Don Sciortino

di Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

 
02
feb

Come apprendono i nostri figli

P. (4 anni) è sull’altalena. “Papà mi spingi?” “Ancora! Voglio andare più forte!” “Mi sono fermato… spingimi ancora! Dai più in alto…”
“Prova a spingerti da solo”.
P: “Non ci riesco!”
“Guarda come fa tua sorella, avanti e indietro”
Lui muove le gambe in su e in giù, senza effetti.
“Prima avanti e poi indietro”. Niente.
“Devi spingerti con il sederino…”
Lui lo guarda pensieroso, aggrotta la fronte, poi spinge, la testa e il busto vanno indietro, d’istinto stringe le mani sulla catena, allunga i piedi in avanti… e va in su, ci riesce, è la sua prima vera spinta. Lo capisce subito. Ride: “Papà, quasi cadevo indietro…”
“Ce l’hai fatta, è quello il movimento giusto, per questo devi tenerti stretto con le mani!” Ci riprova, una, due, dieci volte. Ci guarda sorridente e non si ferma mai, oscilla sempre più alto.
“Mi spingo da solo! Ho imparato!”.
Evviva, d’ora in poi al parco potrò starmene seduta a leggere mentre lui fa da sé.
Perché c’è voluto così tanto tempo prima che ci riuscisse? Ho provato a spiegarglielo decine di volte, senza successo, non riuscivamo ad intenderci.

L’intuizione, per accendersi, ha bisogno di parole appropriate al momento giusto. Prima sono solo suoni vuoti. Così è per chi impara ad andare in bicicletta, a fare i primi passi, a fischiare, ad allacciare le stringhe, a fare la pipì sul vasino, etc. quegli apprendimenti che necessitano di un’illuminazione, di un salto qualitativo, di una piccola creazione. Sono scoperte che demarcano un prima e un dopo e che generano uno spazio più o meno ampio per sperimentare tante nuove azioni. È un po’ come indossare un nuovo paio di occhiali che trasforma quello che vediamo e le nostre possibilità di muoverci in quell’ambiente rinnovato.

La vita è un susseguirsi di piccole creazioni. Per anni non capisco perché mio marito s’irrigidisce quando un figlio cade e si sporca, cosa sarà mai? Perché si deve così innervosire? Poi mi si aprono gli occhi: mi accorgo che non sa dove mettere le mani, non riesce ad affrontare la situazione. L’ho capito solo ora, fino a ieri per me la sua era solo poca pazienza, da ora vedo anche una richiesta di aiuto. Non è divertente come imparare ad andare sull’altalena, ma anche questo serve, se si vuole mantenere in movimento la coppia.

E voi come accompagnate i vostri figli nei loro apprendimenti? Cosa deve fare un genitore per stimolare e sostenere le intuizioni dei bambini? Raccontateci quello che avete osservato nei vostri figli, le loro prime volte importanti. E voi mamme e papà, quali illuminazioni vi hanno aiutato a diventare genitori o persone migliori? Aspetto i vostri racconti. Buona settimana!    

Pubblicato il 02 febbraio 2011 - Commenti (5)
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gen

Anche le mamme sbagliano

J (10 anni): “Mamma, ho fame”
Io: “Ma sono le 15:30… hai finito di mangiare da un’ora e mezza”
J: “È allora? È passato già tanto… io ho fame!”
Io: “Mangiati un frutto!”
J: “No se ne parla, io voglio mangiare qualcosa…”
Io: “Prendi uno yogurt da bere”
J: “Quello non mi fa muovere nemmeno i denti”
Io: “A pranzo hai mangiato un sacco, la pasta, la carne…”
J: “Capirai…”
Io: “Prenditi un succo!”
J: “Non ho sete, ho fame, voglio mangiare un dolce. Che problema è? È la fine del mondo se mi mangio una merendina?”
Io: “La brioche no… prendi una fetta biscottata…”
J: “Che schifo… mi soffoco tanto, è secca...”
Io: “Non ti va bene niente! Prendi un po’ di pane”
J: “Voglio mangiare un dolce vero… dei biscotti col cioccolato”
Io: “Due”
J: “Dieci!”
Io: “Massimo tre”
J: “Otto! Ho fame, sto crescendo… mi devi dare da mangiare”
Io: “E va bene, mi hai sfinito, mangia quello che vuoi. Prenditi la brioche e i biscotti… poi se invece di correre con i tuoi amici, rotoli, non venire a lamentarti da me!”
Sento le parole che mi escono dalla bocca… meglio di Crudelia Demon. Mi guarda con gli occhi sbarrati. Sta per piangere.
J: “Va bene… non mangio niente… se è così grave…” e se ne va, lasciandomi lì al tavolo davanti al pc. L’ho detto per il suo bene… Possibile che abbia sempre fame!? Possibile che mi sia uscita di bocca una tale mostruosità? Scendo con un vassoio con una brioche circondata da una corona di biscotti, i suoi preferiti.
Io: “Scusa! Ho proprio sbagliato a dire quella cosa”.
J: “Io non voglio rotolare...”
Io: “Scusami, ho detto proprio una stupidata. Ero così stanca di stare a litigare che ho detto una cosa non vera. Tu sei in forma splendida”. Lo abbraccio e lui si fa consolare.
Io: “Per farmi perdonare puoi scegliere quello che vuoi” e gli porgo il vassoio.
J: “Prendo cinque biscotti”.
Io: “Ottimo!”
J: “E poi mi mangio tre clementine… ci sono quelle senza semi?”
Io: “Certo, sono su che ti aspettano”
J: “Me le butti giù, così io comincio subito ad allenarmi col pallone”
Io: “Aggiudicato!” e gli schiocco un bacione.

