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Parlare di Dio ai bambini

Parlare del perdono che Dio dà agli uomini è sempre un tema delicato, soprattutto quando si tratta di proporre un cammino pedagogico. Il rischio è quello di distorcere la comunicazione, di attribuire sentimenti troppo umani a Dio o di alimentare sensi di colpa che non aiutano nella crescita.
A questo proposito mi ha sempre colpito un raccontino riportato nel libro “Parlare di Dio ai bambini” di Mariateresa Zattoni e Gilberto Gillini, due noti formatori che indicano sempre con molta competenza professionale e semplicità percorsi di sana formazione anche per i cammini di fede dei più piccoli.

La storia è quella di una pozzanghera che si sente fangosa e sporca, evitata da tutti. Ad un certo punto le transitano vicino bambino che si diverte a sollevare schizzi e spruzzi e un gattino che vede nella chiazza fangosa la possibilità di dissetarsi. Si avvicina per bere, è felice, e prima di sorbirsi l’ultimo sorso le dice: grazie perché ci sei!

Ho semplificato il racconto e sono riuscito a realizzare una semplice animazione con il contributo della voce di Lucia, quarta elementare. 

La pozzanghera 

Se avete un figlio piccolo in casa tentate l’esperimento: chiedetegli quale dei personaggi del cartone potrebbe essere espressione di Dio che perdona, ovviamente in relazione alla pozzanghera.
La fiducia nella bontà creaturale diventa fondamentale per gustare un perdono sano e liberante, anche per tanti adulti che si portano sulle spalle il fardello di blocchi e sensi di colpa scaturiti o alimentati da una formazione poco aderente al messaggio evangelico. Un cartone destinato ai più piccoli che, però, apre qualche domanda anche per il mondo adulto…

Pubblicato il 18 febbraio 2011 - Commenti (5)

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Postato da benny il 27/02/2012 16:54

condivido pienamente quello postato da operitaly. il comandamento più importante dice: non avrai altro Dio all'infuori di me, non devi farti immagine scolpita nè forma simile ad alcuna cosa che è nei cieli o sulla terra....non devi inchinarti davanti a loro....perchè io tuo Dio sono un Dio che esige esclusiva devozione. Non bisogna adorare i Santi, e tanto meno credere che attraverso loro si possano ottenere miracoli. Bisogna pregare solo Dio, attraverso il sacrificio di riscatto di Gesù Cristo.

Postato da operitaly il 05/01/2012 15:55

Certo, si deve parlare di Dio ai bambini, ma sarebbe il caso di dire tutta la verità su Dio a loro! Se gli si dice che Dio ha preso la loro mamma, oppure la loro sorellina, allora si parla di Dio ai bambini, come di un Dio crudele che non ha compassione delle sue creature. Certo, i bambini hanno bisogno di latte e di cibi teneri, ma non gli si può dare latte di fico oppure di segatura impastata con la crema! Ciò che i bambini hanno ricevuto fino ad ora è una "religione senza verità"! ...Invece di Cristo e della Sua potenza salvatrice e rigeneratrice, gli si presentano la "madonna ed i santi", così le persone diventano "devoti" a Padre Pio ed alla madonna, invece che a Cristo! Gli si insegna che questi sono nostri mediatori presso Dio Padre, mentre il Vangelo ci insegna che c'è un solo Dio ed un solo Mediatore tra Dio e gli uomini; "Cristo Gesù". Gli si insegna il Salve Regina, il quale chiama Maria Avvocata nostra, quando Giovanni ci dice che noi abbiamo "un Avvocato" presso il Padre, ed è Gesù Cristo il Giusto! Come possono questi bambini crescere forti e vigorosi spiritualmente, quando gli si da del cibo avariato?

Postato da errepi il 01/03/2011 08:46

Bello il racconto e interessanti le possibilità di utilizzo... Devo un po' faticare per trovare la giusta trasposizione in questa parte del mondo dove le strade sono soprattutto pozzanghere! Ma la necessità di crescere nella stima di sé è più che mai un'esigenza senza latitudine :) GRAZIE

Postato da Elisa il 24/02/2011 21:13

A me piace pensare che il bambino ed il gattino non siano altro che Dio, che ci dice: "Grazie che ci sei perchè ti posso amare. Non importa anche se sei una pozzanghera, tu sei Amato". E tutto questo mi rende felice. :)

Postato da Andrea Annibale il 18/02/2011 14:36

CIAO DON MARCO SANAVIO! La storiella della pozzanghera di Zattoni e Gillini mi ha ispirato alcuni pensieri. Ci sono domande che ci facciamo da bambini e ci ripetiamo anche da adulti. Ne propongo alcune. Prima domanda. Ho fatto abbastanza nella vita o potevo fare di più? Seconda domanda. Non conto niente, vale la pena vivere se non sei importante? Terza domanda. Ho speranza di cose positive? Provo a rispondere a queste tre domande alla luce della storiella della pozzanghera sporca, del bambino e del gattino. Sono una pozzanghera sporca. E va bene. Il peccato ci sporca tutti. Facciamo pulizia nella “stanza della nostra cameretta” ogni tanto con la confessione (l’immagine è di Benedetto XVI). La pozzanghera diventa più pulita ma pulitissima non lo sarà mai. Dobbiamo arrivare al punto di dire: “Non ho fatto forse il meglio che potevo fare ma ho fatto abbastanza!”. Andiamo alla seconda domanda. Non solo come pozzanghera sono sporca, ma in definitiva sono solo una pozzanghera e quindi non sono nulla di importante. Ma anche una pozzanghera può diventare utile, tanto che il bambino ci gioca ed il gattino si disseta. Terza e ultima domanda. Dare conto della speranza che è in me, come dice la Bibbia, se non sbaglio. Cosa posso sperare come pozzanghera? Di dissetare gli altri, cioè tanti altri gattini, e di farmi bambino con i bambini che giocano con me. Dissetare gli altri significa portare speranza agli altri comunicando il Vangelo, buoni propositi e sentimenti altrettanto buoni e portare dentro di sé di cose positive. Ho speranza di cose positive nella mia vita? Se sì, un po’ sono felice. Ciao.

Risposta di: don Marco Sanavio

Ciao Andrea.

Le domande che formuli e le risposte che dai diventano aperture alla vita, quella vita in abbondanza di cui parla l’evangelista Giovanni (10,10). Io direi di sì, hai davvero speranza di cose positive per la tua vita.

 

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Autore del blog

Un prete in Rete

Don Marco Sanavio

Prete della diocesi di Padova che dal 1999 si occupa di coniugare il mondo della tecnologia con la pastorale. Ha iniziato a collaborare con alcuni uffici della Conferenza episcopale italiana in occasione del Grande giubileo del 2000, creando il sito www.giovani.org. Attualmente è all'interno del consiglio direttivo dell’Associazione webmaster cattolici italiani. A Padova è direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e segue la formazione di adulti e ragazzi all'uso dei new media.

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