di Barbara Tamborini
Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.
29 gen
In questi mesi invernali, si sta molto più in casa e una delle questioni più frequenti da risolvere in breve tempo coi figli è: come usare la Tv? Sia chiaro: se lasciassi a loro la risposta, la Tv sarebbe sempre accesa, i miei figli sarebbero quattro angeli seduti davanti allo schermo e io potrei sbrigare molte faccende e concedermi un po’ di tempo libero. Insomma, la Tv sarebbe uno splendido pifferaio magico capace di ipnotizzare i figli e di farli stare zitti e tranquilli per un bel po’. Forse litigherebbero sulla scelta del programma: la più piccola vorrebbe Peppa Pig mentre il più grande non smetterebbe mai di vedere partite. Alla fine potrei moltiplicare gli schermi presenti dentro casa, così ognuno potrebbe somministrarsi i programmi del cuore, senza tanto disturbo e interferenze con i fratelli che ha a fianco.
E invece, insieme a mio marito, abbiamo scelto di appartenere al gruppo dei genitori che rompono perché, rispetto all’uso della Tv, hanno le idee abbastanza chiare.
In casa nostra c’è solo un piccolo televisore in un angolo recondito della casa. La nostra abitazione non era dotata di antenna e noi non l’abbiamo fatta mettere così con una piccola antenna attaccata all’apparecchio riusciamo a vedere solo tre canali Rai.
I soldi dell’antenna li abbiamo però investiti in un alto progetto: abbiamo comperato un videoproiettore e lo abbiamo collegato ad un lettore dvd. Le immagini sono poi proiettate su un maxischermo di tela che ci ha permesso di costruirci in salotto un sorta di sala cinema. Ora so che molte famiglie combattono per arrivare alla fine del mese e che un video-proiettore e uno schermo di tela sono una spesa impegnativa, ma vi assicuro che non lo sono più di un televisore di grandi dimensioni, ormai presente in molte case.
Abbiamo poi messo a disposizione dei figli molti dvd. In casa negli anni, ne abbiamo riempiti quattro cassettoni. Cosa abbiamo ottenuto? Che ogni giorno i nostri figli devono accordarsi su quando vedere un dvd insieme e soprattutto su quale vedere. Fino ad ora, c’è andata bene. I cartoni dei più piccoli piacciono ancora al più grande e allo stesso tempo, molti dei film amati dal più grande vengono goduti con gioia anche dai più piccoli. Due esempi concreti degli ultimi giorni.
Tutti si sono guardati con grande divertimento L’era glaciale 4. I due piccoli ne hanno riso a più non posso, i due grandi, memori dei precedenti episodi già visti, si sono appassionati a conoscere l’evoluzione delle vicende dei personaggi protagonisti che negli anni sono diventati dei veri beniamini per loro. Tra l’altro va proprio detto che queste serie hanno il merito di essere curate in ogni aspetto, di far ridere molto e alla fine facilitano la co-visione genitori e figli considerato che io e mio marito ci siamo trovati seduti in poltrona a guardarlo insieme a loro e a divertirci insieme.
Anche il nuovo episodio del Diario di una schiappa 3 ha fatto “sfracelli” in casa nostra ed è piaciuto a tutti. Quando lo scorso dicembre nostro figlio più grande ha ricevuto un buono da spendere in un multi-store che offriva libri, cd e dvd la sua scelta per l’utilizzo del buono è caduta sul primo episodio tratto dal libro. Lo ha visionato con tutti i suoi fratelli e poi se lo sono guardato e riguardato un sacco di volte. E così è successo anche con i successivi episodi su dvd.
