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Una risposta autorevole è possibile cercarla tra le righe del messaggio che Benedetto XVI ha scritto per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: «Le reti facilitano la condivisione delle risorse spirituali e liturgiche, rendendo le persone in grado di pregare con un rinvigorito senso di prossimità a coloro che professano la loro stessa fede»
Mai, forse, come in questi ultimi giorni si sono moltiplicate in Rete le intenzioni di preghiera per il Papa e la Chiesa, rimbalzando da un capo all’altro del pianeta. La rinuncia del Pontefice ha creato un fortissimo fermento in Internet, un gigantesco “buzz” come dicono gli addetti ai lavori, che per buona parte dei cybernauti si è tradotto in senso di vicinanza e preghiera. Il web ha modificato il senso di prossimità per molti esseri umani, che sentono reale e benefico anche il contatto mediato dall’elettronica. Ancora prima di ogni sito di news e agenzia stampa è stato Twitter a diffondere la notizia nel mondo ed è stato sempre lo stesso sistema di microblogging a raccogliere reazioni e brevi preghiere degli utenti.
La diocesi di Pistoia sta raccogliendo stati d’animo e pensieri dei fedeli tramite l’indirizzo dell’Ufficio comunicazioni sociali per poi stamparli ed eventualmente recapitarli in Vaticano. I frati del Sacro Convento di Assisi, tramite il sito sanfrancesco.org, hanno reso possibile la partecipazione di migliaia di utenti della Rete agli esercizi quaresimali predicati per il Papa e la Curia dal cardinal Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Internet, data anche la sua natura “intangibile”, si rivela sempre più un mezzo potente per la condivisione di beni spirituali ed un veicolo straordinario per stimolare la preghiera nei fedeli. Attenzione alle equazioni ingenue, però: leggere una bella frase sullo schermo, non equivale automaticamente a pregare…
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19 febbraio 2013 - Commenti
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