18
feb

Parlare di Dio ai bambini

Parlare del perdono che Dio dà agli uomini è sempre un tema delicato, soprattutto quando si tratta di proporre un cammino pedagogico. Il rischio è quello di distorcere la comunicazione, di attribuire sentimenti troppo umani a Dio o di alimentare sensi di colpa che non aiutano nella crescita.
A questo proposito mi ha sempre colpito un raccontino riportato nel libro “Parlare di Dio ai bambini” di Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, due noti formatori che indicano sempre con molta competenza professionale e semplicità percorsi di sana formazione anche per i cammini di fede dei più piccoli.

La storia è quella di una pozzanghera che si sente fangosa e sporca, evitata da tutti. Ad un certo punto le transitano vicino bambino che si diverte a sollevare schizzi e spruzzi e un gattino che vede nella chiazza fangosa la possibilità di dissetarsi. Si avvicina per bere, è felice, e prima di sorbirsi l’ultimo sorso le dice: grazie perché ci sei!

Ho semplificato il racconto e sono riuscito a realizzare una semplice animazione con il contributo della voce di Lucia, quarta elementare. 

La pozzanghera 

Se avete un figlio piccolo in casa tentate l’esperimento: chiedetegli quale dei personaggi del cartone potrebbe essere espressione di Dio che perdona, ovviamente in relazione alla pozzanghera.
La fiducia nella bontà creaturale diventa fondamentale per gustare un perdono sano e liberante, anche per tanti adulti che si portano sulle spalle il fardello di blocchi e sensi di colpa scaturiti o alimentati da una formazione poco aderente al messaggio evangelico. Un cartone destinato ai più piccoli che, però, apre qualche domanda anche per il mondo adulto…

Pubblicato il 18 febbraio 2011 - Commenti (5)
12
feb

L’ora di “educazione cellulare?”

Chissà, un giorno potrebbe diventare anche una materia scolastica intesa come formazione all’uso critico dei new media. Ma prima di proporla ai più piccoli sarebbe opportuno un ripassino, anzi un primo, vero, serio approccio alla questione per noi adulti.

 

Di aiuti in questo ambito non ne troveremo molti. Spesso si tende a consegnare dieci regole d’oro che, in ogni caso, potrebbe scaturire anche dal nostro buonsenso personale. Tra le pubblicazioni curate lo scorso anno da Save the Children troviamo il prezioso opuscolo “Educazione e  nuovi media, guida genitori”. Si tratta di pagine interessanti perché partono dall’analisi di dinamiche, motivazione ed emozioni che stanno dietro l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione e cercano di costruire modelli educativi basati sulla condivisione di regole e valori. Da leggere!

E’ comunque si tratta ancora di un ambito inesplorato e povero di risorse formative che sappiano davvero andare al cuore del problema.

Il portale Giano Family
Il portale Giano Family

Il portale Giano Family, ad esempio, che si occupa di sicurezza della famiglia durante la navigazione, suggerisce negli appunti pubblicati in home page alcune risorse utili alla formazione all’uso dei new media. Ma c’è di più: i tecnici della sicurezza di Giano hanno selezionato una serie di risorse gratuite da installare nel proprio pc per proteggerlo da rischi e intrusioni indesiderate e possono fornire consulenza gratuita via e-mail, oppure al telefono al costo di un’interurbana di rete fissa o ancora con la teleassistenza, prendendo il controllo temporaneo della vostra macchina. Chi garantisce la serietà dell’operazione? Due agenzie di indubbia credibilità: la Polizia delle comunicazioni e l’associazione Meter di don Fortunato di Noto.

Pubblicato il 12 febbraio 2011 - Commenti (1)
06
feb

Velocizziamo l'apprendimento...

…o fermiamo le innovazioni?

La domanda sta alla base di un video realizzato dal prof. Visentin, preside di un liceo di Padova, per avviare alcuni incontri di confronto tra genitori e formatori che l’Azione cattolica diocesana ha previsto a partire dal 20 febbraio 2011. La domanda, in realtà, è un trabocchetto e il discorso scorre fluido sino a toccare il punto cruciale della questione dell’eccessivo attaccamento ai media elettronici:
«Se la dipendenza è originata da un bisogno, e il bisogno è un movimento originato da una mancanza viene da chiedersi: cosa manca veramente ai nostri ragazzi?» 


Rigiro la domanda finale del video a voi per i commenti: la dipendenza è davvero originata da un vuoto? Che nome potremmo dargli? E il mondo adulto si scopre immune da questo meccanismo?

Pubblicato il 06 febbraio 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Un prete in Rete

Don Marco Sanavio

Prete della diocesi di Padova che dal 1999 si occupa di coniugare il mondo della tecnologia con la pastorale. Ha iniziato a collaborare con alcuni uffici della Conferenza episcopale italiana in occasione del Grande giubileo del 2000, creando il sito www.giovani.org. Attualmente è all'interno del consiglio direttivo dell’Associazione webmaster cattolici italiani. A Padova è direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e segue la formazione di adulti e ragazzi all'uso dei new media.

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