornassi indietro non direi a mio figlio che se mangia un dolce rotola, a lui che ogni giorno ha sempre una merenda meno grossa e meno golosa dei suoi compagni.

Grazie per il suo intervento.

Pubblicato il 27 gennaio 2011 - Commenti (1)
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Anche le mamme sbagliano

J (10 anni): “Mamma, ho fame”
Io: “Ma sono le 15:30… hai finito di mangiare da un’ora e mezza”
J: “È allora? È passato già tanto… io ho fame!”
Io: “Mangiati un frutto!”
J: “No se ne parla, io voglio mangiare qualcosa…”
Io: “Prendi uno yogurt da bere”
J: “Quello non mi fa muovere nemmeno i denti”
Io: “A pranzo hai mangiato un sacco, la pasta, la carne…”
J: “Capirai…”
Io: “Prenditi un succo!”
J: “Non ho sete, ho fame, voglio mangiare un dolce. Che problema è? È la fine del mondo se mi mangio una merendina?”
Io: “La brioche no… prendi una fetta biscottata…”
J: “Che schifo… mi soffoco tanto, è secca...”
Io: “Non ti va bene niente! Prendi un po’ di pane”
J: “Voglio mangiare un dolce vero… dei biscotti col cioccolato”
Io: “Due”
J: “Dieci!”
Io: “Massimo tre”
J: “Otto! Ho fame, sto crescendo… mi devi dare da mangiare”
Io: “E va bene, mi hai sfinito, mangia quello che vuoi. Prenditi la brioche e i biscotti… poi se invece di correre con i tuoi amici, rotoli, non venire a lamentarti da me!”
Sento le parole che mi escono dalla bocca… meglio di Crudelia Demon. Mi guarda con gli occhi sbarrati. Sta per piangere.
J: “Va bene… non mangio niente… se è così grave…” e se ne va, lasciandomi lì al tavolo davanti al pc. L’ho detto per il suo bene… Possibile che abbia sempre fame!? Possibile che mi sia uscita di bocca una tale mostruosità? Scendo con un vassoio con una brioche circondata da una corona di biscotti, i suoi preferiti.
Io: “Scusa! Ho proprio sbagliato a dire quella cosa”.
J: “Io non voglio rotolare...”
Io: “Scusami, ho detto proprio una stupidata. Ero così stanca di stare a litigare che ho detto una cosa non vera. Tu sei in forma splendida”. Lo abbraccio e lui si fa consolare.
Io: “Per farmi perdonare puoi scegliere quello che vuoi” e gli porgo il vassoio.
J: “Prendo cinque biscotti”.
Io: “Ottimo!”
J: “E poi mi mangio tre clementine… ci sono quelle senza semi?”
Io: “Certo, sono su che ti aspettano”
J: “Me le butti giù, così io comincio subito ad allenarmi col pallone”
Io: “Aggiudicato!” e gli schiocco un bacione.

Se vi va, raccontate i vostri errori, le parole che non avreste voluto dire ai vostri figli e come avete fatto a rimediare. Vi aspetto!    

Pubblicato il 25 gennaio 2011 - Commenti (4)
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Odori e sapori della memoria