A volte ci piace proporre la visione di film di animazione meno noti, come le bellissime favole di Hayao Miyazaki (es. La città incantata o Ponyo e la scogliera) oppure Kirikù e la strega Karabà di Michel Ocelot. All’inizio i nostri piccoli spettatori sono un po’ prevenuti perché la grafica e i ritmi sono molto diversi da quelli a cui sono abituati. Ma la magia delle immagini e dei suoni quasi sempre riescono a catturarli e capita poi di restare un sacco di tempo a discutere dei diversi modi con cui si può raccontare una storia. Come mamma credo che, aver scelto di proporre ai nostri figli dvd di qualità e una visione di questo tipo, ha permesso di trasformare il tempo davanti allo schermo in una vera esperienza. Non ci sono interruzioni pubblicitarie a disturbare e frammentare la visione, che avviene in compagnia di tutti gli altri. A volte i più piccoli si lamentano perché sono i grandi a scegliere cosa vedere, a volte la situazione s’inverte. In generale, però il processo decisionale devono gestirselo tra di loro e noi interveniamo il meno possibile.
Da tutto questo è derivato uno scambio interessante tra i nostri figli e i loro amici: i primi approfittano degli inviti a casa d’altri per guardare una partita o tenersi aggiornati su qualche programma in voga. I secondi fanno richiesta esplicita di essere invitati a casa nostra per godersi una bella serate cinema.
E in casa vostra come gestite la Tv? Quali sono i programmi che selezionate per i vostri bambini? Che cartoni animati o film consigliate agli altri genitori per organizzare una serata cinema? Un caro saluto a tutti.
Pubblicato il 29 gennaio 2013 - Commenti (1)
21 gen
Mia figlia (4 anni) impazzisce per trucchi e rossetti e quando trova qualcuno disposto a metterle lo smalto sulle unghie non sta più nella pelle. Oggi, sfilandomi davanti con un paio di fuseaux e una borsetta, mi ha chiesto: “Sono bella? Sembro una modella?”. Noi non abbiamo la tv in casa e io non mi trucco (qualche volta mi piacerebbe anche farlo ma non ho mai imparato).
Dove le mie bambine abbiano potuto coltivare la passione per tutto ciò che è rosa e luccicante resta un mistero. Se però navigo su Internet, osservo le pubblicità quando vedono la tv dai nonni, guardo il corpo delle Winx che troneggia sui loro copriletti qualche sospetto mi viene. Vorrei condividere con voi tre esempi in cui il mercato punta all’accelerazione della crescita delle bambine.
Il marchio parigino Jours Après Lunes ha lanciato una linea di lingerie- reggiseni, canottiere, coulotte – per bambine dai 4 ai 12 anni. Le modelle utilizzate per la campagna pubblicitaria sono appunto bimbe, truccate, vestite/svestite come modelle adulte, provocando l’indignazione della Francia.
Qui potete guardare il video che lancia la linea per il 2013.
Le feste di compleanno nelle Beauty Kids sono in crescita anche in Italia. La festa è organizzata in una salone di bellezza al quale solitamente avevano accesso solo le mamme. La novità prevede la creazione di spazi e servizi per l’intrattenimento di gruppi di bambine che possono così vivere un’esperienza fuori dall’ordinario.
I servizi offerti sono molteplici, vanno dalla realizzazione di acconciature, all’extension all’idromassaggio, al trucco e parrucco, alla decorazione delle unghie e spesso si conclude con una passerella indossando sontuosi abiti da miss. Il fenomeno è in crescita e in rete di possono trovare aziende che promuovono i loro servizi con pacchetti feste di tutti i tipi. Negli Stati Uniti questa tipologia di feste è già in voga da diversi anni e l’offerta di proposte ormai ha raggiunto livelli inimmaginabili.
http://www.youtube.com/watch?NR=1&v=vIge6jZ8r6U&feature=endscreen
I “bambini accelerati” sono una grossa fonte di investimenti e di guadagni: se sono dei cloni degli adulti, se pure in miniatura, ad essi e ai loro genitori si può proporre una gamma di prodotti molto più ampia e articolata di un tempo.
Un esempio noto è la scelta di creare i personaggi delle Bratz, cartoon che propone alle bambine modelli nei quali identificarsi e per raggiungere i quali e necessario possedere sempre nuovi oggetti. Dal 2001 hanno fatto irruzione sul mercato le Bratz, che trascorrono il loro tempo ad occuparsi del proprio aspetto e a fare uno shopping estremo, che avvia le bambine alla carriera di consumatrici.
