29
mar
Due velocità. Quella della Chiesa istituzionale, sempre attenta, prudente, che procede con gradualità e senza strappi.
Poi c’è quella di papa Francesco: spontaneo e immediato, ha impresso dai primi istanti una forte accelerazione nei cambiamenti e nella percezione di fedeli e non. Asia news (www.asianews.it) scrive addirittura di un “effetto papa Francesco” che ha portato nuove conversioni al cristianesimo in Corea e in altri paesi del mondo. Di papa Bergoglio ne parlano le persone per strada, al posto di lavoro, al bar riferendosi a lui come se fosse stato eletto anni fa, come se il tempo avesse potuto depositare nel loro intimo una forte empatia e sintonia con lui, e invece è papa solo da 15 giorni.
La scelta di tenere la stessa croce che portava da cardinale, l’inchino verso la folla riunita in piazza per la benedizione, il celebrare il giovedì santo in un carcere minorile, anche solo il portare le scarpe nere al posto delle rosse -che all’istituzione può sembrare un dettaglio poco significativo- hanno avuto come conseguenza una forte accelerazione nella percezione della figura del Papa in tutto il mondo, fenomeno tipico della comunicazione elettronica dove la potenza del simbolo crea in brevissimo tempo un forte impatto emotivo. L’accelerazione, impressa soprattutto dall’elettronica, è una cifra che segna in maniera significativa la vita quotidiana dell’uomo odierno e papa Bergoglio sembra esserne profondamente consapevole.
C’è un’altra cifra che ci fa accostare le scelte di papa Francesco alla logica del web 2.0: l’accessibilità. Fino ad oggi una delle percezioni più forti nei confronti del Pontefice era la sua inaccessibilità: abita all’ultimo piano di un palazzo imponente, è circondato da un robusto servizio di sicurezza, è quasi impossibile incontrarlo e anche quando lo si vede in pubblico è pressoché impossibile parlargli. Invece Jorge Mario Bergoglio ha chiesto, in questo periodo, di poter abitare a Casa santa Marta accettando di condividere una dimensione comunitaria con altri inquilini. Ha celebrato la sua prima messa domenicale nella parrocchia di S. Anna in Vaticano, ha salutato personalmente i fedeli al termine, ha fatto fermare la jeep in piazza S. Pietro per salutare una famiglia di amici… questa è accessibilità. Oggi sappiamo bene quanto questa parola sia fondamentale per il web ma anche per architettura e urbanistica che devono occuparsi di abbattere il più possibile le barriere fisiche.
Rendere accessibile significa poter incontrare tutti senza escludere nessuno anche chi ha più difficoltà, ha problemi di connessione e di comunicazione. Anche questo potrebbe essere un messaggio chiaro di Francesco, il Papa “accessibile”.
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29 marzo 2013 - Commenti
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12
mar
Si tratta del primo conclave dell’era di Twitter: il 19 aprile 2005 infatti, giorno dell’elezione di Benedetto XVI, il noto sistema di microblogging non era ancora nato. Mai come oggi l’elezione di un Papa ha avuto un contorno così social, così condiviso e planetario, quasi a richiamare l’origine greca del termine “cattolico” che significa “secondo il tutto”, “tutto intero”.
Diventa social anche lo stimolo alla preghiera grazie a trovate originali come “Adotta un cardinale”, una proposta dell’associazione Jugend 2000 attraverso il sito Adoptacardinal.org che consegna all’utente il nome e il breve profilo di un cardinale scelto a caso per il quale pregare durante il conclave.
Grande partecipazione anche Oltreoceano dove il fuso orario mette un po’ in difficoltà sugli orari in cui tener d’occhio il comignolo che svetta sopra la Sistina. Così il sito Popealarm.com si impegna ad avvisare tramite e-mail, social network o sms dell’avvenuta elezione del nuovo papa, ma è anche possibile raggiungere da proprio dispositivo mobile il player multimediale di Radio Vaticana che fornisce in diretta le immagini del tetto più osservato nel mondo .
Si tratta anche del primo conclave al quale sono state dedicate così tante app per cellulari e tablet. Anche nel caso di quelle più serie che informano e invitano alla preghiera la logica è quella ludica che invita a interagire con lo schermo, scorrere finestre, utilizzare il doppio tocco rapido per ingrandire le immagini.
L’eco elettronica del conclave ha messo ancora una volta in evidenza che, anche dentro la Chiesa, il senso di prossimità è cambiato. I Cristiani si sentono in comunione anche attraverso i contatti mediati dall’elettronica, condividono contemporaneamente beni spirituali a migliaia di chilometri di distanza. E di questo cambiamento antropologico, il nuovo papa, dovrà tener conto.
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12 marzo 2013 - Commenti
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04
mar
Il web è spesso popolato da frammenti ad effetto, aforismi nati dalla fantasia dei cybernauti e non firmati. «Nulla è più Presente della tua Assenza» è una frase di origine anonima, indicizzata dai motori di ricerca, che ben racconta l’atmosfera di sospensione vissuta dopo la rinuncia di Benedetto XVI.
Joseph Ratzinger ha accompagnato da Papa per quasi otto anni una Chiesa nata proprio dall’assenza del Cristo. È l’Ascensione che fa crescere gli apostoli, l’assenza fisica del Maestro li spinge a cercarlo nel profondo di se stessi, nei fratelli, nella comunione con gli altri.
La privazione della presenza fisica li abilita all’autonomia, che non è assoluta indipendenza. Il sottrarsi genera più domande, più reazioni e più cambiamenti della presenza. Anche l’assenza digitale ha un suo peso specifico. Il sito www.vatican.va racconta contemporaneamente la privazione del presente e la ricchezza del passato. Si apre con lo stemma della sede vacante, ovvero con un vuoto di documenti, foto e discorsi che quotidianamente hanno popolato il web ma, nel contempo, presenta in home page anche una pubblicazione elettronica sul pontificato di Benedetto XVI. Per la prima volta compare un sussidio elettronico che collega brevi testi foto e documenti, un regalo ai cybernauti al termine del pontificato.
L’account Twitter @Pontifex è sospeso, almeno sino all’elezione del nuovo Papa che deciderà il da farsi, ma al tempo stesso è memoria viva (e i tweet di Benedetto XVI sono tutti in archivio) di una serie di relazioni tessute nella rete in queste poche settimane di presenza sul noto social network. Il vuoto fisico fa risaltare la presenza digitale, quasi come un’ eredità spirituale che connette tutto il mondo in una prossimità impensabile fino a qualche anno fa.
L’ultima consegna di Benedetto XVI per l’anno della fede sarà un dono digitale: l’ostensione televisiva della Sindone il 30 marzo quando, forse, potrebbe già esserci il nuovo Papa. Quasi a dire con le parole di Giovanni il Battista, valide anche nella dimensione digitale: «Egli deve crescere e io invece diminuire».
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04 marzo 2013 - Commenti
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