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feb

Con la testa e con il cuore

Noooo! Mi hai rubato il mio posto sul divano. Adesso ti faccio vedere io! E se poi in cielo, dopo che siamo morti, non ci riconosciamo? Io non voglio che poi non stiamo più insieme! Mi ha rotto la mia scatola, ci avevo messo tantissimo a decorarla! E’ tutta rovinata. Ho segnato due minuti prima della fine della partita… mi sono tutti saltati addosso… hai sentito il mio urlo? Io non mangio più. Luca mi ha starnutito nel piatto! Wow, chi mi ha messo questo regalo sotto il cuscino?

 

Frasi di questo genere le sentiamo tutti i giorni, colorate di pianti, risa, urla, sospiri, sbuffi, pugni sbattuti e tanto altro ancora. Ognuna di queste frasi contiene una connotazione emotiva, serve a raccontare rabbia o paura, sorpresa o felicità.  Le emozioni colorano le nostre giornate, sono il motore della vita. In una stessa giornata ci capita di sentirci felici e annoiati, arrabbiati e divertiti. Per esempio, in questi giorni a casa mia siamo tutti ammalati per una delle influenze più virulente e contagiose che io ricordi, a memoria di mamma. Questo stato delle cose, ci porta a sperimentare la meraviglia di stare tutti insieme “in una vacanza forzata” mentre tutti gli altri sono a scuola o al lavoro.  Ma al tempo stesso, questa convivenza, entro le mura di casa, senza la possibilità di “diversivi in esterno” perplacare gli animi, ci fa sperimentare un bel po’ di emozioni affaticate e impegnative. Per esempio ieri mio figlio P (6 anni), mentre mi lavavo i denti,è salito sulla bilancia in bagno, dicendo: “Mamma, hai visto quanto peso?”. Non ho fatto in tempo a leggere il suo peso sullo schermo, che lui, senza nessun preavviso, si èmessoa saltare a due piedi sulla malcapitata bilancia  generando un certo sconquasso negli ingranaggi. Nella stessa giornata, lo stesso figlio aveva già fatto cadere il telefono, mosso la dama su cui giocavano i fratelli costringendoli ad un’interruzione forzata della loro partita che si era quasi conclusa, ed è solo una piccola selezione delle molte cose  fatte  per errore dal suddetto figlio ieri. Dopo la gara di salto mondiale sulla bilancia ho sentito un moto d’ira invadermi. Gli avrei urlato: “Ma ti sei bevuto il cervello?” e le mani stavano per muoversi da sole. Ma poi la parte più razionale di me ha gestito in altro modo la situazione. Se avessi lasciato fare alle emozioni il povero P. se la sarebbe proprio vista brutta. Succede sempre cosi: le emozioni arrivano, si attivano dentro di noi, si fanno sentire nel corpo e attraverso di esso, e spesso ci fanno fare cose di cui poi – in un secondo tempo -  ci pentiamo, se non impariamo a gestirle. In effetti, imparare a riconoscere le emozioni, interpretarle, esprimerle è un processo complesso. Ci sono bambini che riescono a raccontare quello che sentono con assoluta naturalezza, altri che ne sono incapaci. Un po’ è carattere, un po’ è abitudine. Educare emotivamente i nostri bambini significa offrirgli le chiavi per affrontare la complessità della vita.Per questo dobbiamo diventare gli allenatori emotivi dei nostri figli, ovvero aiutarli a costruire una buona sintesi tra ciò che la loro “pancia” sente e ciò che la loro testa pensa ed elabora come significato. In quest’epoca in cui ai nostri figli viene chiesto di essere sempre felici, in cui le emozioni negative e faticose sono utilizzate in TV solo per fare audience, in cui la rabbia trasforma spesso un ragazzo insicuro in un bullo che semina il terrore dentro alla sua classe, sta a noi genitori accompagnare i  figli lungo il percorso “giusto” alla scoperta della verità delle emozioni e non della loro rappresentazione artificiale che invade sempre più tutti i mezzi di comunicazione.

  1. Che differenza c’è tra EMOZIONE E SENTIMENTO?
  2. Quali sono le SEI emozioni di BASE che troviamo in tutto il pianeta?
  3. Qual è il modo migliore per sbarazzarsi di un’emozione NEGATIVA?
  4. Cosa sono i neuroni specchio?
  5. Cos’è l’intelligenza emotiva?

Se non siete sicuri sulle risposte a queste domande e soprattutto se cercate un buon libro da sfogliare con i vostri figli (che sia anche bello e pieno di curiosità) ecco qui un’idea: Muriel Zürcher, Stéphane Nicolet, Argh! Uffa! Urrà! Rabbia, gioia, spavento, batticuore… Guida completa alle emozioni. Editoriale Scienza, 2013

E in casa vostra come si gestiscono le emozioni? Vi capita di perdere il controllo con i vostri bambini? Quanto i vostri figli condividono con voi i E in casa vostra come si gestiscono le emozioni? Vi capita di perdere il controllo con i vostri bambini? Quanto i vostri figli condividono con voi i loro stati d’animo? Un caro saluto a tutti.

Pubblicato il 13 febbraio 2013 - Commenti (1)

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Postato da lettrice il 16/02/2013 16:18

i miei 3 figli sono ormai grandi, ma mi ricordo bene queste malattie famigliari con periodi di reclusione domiciliare forzati. Fortunatamente c'era l'aiuto del marito o delle nonne, altrimenti non sarei sopravvissuta; comunque ripensando alle emozioni che si scatenano in quei pochi metri quadrati della casa vedo che gli errori fatti sono stati tutti rimediabili. Forse non dobbiamo temere il cuore caldo di emozioni ma piuttosto il cuore freddo. Il cuore distaccato forse è quello che fa gli errori più grandi.

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Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

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