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Suore di oggi: storie per nutrire l'anima

Due libri usciti nelle ultime settimane mi hanno fatto molto riflettere. C’è un filo rosso che li lega: la protagonista in entrambi i casi è una suora.
 
Nel primo libro c’è suora Maria Laura Mainetti, uccisa 13 anni fa da tre ragazze adolescenti residenti a Chiavenna, il paese in cui operava il suo apostolato. Una loro concittadina Silvia Montemurro, da poco laureata e specializzata in criminologia, ha dedicato il suo primo romanzo intitolato L'inferno avrà i tuoi occhi (Newton Compton) proprio a quell’evento. Lo ricostruisce prendendo spunto da alcuni documenti ufficiali utilizzati nel dibattimento giudiziario che ha portato alla condanna delle tre colpevoli, ma anche recuperando appunti dal proprio diario. Lei era lì, era un’adolescente costretta a confrontarsi con un fatto sconvolgente, capitato nel paese in cui viveva. I protagonisti erano persone del suo mondo.

Nel secondo libro autobiografico, dal titolo suggestivo Io ballo con Dio (Mondadori), la protagonista, suor Anna Nobili, racconta la storia della propria conversione. Dopo una vita spesa a fare la cubista in discoteche e la ballerina in programmi televisivi, Suor Anna descrive in modo complesso e profondo il bisogno di trasformazione ed elevazione verso nuovi significati del proprio esistere fino alla decisione di dedicare la propria vita a Dio.
 
Questi due libri non hanno solo in comune il fatto che tutte le vicende raccontate ruotino intorno a donne che hanno vissuto in modo pieno e totale la chiamata di Dio. Entrambi i volumi infatti parlano del processo di crescita degli adolescenti. Le protagoniste dell’efferato romanzo e la stessa adolescenza di Suor Anna sembrano contaminate da un male di vivere e da un vuoto profondo che ha alle spalle un disperato bisogno di amore, affetto ed attenzione sincera.

Si legge nelle pagine di entrambi i libri la fatica nell’attraversare una fase del proprio ciclo di vita in cui tutto sembra dover avvenire nel qui ed ora, in cui l’unico desiderio è essere viste e ammirate, incluse nella vita degli altri senza avere alcuna idea di come e dove condurre la propria.

Io, come genitore, credo che questi libri raccontino la fame di infinito di cui è necessario nutrire il cuore, la mente e la vita dei nostri figli e che può essere soddisfatta solo se noi adulti sappiamo chi siamo. Servono testimoni credibili capaci di alzare lo sguardo, di avere sogni e speranze che vanno al di là del mito del successo, della popolarità, dell’essere ammirati per come si appare e non per come si è. Ecco, leggendo questi due libri, come mamma ho sentito forte il bisogno dei giovanissimi di un mondo di adulti capace di stare al loro fianco con una voglia di amore libero e incondizionato, con un desiderio di accompagnarli senza manipolarli, di sostenerli senza aspettative, se non quella di aiutarli a diventare chi realmente vogliono essere.

Suor Anna nella sua autobiografia racconta di aver avuto bisogno di Dio perché ciò che era diventata non corrispondeva a ciò che lei profondamente sentiva di voler essere.
Vanessa, la protagonista del romanzo della Montemurro, ritorna dopo anni sulla scena del delitto alla quale lei stessa ha contribuito e si interroga su cosa davvero voleva e cosa desiderava nel periodo della vita in cui ha lasciato che il male si servisse di lei e sconvolgesse la vita sua e di tutte le persone implicate in questo tragico evento.

In tutte e due le storie rimane sullo sfondo la bellezza della grazia di Dio
che attraverso le persone ordinate, suore e sacerdoti in primo luogo, regala alle nostre comunità e alla nostra vita un’occasione per educare lo spirito. Come mamma mi interrogo sulla mia capacità di far vedere e apprezzare ai miei figli il dono magnifico che i preti e le suore della nostra parrocchia sono per ciascuno di noi.

E voi avete mai parlato con i vostri figli del grande dono che le persone ordinate (suore, preti, diaconi, etc.) sono per le nostre comunità? Vi è capitato con i vostri bambini di pensare a piccoli o grandi gesti di attenzione da dedicare loro (es. un invito a cena, un biglietto d’auguri, il dono di un dolce, etc.)? Avete qualche ricordo particolarmente caro, nel vostro percorso di crescita, per cui dire grazie a un prete o una suora? Se avete voglia, condividetelo con noi. Un caro saluto.

Per chi ha figli adolescenti, vi consiglio di proporre a loro la lettura di questi due volumi. Nella loro unicità e particolarità hanno molto da insegnare. E se li leggete anche voi, potreste discuterne insieme.

Pubblicato il 30 aprile 2013 - Commenti (0)

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Noi mamme

Barbara Tamborini

Barbara Tamborini, psicopedagogista, autrice di libri sull'educazione. Ha 4 figli.

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