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Bach e Rubens: esplosione di gioia barocca

Peter Paul Rubens, (1577-1640), Cristo risorto, Firenze, Galleria Palatina.

Peter Paul Rubens, (1577-1640), Cristo risorto, Firenze, Galleria Palatina.

Piena, corposa e irresistibile come la musica di Bach è la pittura di Rubens. Peter Paul Rubens (1577-1640) e Johann Sebastian Bach (1685-1750).  Due geni del barocco. Il Cristo risorto di Rubens e l’Oratorio pasquale per orchestra e coro di Bach manifestano la stessa energia positiva e gioiosa cultura barocca europea in cui la divisione medioevale tra sacro e profano, tra carne e spirito è superata. Come Rubens in pittura così Bach in musica non rinunciò al profano, anzi lo inserì a pieno titolo nel sacro. La bourré, la giga, la gavotta, danze tipiche dalla musica profana, danno forza e vigore all’Oratorio sacro bachiano che celebra il mistero pasquale.  Allo stesso modo le carni floride e ben tornite del Cristo risorto di Rubens e dell’angelo con la veste rossa che lo scopre e lo osserva curioso da dietro il sudario aprono la “danza” di una vita nuova che Cristo inaugura risorgendo.

In effetti Bach ricavò l’Oratorio di Pasqua da una cantata profana scritta per il compleanno del duca Christian di Sassonia-Weissenfels (eseguita il 25 febbraio 1725). L’oratorio sacro tornò poi profano per uno strano destino essendo stato riscritto dallo stesso Bach per una nuova occasione: il compleanno del conte Joachim Friedrich von Flemming (e fu eseguita a Lipsia il 25 agosto 1726).

Il Concilio di Trento (1545-1563), superando ogni dualismo, ha riproposto la pienezza del dogma cattolico dell’incarnazione di cui Rubens è l’artista più rappresentativo: Cristo è vero uomo e vero Dio. Così Rubens e Bach, ciascuno nel suo ambito, cattolico o protestante il secondo, si rivelano entrambi uomini di profonda ispirazione religiosa che esprimono, attraverso l’arte, la forza della fede. Rubens lavorò per la committenza cattolica, soprattutto a Roma e Madrid; e Bach fu maestro di cappella, organista e clavicembalista alle corti di Germania e Prussia. In questa loro vocazione sono stati entrambi grandissimi, realizzando opere che attraverso il linguaggio universale dell’arte e della bellezza hanno parlato e ancora parlano a tutti.

Alfredo Tradigo

Pubblicato il 20 marzo 2013 - Commenti (0)

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