1. La domenica che precede il martirio di S. Giovanni il Precursore
Capitando di domenica, la festa del martirio del Precursore del Signore, destinata a segnare una svolta nel Tempo “dopo Pentecoste”, viene celebrata il 1° settembre. Il Lezionario presenta i seguenti brani biblici: Lettura: 2Maccabei 6,1-2.18-28; Salmo 140; Epistola: 2Corinzi 4,17-5,10; Vangelo: Matteo 18,1-10. Marco 16,1-8a viene proclamato nella Messa vigiliare del sabato come Vangelo della Risurrezione. Le orazioni e i canti per la Messa vengono presi dal formulario della XXII domenica del Tempo “per annum”.
2. Vangelo secondo Matteo 18,1-10
1In quel tempo. I discepoli si avvicinarono al Signore Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». 2Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro 3e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. 5E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
6Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. 7Guai al mondo per gli scandali, ma guai all’uomo a causa del quale avviene lo scandalo!
8Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. 9E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco.
10Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
3. Commento liturgico-pastorale
Il brano evangelico riporta l’avvio di una serie di “insegnamenti” del Signore che attengono alla vita della sua comunità, la Chiesa, autentico germoglio del regno dei cieli. I vv 1-5 raggruppano alcuni “detti” di Gesù sui “bambini”, vale a dire sui discepoli più umili, semplici e indifesi, affermando che è necessario, per tutti, assumere la semplicità e la piccolezza davanti a Dio e ai fratelli per aver parte al regno dei cieli, ossia alla salvezza definitiva (vv 1-4). In essi, nei “piccoli” si identifica lo stesso Signore Gesù (v 5).
I vv 6-9 ruotano attorno all’esigenza, nella comunità, di evitare, a tutti i costi, lo “scandalo” dei “piccoli” ponendo un ostacolo nel loro cammino di fede e di adesione a Gesù con mentalità e atteggiamenti antievangelici. I vv 8-9, con accenti paradossali, invitano i membri della comunità a sacrificare tutto ciò che è di impedimento e di ostacolo all’ingresso nella “vita”, quella “eterna” s’intende.
Le lezioni bibliche proposte per questa domenica sono segnate, secondo la tradizione propriamente “ambrosiana”, dalla Lettura presa sempre dai due Libri dei Maccabei. Si vuole, così, preparare quella “svolta” nel Tempo dopo Pentecoste rappresentata dall’annuale memoria del “martirio” di san Giovanni Battista, il Precursore del Signore.
Il suo martirio come già quello dei sette fratelli Maccabei, della loro madre, e di Eleazaro «uno degli scribi più stimati» (2Maccabei 6,18), ricorda alla Chiesa la vocazione al martirio, ovvero alla testimonianza che essa è chiamata a dare al Signore Gesù e al suo Vangelo tra le inevitabili prove e persecuzioni, anche violente, che accompagneranno sempre il suo cammino. La Chiesa, per questo, potrà contare sull’assistenza continua dello Spirito Santo dono del Signore risorto.
Stando alla pagina evangelica, la peculiare “testimonianza” che la Chiesa è chiamata a dare riguarda la sequela del Signore nella via dell’umiltà e della piccolezza evangelica. È la via di chi diventa «bambino» per poter «entrare nel regno dei cieli» (Matteo 18,2) ovvero per «entrare nella vita» (v 8-9) quella eterna, nella salvezza! La Chiesa e in essa ogni credente dovrà guardarsi dagli “scandali” vale a dire dagli ingombri che le vengono dalla mentalità mondana consacrata alla ricerca del potere, del dominio, dell’affermazione di sé.
L’esempio dello scriba Eleazaro, pronto a morire, pur di mantenersi fedele alle «sante e venerande leggi» (2Maccabei 6,28), l’esempio del Precursore, spronano ogni discepolo del Signore a perseverare nella fede, a dare con coraggio testimonianza del suo Vangelo, nella consapevolezza che «il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria» (Epistola: 2Corinzi 4,17). Questa consapevolezza in Paolo, come già in Eleazaro e nel Precursore del Signore è sorretta dal fatto che nulla può essere anteposto al Regno, alla prospettiva cioè della definitiva salvezza. Essa non fa temere il giudizio e la condanna degli uomini ma solo il giudizio di Dio, il quale è pronto a donare «un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli» a chi, per la fedeltà a lui ha avuto «distrutta la dimora terrena» (2Corinzi 5,1), vale a dire è andato incontro alla persecuzione e addirittura alla morte!
È quanto avviene ancora in ogni angolo della terra, dove un gran numero di fratelli soffrono persecuzioni senza venir meno alla loro fede nel Signore Gesù. Occorre anche a noi rendere più robusta la nostra fede, cercando ogni giorno il contatto con il Signore che ci parla nelle Divine Scritture e, nel sacramento eucaristico, ci offre la viva testimonianza della sua inesauribile carità e l’anticipo della “vita”.
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