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lug

Le voci segrete della violenza

Non passa giorno, o quasi, che non si abbiano notizie di violenze (spesso domestiche) nei confronti delle donne. Purtroppo anche i dati - resi noti recentemente dall’Associazione nazionale Telefono Rosa -, confermano una situazione molto preoccupante e sconcertante. L’inchiesta rivela che l’87 per cento delle violenze avviene in famiglia, tra le mura domestiche, giustificata sovente in nome della stessa affettività; in realtà è esclusivamente violenza inaudita e ingiustificabile. Basti pensare che solo nei primi sei mesi del 2012 sono state uccise in Italia 61 donne. Certamente, in queste statistiche non vengono incluse le donne vittime di tratta e di violenza sulle nostre strade, di cui poco o nulla si dice, perché loro, donne immigrate cosiddette prostitute, non fanno notizia e purtroppo non si cercano e non si trovano mai i colpevoli.

Il rapporto di Telefono Rosa segnala invece con forza la tragica e terribile conferma che, a commettere i reati, sono in gran parte gli stessi familiari: mariti, ex compagni o persone nella cerchia affettiva delle mura domestiche. La violenza è spesso causata da gelosia, dal non saper accettare un confronto, da un rifiuto o da un fallimento, oppure dalla paura di perdere un bene, un affetto che si ritiene una proprietà privata di cui si può fare ciò che si vuole.

Ma la donna, in famiglia - ma anche in strada - non è mai un oggetto “usa e getta” come molti vorrebbero farci credere, specialmente attraverso la rappresentazione che ne viene fatta dai mezzi di comunicazione. Purtroppo l’immagine che viene enfatizzata dai media educa spesso alla sopraffazione, alla violenza, all’uso del corpo solo come merce.
D’altro canto, i bambini hanno sempre meno esempi positivi da seguire all’interno delle loro famiglie. È quanto emerge anche dal rapporto ed è un aspetto inquietante molto evidenziato dalla stessa presidente di Telefono Rosa, Gabriella Moscatelli: si tratta della cosiddetta “violenza assistita”, ossia la violenza della quale i bambini sono spettatori all’interno delle mura domestiche. Il che li rende da un lato vittime, dall’altro potenziali soggetti violenti. I bambini vedono e assorbono lo stesso modo di agire, reagire e giudicare che sperimentano all’interno della famiglia. E, una volta diventati adulti, tendono a riprodurre gli stessi atteggiamenti.

Oggi sentiamo con urgenza la necessità di aiutare la coppia a maturare e a vivere insieme con atteggiamenti di rispetto reciproco, di accoglienza del diverso, di dialogo, di perdono, di amore sincero e non possessivo. Quante volte invece le coppie sono lasciate sole a far fronte alle loro difficoltà e ai loro drammi, fatti di incomprensioni, paure, gelosie, tradimenti, solitudine. Purtroppo a farne le spese sono quasi sempre le donne e i bambini.

Ben venga allora anche la formazione integrale dei giovani nelle parrocchie e nelle scuole, basata soprattutto sul grande valore del rispetto della dignità della persona, sia maschile che femminile. I nostri giovani devono essere formati e aiutati a saper cogliere e accogliere le differenze, ad apprezzare capacità e ruoli, mirando a un’affettività equilibrata e responsabile.

A questi giovani, noi dovremmo avere il coraggio di proporre esempi positivi ed edificanti, come quello di Maria Goretti, dodicenne uccisa il 6 luglio del 1902 per non aver accettato le richieste di un giovane che la molestava. Marietta, così veniva chiamata, ha avuto l’esempio di una mamma che l’aveva educata al rispetto, al dovere, alla propria dignità e integrità.

E proprio a Nettuno, dove riposa il suo piccolo corpo nella basilica a lei dedicata, abbiamo voluto aprire una comunità di accoglienza per donne che hanno subito violenza in modi diversi, tra cui donne vittime di tratta. Questa casa, aperta grazie alla collaborazione di diverse comunità religiose, parrocchie e diocesi, vuole essere un punto di riferimento e di incoraggiamento per quante si portano dentro segni di violenza e umiliazione, affinché possano ritrovare speranza e serenità e la voglia di riprendere in mano la propria vita per diventare protagoniste del loro futuro.

Pubblicato il 09 luglio 2012 - Commenti (0)
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Autore del blog

Noi donne oggi

Suor Eugenia Bonetti

Missionaria della Consolata, è stata per 24 anni in Kenya. Al ritorno comincia a lavorare in un Centro d’ascolto e accoglienza della Caritas di Torino, con donne immigrate, molte delle quali nigeriane, vittime di tratta. Dal 2000 è responsabile dell’Ufficio tratta dell’Unione superiori maggiori italiane (Usmi). Coordina una rete di 250 suore di 70 diverse congregazioni, che operano in più di cento case di accoglienza. Il presidente Ciampi l’ha nominata nel 2004 Commendatore della Repubblica italiana.
Ha scritto con Anna Pozzi il libro "Schiave" (Edizioni San Paolo).

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