25
mar
Amore e odio tra fratelli
Vado a fare la spesa con i due piccoli. P. (4 anni) in macchina parla a C. (2 anni) che è in preda a una crisi perché non vuole tenere la cintura di sicurezza allacciata
“Dai C, adesso stai brava che la mamma poi ti libera… siamo quasi arrivati…”
C: “No cintua, no cintua… ngheeeeeeee……”
P: “Vedi, anch’io metto la cintura, tu sei grande, devi mettere la cintura se no i vigili ti danno la multa”.
C: “No igili!” (no vigili)
P: “No, se tieni la cintura loro non vengono. Stai brava e non piangere che poi la mamma ti dà una sorpresina”
C: “Enghe, enghe”
P: “Brava, ecco, così! Adesso vai sul carrello e la mamma ti spinge in giro per il supermercato, ci sono i libri da guardare, i succhi di frutta, le scale mobili …”
C: “Io oio andae” (io voglio andare)
P: “Brava così… poi andiamo”
Silenzio.
Guido con una pace intorno impagabile e mi azzardo in un parcheggio impossibile. Andata. Scendiamo, carico la piccola sul carrello e ci avviamo verso il centro commerciale.
C.: “Hai visto mamma come sono stato bravo a tranquillarla?”
Io: “Cosa farei se non avessi te?”
Entra tutto fiero e per tutta la spesa mi ubbidisce e mi aiuta a prendere le cose dagli scaffali. C lo osserva tranquilla e alle casse collabora con lui nello scaricare tutta la spesa sul nastro. Non posso credere ai miei occhi! In macchina do a P. un libro pieno di foto di animali:
“Tieni, te lo sei proprio meritato! Un regalo per te”.
P: “Bello! È solo mio?”
Io: “Certo amore”.
Non faccio in tempo a dare a C la sua sorpresina che lei ha già afferrato il libro di P e gliel’ha strappato di mano. Lui se lo riprende e le assesta uno spintone. C ricomincia a piangere.
Io sono figlia unica e spesso resto incantata nell’osservare come tra fratelli ci si possa aiutare e stimolare ad inventare nuovi modi per stare bene insieme. Con lo stesso slancio però ci si può fare dispetti, dire parole che fanno piangere, farsi del male. Decidere quando è necessaria una mediazione esterna non è semplice: se il tempo del litigio è quello di un’interruzione in una melodia aspetto; se invece si è inceppato il disco e la musica è sparita, scendo in campo.
Con i fratelli più grandi può essere utile un’ intervento anche più dilazionato nel tempo. Ovvero per bambini che già vanno alle scuole elementari, si può aspettare anche più a lungo prima di intervenire, perché puntare sulla loro capacità di imparare a gestire un conflitto e provare a venirne fuori da soli è sempre un investimento che nel medio-lungo termine può dare buoni risultati. Con i più piccoli invece io presidio molto di più la situazione.
In generale, gli errori che cerco di evitare sono le ingiustizie. Anche nelle piccole cose occorre essere precisi ed equi, la giustizia è la miglior base per la pace. A casa prendo in braccio C. che ancora piangiucchia.
P mi dice: “Tu adesso non mi mammeri più!”
“Vieni qui tesoro!”
E dopo uno splendido abbraccio a tre sono pronta per scaricare la spesa.
Raccontate la vostra esperienza nella gestione della relazione tra fratelli: quando osservate che la convivenza si fa più difficile? Quando invece le cose funzionano meglio? Raccontateci qualche esperienza concreta con i vostri figli o magari un ricordo di quando eravate voi piccoli e avete amato/odiato un fratello o una sorella. Vi aspetto!
Pubblicato il 25 marzo 2011 - Commenti (2)