La prima domenica dopo il 6 gennaio è dedicata alla celebrazione del Battesimo del Signore come “epifania” o manifestazione di Gesù quale Figlio unico di Dio e salvatore del mondo. Con questa festa si conclude il tempo liturgico di Natale e prende quindi avvio quello “Dopo l’Epifania”.
Il Lezionario
La Lettura: Isaia 55,4-7, il Salmo 28 (29) e l’Epistola: Efesini 2,13-22 vengono proclamate ogni anno mentre, per il corrente anno B, il Vangelo è preso da Marco 1,7-11. Alla Messa vigiliare del sabato sera viene letto Marco 16,9-16 come Vangelo della Risurrezione.
Lettura del profeta Isaia (55,4-7)
Così dice il Signore Dio: 4«Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni. 5Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano a causa del Signore, tuo Dio, del Santo d’Israele, che ti onora. 6Cercate il Signore, mentre si fa trovare, invocatelo, mentre è vicino. 7L’empio abbandoni la sua via e l’uomo iniquo i suoi pensieri; ritorni al Signore che avrà misericordia di lui e al nostro Dio che largamente perdona».
Il brano conclude la seconda parte del libro di Isaia con un’ultima esortazione ai membri del popolo a prendere parte ai beni della rinnovata alleanza in seguito al ritorno dall’esilio babilonese e ad essere testimone presso tutti i popoli della terra dei doni divini (vv. 4-5). Nei vv. 6-7 spicca l’invito alla conversione della mente e della condotta approfittando della vicinanza benevola di Dio.
Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (2,13-22)
Fratelli, 13in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
14Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne. 15Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, 16e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. 17Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. 18Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito.
19Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù. 21In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.
Il brano mette in luce la riconciliazione dei giudei e dei pagani fra di loro e con Dio come frutto della salvezza operata in Cristo ovvero, come viene detto al v. 13, «grazie al suo sangue», quello della sua Croce. In particolare nei vv. 14-15 si parla della riconciliazione tra il popolo di Dio, Israele, e i popoli pagani che la Croce del Signore ha fatto «una cosa sola». I vv. 16-18 parlano della riconciliazione degli uni e degli altri con Dio sempre «per mezzo della Croce» con la quale ha eliminato ogni «inimicizia tra Dio e gli uomini». I vv. 19-22 infine indicano le felici conseguenze per gli uomini dell’opera di salvezza compiuta dal Signore: «non più stranieri né ospiti» ma «concittadini dei santi e familiari di Dio» (v. 19), edificati su Cristo come «pietra d’angolo» (v. 20) per diventare «tempio santo del Signore» (v. 21) «abitazione di Dio per mezzo dello Spirito» (v. 22).
Lettura del Vangelo secondo Marco (1,7-11)
In quel tempo, Giovanni 7proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. 8Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 9Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. 10E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. 11E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
I vv. 7-8 riferiscono il contenuto essenziale della predicazione del Battista riguardante il Messia, del quale proclama la superiorità parlando di lui come del «più forte», detentore del battesimo «in Spirito Santo». I vv. 9-11 infine riportano l’evento “storico” del battesimo di Gesù “illustrato” dalla visione dei cieli che si aprono (v. 10) permettendo così allo Spirito di scendere e di posarsi su di lui. Alla visione segue «una voce dal cielo» (v. 11), quella di Dio che rivela l’identità di Gesù che è il Figlio, “l’amato”!
Commento liturgico-pastorale
La presente festa è da comprendere in continuità con la grande solennità dell’Epifania celebrata il 6 gennaio. Il battesimo di Gesù è, in realtà, l’evento “epifanico” per eccellenza in quanto risultano coinvolte in esso le Tre Divine Persone. La preghiera liturgica ambrosiana ama mettere in luce il ruolo delle singole Persone Divine nel battesimo al Giordano a iniziare dal Padre che in esso ha «manifestato il Salvatore degli uomini» e si è rivelato «padre della luce» (Prefazio I). Il Padre dunque è il protagonista di ciò che avviene sulle rive del Giordano. È Lui, infatti, a «schiudere i cieli» mentre il Figlio si immergeva nelle sue acque che vengono così “consacrate”. È Dio, il Padre che in esse ha «vinto le potenze del male» e ha indicato «il Figlio unigenito, su cui in forma di colomba era apparso lo Spirito Santo» (Prefazio I). Ed è proprio la solenne proclamazione e indicazione di Gesù come il Figlio, quello unico, quello amato, il vertice della rivelazione trinitaria al Giordano.
In lui si adempie la parola profetica relativa al popolo d’Israele costituito da Dio «testimone fra i popoli, principe e sovrano sulle nazioni» (Lettura). Gesù, dunque, è punto di convergenza attorno al quale nei disegni divini i popoli e le nazioni tutte della terra sono destinate a radunarsi. Si tratta di un mirabile progetto ideato nel cuore della Trinità e ora visibile e riscontrabile nettamente nel Figlio unico mandato nel mondo a portare il “compiacimento” ovvero la benevolenza di Dio del quale Egli è detentore e dispensatore.
In lui l’umanità intera che ancora oggi si presenta divisa e lacerata è destinata a diventare una sola cosa! È quanto ha scritto l’Apostolo nell’Epistola oggi proclamata: «Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini». L’Apostolo, è vero, si riferisce al popolo d’Israele , i vicini e ai popoli pagani , i lontani!
In realtà viene aperta una prospettiva di ricomposizione dell’umanità in «un solo uomo nuovo» che è appunto il Signore Gesù, anzi «in un solo corpo» che è quello formato da lui e dall’intera umanità. Di tutto ciò i credenti cominciano a fare reale esperienza nella partecipazione ai sacramenti pasquali del Battesimo e dell’Eucaristia.
L’acqua del Battesimo, da Dio benedetta «mediante la santificazione dello Spirito» offre ai credenti la remissione di ogni peccato e genera figli di Dio, destinati alla vita eterna. Ciò che avviene per quanti con fede si immergono nell’acqua battesimale è davvero straordinario: «Erano nati secondo la carne, camminavano per la colpa verso la morte; ora la vita divina li accoglie e li conduce alla gloria dei cieli» (Prefazio), che consiste esattamente nella rigenerazione a figli di Dio nell’Unico Figlio. Partecipando quindi alla mensa eucaristica del suo Corpo e del suo Sangue, «sacrificio perfetto che ha purificato il mondo da ogni colpa» (Orazione Sui Doni), osiamo domandare al Padre del cielo di renderci «fedeli discepoli del tuo Figlio unigenito perché possiamo dirci con verità ed essere realmente tuoi figli» (Orazione Dopo la Comunione). Saremo allora credibili nell’annunciare il messaggio orante che contiene il significato profondo dell’Epifania al Giordano: «Tutto il mondo è santificato nel battesimo di Cristo e sono rimessi i nostri peccati. Purifichiamoci tutti nell’acqua e nello Spirito» (Canto Alla Comunione).
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