Se vi va, raccontate i vostri errori, le parole che non avreste voluto dire ai vostri figli e come avete fatto a rimediare. Vi aspetto!    

Pubblicato il 25 gennaio 2011 - Commenti (4)
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dic

Caro Gesù Bambino

Caro Gesù bambino,
sono mamma di quattro splendidi bambini, ti scrivo perché ho bisogno d’aiuto. Abbiamo preparato un bel presepe, addobbato l’albero e ogni domenica d’Avvento siamo andati a Messa insieme. Ora, la mattina, io o mio marito, accompagniamo i due bambini più grandi alla novena, usciamo prestissimo, quando è ancora buio e fa molto freddo, con le lanterne accese e in Chiesa siamo in tanti. Eppure mio figlio più grande non vede l’ora che arrivi il 25 per poter aprire il suo nuovo gioco Fifa11. Perché?

Un'indagine di Eurispes e Telefono Azzurro racconta che i nostri figli si ubriacano di tecnologie: i Social network e Youtube spopolano sempre di più tra bambini e adolescenti: l'84% dei ragazzi dai 12 ai 19 anni e il 42% dei bambini tra 7 e 11 anni ha un profilo su Facebook, mentre aumentano i bambini che guardano filmati su Youtube (67,8%).

Aumentano anche i bambini che possiedono il cellulare: sono il 62,4%. Per quanto riguarda gli adolescenti, l'85% possiede un telefonino e il 24,5% lo utilizza per oltre 4 ore al giorno Il regalo tecnologico più ambito negli Stati Uniti dai bambini tra i 6-12 anni è l’iPad, un dispositivo magico e rivoluzionario che con soli 680 gr e uno spessore di meno di 12 mm consente di fare tutto ciò che una persona può desiderare dalla tecnologia, a partire da “soli” 500 euro.

Tutto sembra portare molto lontano da te, il cuore batte altrove, le passioni dei bambini passano dal joystick, dalle tastiere di un pc o di un cellulare. E tu dove sei? C’entri qualcosa con questo mondo? Passare di livello, mettersi alla prova, ripetere le stesse azioni per migliorare i risultati…

Se la risposta sta nella sfida, ho deciso di non tirarmi indietro. Occorre garantire ai figli l’occasione per fare esperienza concreta di Te, le statuine non bastano più a darti spazio. Servono gesti, attenzioni, regole, divieti: «Puoi giocare solo trenta minuti, poi devi curare tua sorella». «Non voglio che regaliate il cellulare a mio figlio, è ancora troppo piccolo». «Vengono a pranzo i nonni e voi dovete stare a tavola finché stanno qui. Dovete fargli capire che gli volete bene». «Ti ho scritto una lettera». «Invita il tuo compagno a studiare così magari recupera l’insufficienza». «Apparecchia la tavola«». «Ti accompagno in palestra a piedi». Ogni azione è un passo verso di Te, perché Maria e Giuseppe non sono arrivati a Betlemme col treno ad alta velocità, hanno fatto fatica, anche quando magari avrebbero preferito fare altro.

«Mamma, ma non ne ho voglia!». Ogni volta che riusciamo a rovesciare questa risposta, saliamo di livello nel nostro presepe-game, certi dell’amore dei nostri figli. L’indagine dice infatti che sette bambini su dieci (tra i 7 e gli 11 anni) non riescono a immaginare genitori diversi dai propri. C'è tuttavia una minoranza di piccoli che vorrebbe genitori somiglianti a personaggi famosi, e tra questi la più "gettonata" è la coppia Francesco Totti-Ilary Blasi (10,8% di preferenze). Ho il sospetto che tra questi ci siano quelli che sotto l’albero sognano gli  iPad, per certi regali sperare in Babbo Natale può non bastare! Gesù bambino fa che i nostri figli ci preferiscano sempre a “er pupone”.

Pubblicato il 20 dicembre 2010 - Commenti (0)
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