Pur non avendo avuto la possibilità di essere presente a Milano per l’Incontro Mondiale delle Famiglie 2012, insieme alle migliaia di famiglie provenienti da tutto il mondo, desidero condividere alcune riflessioni sulla bellezza e la ricchezza che racchiude ogni nucleo familiare. Un uomo e una donna, uniti nell’amore e nella donazione reciproca, quasi sempre arricchita dal dono dei figli, sono la prima e più significativa “cellula della società”, su cui poggia tutto l’ordinamento umano, sociale e religioso. Come tale la famiglia deve essere riconosciuta e valorizzata, protetta e aiutata perché possa essere artefice di crescita e sviluppo di ogni società.
Penso, infatti, con viva riconoscenza al dono della mia famiglia. Essendo l’ultima di cinque sorelle e un fratello, ho potuto godere delle tante premure, esempi, affetto e sostegno che mi hanno poi accompagnato durante tutto il mio lungo cammino di servizio a Dio e alla missione. In questi giorni in cui ho celebrato il mio cinquantesimo di professione religiosa, è sempre stato vivo in me il ricordo del contributo della mia famiglia, nonché della mia comunità parrocchiale, per la piena realizzazione del progetto di Dio nella mia vita.
Infatti, la comunità parrocchiale, quale famiglia di famiglie o famiglia allargata, come viene concepita in modo speciale in Africa, si prende cura dei suoi figli e figlie che sono la più grande ricchezza. La famiglia è sempre la prima scuola di vita, dove possono sbocciare anche le vocazioni di speciale discepolato per un servizio all’umanità, che si esprime e realizza in modi e forme diverse, se trova il terreno fecondo per capire e cogliere l’invito di un nuovo: “Vieni e seguimi!”.
Le madri, in particolare, hanno sempre un ruolo specialissimo da compiere nella famiglia perché sanno intuire, capire, mediare, perdonare ed essere sempre ponti di riconciliazione e di pace.
Nei lunghi anni passati in Africa, ho potuto costatare in tante situazioni e contesti come sempre la presenza della donna contribuisca alla crescita della vita, mettendo in campo le sue capacità, talenti e intuizione di donna e di madre. Ed è proprio la donna che anche nella comunità cristiana ha un ruolo di vitale importanza. La Chiesa in Africa si sviluppa e cresce proprio grazie alla presenza e alla laboriosa creatività delle donne, che con le loro capacità e intuizioni materne sanno costruire la famiglia di Dio. Sono loro le madri generatrici di vita non solo biologica, bensì della vita in abbondanza trasmessa da Cristo alla sua Chiesa.
Sono sempre più convinta che, come nella famiglia naturale, anche nella Chiesa la presenza della donna/madre ha un posto e un ruolo specifico da compiere. Più che mai si sente oggi il bisogno che anche nella Chiesa il“genio femminile” così tanto proclamato e promosso dal Beato Giovanni Paolo II, deve essere maggiormente riscoperto e valorizzato se vogliamo parlare di una “Chiesa Madre” che si prende cura dei suoi figli. Chi più di della donna può presentare il “volto materno di Dio”, che non solo è Padre ma anche madre?
Nella Chiesa abbiamo avuto tante donne che hanno rivelato questo volto materno di Dio attraverso la loro testimonianza, come ha fatto una delle tante donne riconosciute dalla Chiesa come Santa Gianna Berretta Molla, che ha dato la sua vita per generare e far crescere un’altra vita.
Questo vuol dire essere madre oggi anche nella famiglia di Dio. Ma questo ruolo deve essere maggiormente riconosciuto e valorizzato anche dagli stessi pastori della Chiesa, che sono chiamati a cogliere i nuovi segni dei tempi e ad aprirsi a una maggior collaborazione, fiducia, apprezzamento nonché a favorire la presenza della donna nei vari ambiti della Chiesa e delle comunità cristiane. Ruoli non solo operativi ma anche direttivi, di pensiero, di organizzazione e formazione senza aver paura della sua presenza e delle sue capacità.
Quanto sarebbe più ricca e più credibile la Chiesa se apprezzasse maggiormente la presenza del genio femminile nelle sue varie organizzazioni!
L’esempio di Cristo che ha incontrato ogni genere di donne e le ha apprezzate, valorizzate e inviate ad annunciare la vita vera che sboccia anche dalla sofferenza e dalla stessa morte, è molto eloquente e invita tutti noi a saper riscoprire in ogni donna e madre la figura di Maria, la donna per eccellenza, madre vera della Chiesa e dell’umanità. Maria invita ogni donna a essere madre della piccola chiesa domestica, madre delle comunità cristiane e madre della stessa Chiesa. Solo così potremo riscoprire come la famiglia può e deve essere considerata “il patrimonio principale dell’umanità”, come è stata definita da Benedetto XVI durante il discorso a Milano per l’apertura dell’Incontro Mondiale delle Famiglie.
Pubblicato il 03 giugno 2012 - Commenti (0)