Il tè che l’infermiera mi ha portato dopo ogni parto, denso di zucchero.
L’odore di ogni figlio, la prima notte in ospedale, quando ti svegli perchè lo senti arrivare sul carrello, e te lo consegnano lavato e cambiato e tutto comincia.
La scatola di cioccolatini di pasticceria che ci siamo divorati sul divano con mio marito dopo aver visto Chocolat.
Le maglie che mi hanno prestato le amiche più care, il piacere di riconoscerle in quel tessuto.
La piega sotto il collo dei bambini fino ai due anni, quando fa molto caldo e sono tutti sudaticci.
Il biglietto che ci siamo scritti da fidanzati, quando io ero lontana per un po’ e lui ha spruzzato il suo profumo.
Il salame di cioccolato che ci ha preparato mia figlia a scuola, a forma di cuore.
L’odore dei cavoli, che tutti in casa dicono “Oh no!” e che non cambia mai anche se provo a cucinarli in mille modi diversi.
La crema balsamica che spalmo sul petto ogni volta che qualcuno ha il raffreddore.
I pomodori appena colti in Sicilia e la tavolata dove li abbiamo mangiati tutti insieme. L’odore forte di mio papà quando ha finito il turno in cucina.
Il segnale chiaro e inconfondibile che è ora di cambiare il pannolino alla piccola.
L’odore di mio figlio che ormai sta diventando una ragazzo e si deve lavare più di tutti gli altri anche quando non ne ha voglia.
L’odore del fast food che quando arriva all’improvviso ci fa girare la testa a tutti … in direzioni diverse.
Il profumo elegante e raffinato di certe donne.
Giocare ad annusare i loro piedini e fingere (a volte non troppo) di svenire.
La sciarpa di mio marito che qualche volta prendo per sbaglio e mi viene da nasconderci il naso.
Il miracolo, quando friggo qualcosa e tutti corrono in cucina per vedere cosa sta succedendo. Mio marito che mi chiede infastidito: «Hai toccato la cipolla?».

E poi… e poi mi fermo qui, un breve viaggio che mi ha fatto risentire momenti importanti. E voi? Quali sono gli odori e i sapori che hanno segnato la vostra famiglia? Il blog ha bisogno dei vostri profumi per sentire la presenza silenziosa di chi legge. A presto.

Pubblicato il 19 gennaio 2011 - Commenti (1)
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Una sorpresa a zero calorie

Come privare i propri pargoletti della gioia di una calza della Befana piena di dolciumi colorati e zuccherosi? Mai, io non ce la faccio. Sorrido e intanto pianifico la gestione del bottino nei giorni a venire. In genere resta a lungo negli armadi fino a diventare obsoleto… il segreto è non metterlo troppo in vista.

La fatica vera per me è quella di trovare piccole gratificazioni per i miei figli nella quotidianità. La tentazione di premiarli con qualcosa di goloso da mangiare: una caramella, un cioccolatino, un leccalecca, etc. è forte: l’effetto è assicurato e la fatica nulla. Pediatri e nutrizionisti però suggeriscono di non rafforzare questa associazione che stimola abitudini malsane. E allora che fare? Per questo motivo, e considerato che difficilmente riuscirò a convincere nonni, zii, amici e conoscenti a fare lo stesso (cosa sarà mai una caramella, moltiplicato x "n" incontri fa parecchia roba), ho cercato di inventarmi qualche alternativa di pronto uso per premiare i miei figli. I risultati sono stati ottimi anche se a volte rimpiango la praticità delle caramelle.

      Idea 1. Gli adesivi
Procuratevi degli adesivi colorati. Se ne trovano sacchetti con forme e colori diversi, spesso associate ai personaggi più amati dai vostri figli. I nostri ragazzi si sono appassionati all’idea di collezionarli e hanno iniziato a creare quadernetti sui quali attaccarli.

      Idea 2. I tatuaggi
Un tatuaggio è una magia che affascina i figli di tutte le età. Ogni volta che entra in casa nostra nipote che ha quasi quattordici anni e il tatuaggio potrebbe quasi andare a farselo a Londra, impazzisce dalla voglia di avere un tatoo nuovo da stamparsi con i cuginetti.

      Idea 3. I bigliettini
Ogni tanto mi piace nascondere qualche biglietto con una scritta speciale o con un semplice disegno e vedere la meraviglia dei miei figli quando lo scoprono. Per esempio mi è capitato di metterli sotto il loro pigiama, nella cartella vicino alla merenda, nella doccia, sulla scrivania. Mi piace molto preparare i biglietti per raccontargli la mia gioia di fronte a una loro buona azione o per sostenerli in una fatica.

Aspetto nuove idee a caloria zero, intanto mi scelgo un dolcetto dalla calza dei miei figli, lo faccio per il loro bene! Buona ripresa a tutti.

Pubblicato il 11 gennaio 2011 - Commenti (0)
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