Il sito ufficiale delle Bratz ha l’obiettivo primario di orientare gli acquisti delle giovani aspiranti star www.bratz.com
La sigla riassume perfettamente questa filosofia che ha affascinato e tutt’ora ispira milioni di ragazzine:
Bratz con noi forever,
corpi da modelle,
trucco da star,
eleganti, sexy, glamour,
colors e punk.
Vivi Bratz!!
Qui sotto il video della sigla.
Cosa ne pensate? Aspetto i vostri commenti. Una caro saluto a tutti.
Pubblicato il 21 gennaio 2013 - Commenti (1)
10 gen
Stamattina dopo aver accompagnato C. (4 anni) alla materna, mentre scendevo la rampa d’uscita, mi sono imbattuta casualmente prima in uno, poi in un altro bambino, con i rispettivi genitori, che salivano felici con in mano una busta di marshmallow. Di certo non si erano accordati e quella coincidenza mi ha acceso parecchi pensieri. Una cosa accomunava quei due bambini: il desiderio di portare in classe quel tesoro prezioso.
A scuola c’è una regola precisa per chi vuole portare degli alimenti da condividere con gli altri: non si possono portare prodotti preparati in casa. Questo norma tutela la sicurezza di tutti, in quanto non potrebbero essere garantite in altro modo il rispetto delle condizioni igieniche nella preparazione del cibo. Questa regola sta un po’ stretta a molte mamme, specie a quelle più dotate di estro artistico in cucina. Per loro è difficile accettare che si festeggi in classe il compleanno del figlio con una torta confezionata con le stelline (che nel caso ne restasse una si può conservare fino al prossimo compleanno) piuttosto che con una soffice ciambella appena sfornata.
Alla fine però è ragionevole per tutti accettarla e mettersi il cuore in pace. Quello che però non capisco è perchè quest’accortezza preventiva su ciò viene mangiato dai nostri figli venga totalmente disattesa di fronte a cibo sconsigliato da qualsiasi nutrizionista o pediatra. Una caramella, nella fase d’inserimento può fare la differenza, può essere una piccola spinta verso un traguardo difficile. Ma se ogni bambino della scuola porta almeno una volta al mese (sottostimo) una busta di caramelle, l’impatto procapite giornaliero per smaltire tale bottino diventa considerevole.
È integralismo pensare che alla riunione di inizio anno si invitano i genitori a non portare caramelle di tutti i colori e di tutte le forme? Suggerire prodotti alternativi per soddisfare le golosità improvvise dei piccoli scolari quali gallette, grissini all’olio d’oliva, succhi di frutta. Oppure cambiare genere, considerato che la scuola dal punto di vista nutritivo offre ai bambini già tutto quello di cui hanno bisogno: piccoli adesivi, vecchi calendari da ritagliare, tatuaggi, etc. Alternative per riempire di colore la vita dei nostri bambini senza riempirli di zucchero.
A propito di marshmallow ho scoperto due cose molto interessanti: la prima è che si possono fare in casa. Anche in questo caso questi scenografici dolci sono pieni di zucchero ma nessuna traccia di coloranti e additivi misteriosi. Qui (http://www.youtube.com/watch?v=UvWcO69-Q-o) un cuoco vi accompagnerà in tutto il procedimento. Se si deve trasgredire, che almeno sia un’esperienza magica e memorabile come la creazione di tante nuvole bianche.
E poi una scoperta interessantissima: l’uso di queste caramelle per un test che ha coinvolto moltissimi bambini. La ricerca prevede che il bambino resti in una stanza da solo con davanti un marshmallow. Chi conduce l’esperimento spiega al piccolo che se riuscirà resistere 15 minuti senza mangiarlo ne avrà poi un altro in premio. Il risultato è prevedivile: c’è chi resiste e chi no. La ricerca continua indagando gli stessi bambini anni dopo e scoprendo che c’è correlazione tra come hanno reagito all’esperimento e i loro risultati scolastici o la loro capacità di mettersi in relazione con gli altri.
Per chi vuole saperne di più leggete qui il dettaglio della ricerca. Un motivo in più per resistere ai capricci da caramella. http://towritedown.wordpress.com/2012/06/11/marshmallow/
Pubblicato il 10 gennaio 2013 - Commenti (0)
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