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Farsi le coccole

Coccolarsi fa bene ed è un piacere a basso costo che fa stare bene grandi e piccoli. A volte si è così stanchi che anche una semplice carezza può risultare faticosa. Ci si sente in riserva, desiderosi di cure e attenzioni mentre tutto attorno ci chiede di rimboccarci le maniche. Allora è il momento di programmare una sessione di coccole, magari prima di andare a dormire, per fare il pieno di energia.

Vi propongo un gioco che i miei figli adorano. Uno si sdraia a terra su un tappeto morbido o su una coperta  a pancia in giù e offre la schiena come palcoscenico (a turno lo possono fare tutti, grandi e piccoli). Un adulto racconta una storiella e con l’aiuto degli altri, si mimano delicatamente, muovendo le dita sulla schiena, le azioni descritte. Ecco due esempi di storie, ma con la vostra fantasia saprete fare di meglio!

  • Pagnotta e panettiere, chi è sdraiato fa la pagnotta mentre gi altri si sistemano a fianco e fanno i panettieri muovendo le dita sulla schiena del familiare:
Raccogliamo la farina sul tavolo di lavoro (la schiena)… prendiamo tutta la farina… prepariamo una piramide di farina… mettiamo il sale sulla farina… il lievito… e poi l’acqua. L’acqua corre per tutta la schiena…  (usare l’olio o la crema per far immaginare l’effetto dell’acqua)… scivola in giro… con le dita bisogna raccoglierla e unirla alla farina… impastiamo acqua e farina formando l’impasto… prima piccole palline… poi forme più grandi… fino a formare una grossa palla… maneggiamo a lungo l’impasto… schiacciamo e raccogliamo… stendiamo e allunghiamo… poi l’impasto deve lievitare… deve stare al caldo… poi si creano tante piccole pagnottelle… si fanno lievitare di nuovo… si fanno dei piccoli tagli su tutte le pagnotte… poi si mette il pane in formo (per simulare l’effetto del caldo si può soffiare dell’aria calda sulla schiena). Ora il pane è pronto per essere mangiato.

  • Contadino e terreno
Descrivete le fasi della semina: il terreno (la schiena) va arato, le zolle rotte e rovesciate… con il rastrello si deve livellare il terreno… si tracciano le linee per seminare… si segnano i solchi… si mettono i semi… si coprono i semi con la terra… si deve annaffiare il terreno… molte volte… le piantine rompono il terreno… piano piano crescono… si devono strappare le erbacce… si deve raccogliere la terra attorno alle piantine… quando sono pronti si possono raccogliere i frutti dalle piantine… così il terreno è pronto per un nuovo ciclo.


Raccontateci le vostre coccole, i riti della buona notte che più vi piacciono. Un caro saluto.



P.S.
Un nota al precedente messaggio: Martedì 8 novembre, sul Corriere della sera, in prima pagina ho letto un articolo  sul tema della selezione e dell’agonismo nelle squadre dilettantesche. Vi trascrivo l’incipit: La fortuna di essere una schiappa. Di M. Covacich. “Un padre, vedendo il figlio dodicenne rientrare dall’allenamento un’altra volta in lacrime per la mancata convocazione alla partita della domenica, si decide a chiedere spiegazioni all’allenatore, il quale, senza giri di parole risponde che il ragazzo non può far parte dell’organico perché è in sovrappeso”.

Pubblicato il 09 novembre 2011 - Commenti (1)

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Postato da Molly il 10/11/2011 15:38

A casa nostra forse manchera' un po' di ordine ma di certo non mancano le coccole!!! parola d'ordine mamma (o papa') ci spupuzzi!! e scatta l'ora X. il lettone diventa il campo di bacici, bacetti, baciocchi, pizzicchini e rotolate insieme... come non potrebbe esser altrimenti ??? Alla mattina ci si sveglia con una mare di baci, prima di entrare a scuola ci diamo l'abbraccio superstritolante che dura tutta la mattina e pomeriggio... e poi ci sono le coccoline... quando si sta straiati nel letto a leggere una storia o sul divano a vedere insieme un cartone le mani della mamma fanno le formichine e anche il divano fa da scena alla nostra voglia di volerci bene! come le leonesse che si leccano i cuccioli mentre questi giocano sulla mamma avete presente? io i miei figli se fossi una leonessa me li leccherei sempreeeee. per ora posso solo baciarli e carezzarli al pensiero che quando cresceranno non ne vorranno piu' ma di sicuro avranno fatto una bella scorta!!! un sorriso a tutti

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Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

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