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Suor Patricia e suor Monika in Italia
Suor Monika, impegnata contro la tratta delle donne africane.
Venerdì 20 maggio, suor Patricia Ebegbulem, religiosa nigeriana, responsabile della rete Africa delle religiose contro il traffico di esseri umani per lo sfruttamento sessuale, è intervenuta all’uUniversità americana di Roma durante la cerimonia di laurea. La testimonianza che ha portato è quella di una donna che vive dall’interno il dramma di molte sue connazionali trafficate all’estero e specialmente nel nostro Paese, per essere vendute sulle strade, ad uso e consumo dei clienti italiani del sesso a pagamento.
«Nonostante il commercio degli schiavi sia stato abolito nel diciannovesimo secolo, continua a far emergere la sua terribile testa attraverso il traffico di donne per lo sfruttamento sessuale promosso da qualche genio diabolico. Un sistema in cui le donne e le ragazze sono vendute e comprate allo scopo di fornire soddisfazione sessuale a clienti paganti». Suor Patricia lavora coraggiosamente contro questo traffico in Nigeria, Paese da cui provengono migliaia di ragazze sfruttate in Italia. Ma ha una lunga esperienza di insegnamento e di direzione di scuole. Conosce l’importanza di formare le nuove generazioni. Per questo, ha realizzato un manuale sul traffico di esseri umani per lo sfruttamento sessuale da diffondere nelle scuole superiori della Nigeria. Uno strumento importantissimo per sensibilizzare i giovani e prevenire questo tragico e vergognoso traffico.
In queste settimane, suor Patricia ha avuto la possibilità di visitare, insieme a un’altra suora nigeriana, suor Monika, diverse comunità di accoglienza di religiose italiane sparse nel nostro Paese. E ha conosciuto in presa diretta l’orribile esperienza della strada di notte. Ha visto il peggio dello sfruttamento e il meglio del loro recupero. Ha vissuto la sofferenza di queste donne distrutte dall’umiliazione della strada, ma anche la gioia di vedere la loro rinascita. E ha potuto apprezzare l’impressionate lavoro di accoglienza che viene svolto nelle comunità di religiose italiane. Uno dei suoi commenti, nei vari incontri a cui ha partecipato, è stato molto duro, ma anche emblematico del sentimento di disagio, sofferenza e indignazione vissuti. «Entrando nelle vostre case, qui in Italia, ho visto che avete tanta cura dei vostri animali domestici. Quanto vorrei che anche le nostre ragazze fossero trattate almeno come loro».
Purtroppo queste donne, costrette a prostituirsi sulle nostre strade, continuano a essere trattate peggio delle bestie, a soffrire e a morire, senza volto, senza nome, senza casa e senza patria. Durante la loro visita in Italia, le due religiose nigeriane hanno incontrato anche molte ragazze minorenni, che hanno ritrovato in loro altrettante madri, pronte ad aiutare loro e le loro famiglie contro le ritorsioni dei trafficanti e degli sfruttatori. Infine, le due religiose parteciperanno a un incontro internazionale per rafforzare ancora di più il lavoro in rete tra Paesi di origine, transito e destinazione. È organizzato dalla “rete delle reti”, nata nel 2009 e chiamata Talita Kum, su iniziativa dell’Unione delle superiore generali internazionale (Uisg), di cui l’Usmi è parte. Un ulteriore passo per combattere tutti insieme questo vergognoso traffico.
Pubblicato il 23 maggio 2011 - Commenti (0)