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Ministro Kyenge, offese ingiustificabili

Giovedì sera, 13 giugno, ho partecipando a un incontro all’università Gregoriana, organizzato dal Centro Astalli. All’incontro era presente anche la neo ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge, prima donna di origine africana  nel governo italiano.


Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana che moderava l’incontro, rivolgendosi alla Ministro prima dell’introduzione, le presentava le sue scuse e la sua solidarietà per i numerosi commenti denigratori subiti dall’inizio della sua nomina.

Ciò che mi ha maggiormente sconcertata e assai indignata è stato l’ultimo affronto, a dir poco volgare, violento, scandaloso ed esecrabile, per non dire diabolico, rivolto alla ministro da un’altra donna, pure lei impegnata in politica, Dolores Valandro, consigliera della Lega in una circoscrizione di Padova. Parlando della Kyenge si è permessa un’espressione a dir poco vergognosa e aberrante: «Ma mai nessuno che la stupri?!».


Durante l’incontro alla Gregoriana, la ministro ha semplicemente detto, con discrezione e pacatezza, da vera donna con animo e linguaggio nobile e senza retorica, che non intende rispondere a queste affermazioni, giacché per tutta la vita si è battuta per contrastare ed eliminare la violenza in tutte le sue forme, fisica ma anche verbale, che può ferire le persone, specialmente quando toglie loro fiducia, buon nome e reputazione.

Interpretando il sentire di tante donne, per di più religiose, che da anni si prodigano per ridare dignità, identità e libertà ad altre donne, desidero rivolgermi in modo particolare e direttamente alla signora Dolores Valandro e a quanti possono approvare la sua posizione o la pensano come lei. In Italia ci sono migliaia di donne africane che ogni notte subiscono veri e propri stupri a pagamento da parte di moltissimi uomini italiani, “clienti” incuranti di ciò che può sentire e vivere una donna vittima di tratta e costretta allo sfruttamento sessuale.

Perché non parliamo mai di questa triste e vergognosa realtà? Si rende conto la signora Valandro e moltissimi altri sedicenti benpensanti di cosa significa subire violenza ogni notte, e ripetutamente?

Perché le nostre istituzioni non prendono provvedimenti seri ed efficaci per lottare contro questa terribile piaga del nostro secolo? Una vera e propria schiavitù, non mi stancherò mai di ripeterlo, che riguarda migliaia di giovani donne, in gran parte immigrate, che subiscono abusi e violenze senza mai fare notizia.

Forse le donne straniere sono considerate di “seconda categoria” anche dai nostri media? Se poi sono costrette alla prostituzione, allora vediamo in loro una mera merce usa e getta? Magari qualcuno penserà pure che se la sono cercata…. Che dire, poi, delle dieci giovani donne nigeriane uccise lo scorso anno sulle nostre strade e di cui nessuno parla, perché non interessano, non fanno notizia, non si trovano i colpevoli e le loro famiglie non potranno mai avere un risarcimento?

Ormai il tema del “femminicidio” è diventato notizia quasi giornaliera nei nostri media. Questa violenza che si scatena contro le donne è diventata un indice inconfutabile del grave declino culturale e valoriale che attanaglia il nostro Paese e che dobbiamo contrastare, recuperando relazioni vere e cariche di senso tra uomo donna, basate sul rispetto reciproco e non sulla convenienza o gli interessi personali.
Ben vengano allora nuove proposte che ci aiutino a creare una comunità più rispettosa e solidale, multietnica e multiculturale, fondate sull’accoglienza, l’integrazione, il rispetto e la valorizzazione della ricchezza e della bellezza di ciascuno. Qualunque sia la sua provenienza.

Pubblicato il 14 giugno 2013 - Commenti (0)

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Autore del blog

Noi donne oggi

Suor Eugenia Bonetti

Missionaria della Consolata, è stata per 24 anni in Kenya. Al ritorno comincia a lavorare in un Centro d’ascolto e accoglienza della Caritas di Torino, con donne immigrate, molte delle quali nigeriane, vittime di tratta. Dal 2000 è responsabile dell’Ufficio tratta dell’Unione superiori maggiori italiane (Usmi). Coordina una rete di 250 suore di 70 diverse congregazioni, che operano in più di cento case di accoglienza. Il presidente Ciampi l’ha nominata nel 2004 Commendatore della Repubblica italiana.
Ha scritto con Anna Pozzi il libro "Schiave" (Edizioni San Paolo).

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