Papa Benedetto XVI in compagnia di alcuni giovani.
Il Messaggio del Papa per la XLV Giornata Mondiale della Pace, che si celebra il prossimo 1° gennaio, si inserisce in una prospettiva educativa molto interessante e di grande attualità: «Educare i giovani alla giustizia e alla pace».
La convinzione del Santo Padre è che essi, con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possano offrire una nuova speranza al mondo e per questo vanno adeguatamente valorizzati.
È quanto cerchiamo di fare anche noi, nel nostro piccolo, con incontri formativi e informativi, provando a raggiungere il maggior numero possibile di giovani, ancora sensibili alle tematiche sociali, per far conoscere in particolare il dramma della tratta di esseri umani e soprattutto per aiutarli a riscoprire e a vivere il grande valore del rispetto della dignità di ogni persona. Solo così, ciascuno potrà essere protagonista di uno sviluppo personale, sociale e cristiano equilibrato, che si esprime attraverso gesti concreti di giustizia e di pace.
Recentemente ho partecipato a un incontro molto bello, consolante e promettente in un Liceo Statale di Ariccia (Roma), organizzato quale preparazione alternativa a un Natale commerciale. Le insegnanti di religione si erano documentate sul problema della tratta di esseri umani e avevano preparato i giovani nelle varie classi attraverso informazioni, documenti e filmati. I ragazzi erano entusiasti di poter incontrare qualcuno che vive a diretto contatto con queste donne e che ha condiviso i loro drammi. E si sono interrogati su cosa potevano fare anche loro.
A questo proposito ho parlato loro del momento di preghiera e di festa che ogni anno organizziamo per Natale nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Ponte Galeria con donne in attesa di essere rispedite a casa perché prive di documenti. Normalmente regaliamo loro una borsa viaggio, perché possano rientrare in maniera dignitosa e non con le loro poche cose buttate in un sacco della spazzatura. Portiamo degli abiti caldi e un po’ di dolci. I ragazzi, però, sapevano che queste donne, molte delle quali giovanissime, avrebbero gradito anche qualcosa di “speciale”. E allora i 400 studenti della scuola si sono attivati e con grande sorpresa e commozione ho visto il palco letteralmente coperto di bellissimi peluche. Era il loro dono per le ragazze di Ponte Galeria.
Questo gesto, ma anche le loro domande e il silenzio che accompagnava le risposte, mi ha confermato ancora una volta della necessità di investire sui giovani specie nelle scuole per un vero cambiamento di mentalità e per creare una società basata sui valori di giustizia ed equità.
Spetta, però, anche a noi adulti, educatori e genitori, accogliere ancora l’invito del Papa che ci sollecita a «comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene. È un compito, questo, in cui tutti siamo impegnati in prima persona».
Il Santo Padre inoltre aggiunge: «Per questo sono più che mai necessari autentici testimoni, e non meri dispensatori di regole e di informazioni; testimoni che sappiano vedere più lontano degli altri, perché la loro vita abbraccia spazi più ampi. Il testimone è colui che vive per primo il cammino che propone».
Questa è proprio la nostra sfida di oggi: essere testimoni che propongono una meta da raggiungere ma che sanno anche camminare al fianco di chi sta intraprendendo il cammino della vita.
Pubblicato il 21 dicembre 2011 - Commenti (0)