“Una Gmg su scala minore con la presenza di tanti adulti e bambini.” Così hanno definito in molti la veglia serale del VII incontro mondiale delle famiglie di Milano. Il colpo d’occhio può essere simile ma alcuni elementi si differenziano notevolmente. La responsabilità, ad esempio, dovuta alla presenza così massiccia di bambini piccoli.
Gli spazi sono più ampi, le modalità di gestione diverse. Anche il divertimento che non è più a base di battaglie acquatiche amplificate dagli idranti dei pompieri ma si snoda attorno a canti graditi ai più piccoli, giochi semplici, danze in cerchio.
Pochi hanno le cuffiette sulle orecchie, pochi tra i più piccoli hanno in mano cellulari, lettori musicali, videogiochi. Anche il tempo è stato clemente con le famiglie consentendo a chi è arrivato già dalle 15 di non cuocere a fuoco lento sotto il sole.
Alcune famiglie in mezzo alla spianata di Bresso sono in ginocchio e pregano brevemente con i figli per varie intenzioni: popolazioni terremotate, famiglie del mondo, per chi ha perso il lavoro o non ha nemmeno di che vivere.
Lucia è venuta da Manaus, Brasile, con la sua famiglia e altre venti persone della diocesi perché dice che volevano assaporare la dimensione internazionale della Chiesa.
Hanno faticato per il viaggio e per vari inconvenienti, ma non ne fanno problema, vanno dritti al risultato.
L’atmosfera è sciolta, non c’è la ressa delle Gmg, il controllo stretto dei volontari e della polizia, anche sotto il palco del Papa sembra ci si muova con più fluidità.
Una bimba che viene dalla Croazia insieme a genitori e fratellino stringe tra le mani un porcellino salvadanaio. «Vorrei donarlo ad bambino che ne ha bisogno» mi spiega.
Inizia la veglia, il Papa non passa tra i settori, c’è un po’ di delusione tra i bambini, volevano vederlo.
Ci sono anche molti gruppi di ragazzi preadolescenti, accompagnati dalle famiglie, che hanno desiderio di vivere una mini avventura.
Un gruppo di loro mi racconta che vorrebbero dormire qui.
La delegazione ufficiale della Repubblica Dominicana scopre all’ultimo momento di non avere aste a sufficienza per il numero di bandiere. Così si spostano di qualche centinaio di metri e prendono dal parco di Bresso qualche ramo utile a raggiungere il loro scopo. La veglia è a misura di bambino, non dura molto, al termine il deflusso risulta più agile.
La spianata di Bresso si spopola gradualmente mentre la festa continua grazie alla presenza di artisti provenienti da vari paesi del mondo. Quacuno, pochi in verità, si prepare per trascorrere la notte all'aperto.
Tra le coppie sposate con figli incontriamo Ezio, un diacono permamente. Ci parla di due doni complementari: il matrimonio e la dimensione ministeriale. Con la moglie, Maria Grazia, si parla anche del lavoro domenicale e festivo, lei è infermiera e comprende bene la difficoltà di lavorare a turni. Lo ricorda anche il Papa: la festa va difesa, ma anche la famiglia dev’esser soggetto di maggiore tutela.
Vengono nominate le famiglie terremotate: un collegamento in diretta con S. Felice sul Panaro consente al Santo Padre di parlare loro. Alcuni, in quel momento, tirano fuori dalla tasca il rosario e iniziano a pregare.
Pubblicato il 02 giugno 2012 - Commenti (0)