31
ott
Cattolici e Rete, è ora di buttarsi
Una recente ricerca condotta da SWG per il Moige (Movimento italiano genitori) ha messo in luce come sia cresciuto il consumo di Internet da parte dei minori. Ben 7 su 10 navigano quotidianamente per circa un’ora di media. La percezione è, però, che questi giovani cybernauti non siano del tutto a conoscenza dei pericoli che corrono nell’esplorazione del web.
Infatti da un’indagine condotta da A&F Reserach risulta che il 30% degli adulti e il 40% dei ragazzi non sa proteggere in modo adeguato la privacy all’interno dei social network. Così Moige, Tren Micro, Cisco, Polizia postale e delle Comunicazioni hanno lanciato una campagna, partita da Roma il 27 ottobre, per sensibilizzare gli alunni di 30 scuole secondarie di primo grado su rischi e pericoli della Rete.
Il tessuto delle parrocchie italiane ha sempre avuto le antenne ricettive nel mondo dell’educazione, ha spesso integrato e completato la formazione proposta da altre agenzie cercando di coniugare i valori irrinunciabili in cui crede con progresso e novità. Peccato che nel settore della formazione all’uso dei nuovi media risenta di un passo troppo lento. Forse l’impreparazione e la perplessità di fronte ad un percorso che appare estremamente accelerato hanno fatto sì che non sorgessero rapidamente cammini chiari e condivisi. Ci si muove a tentoni, invitando esperti più o meno qualificati che spesso puntano il dito sulla pericolosità della navigazione tralasciando, invece, le straordinarie opportunità che l’elettronica offre ai giovani di oggi.
Il mondo “virtuale” e intangibile che si incontra in Rete è svilito spesso da chi opera quotidianamente nel mondo spirituale che, pur con altre caratteristiche, opera costantemente a contatto con l’intangibile, l’invisibile, l’impercettibile. Non sembra più il tempo di stare alla finestra, accontentandosi di qualche infarinatura sull’argomento. Probabilmente va studiato, sviscerato, riproposto ai ragazzi all’interno dei cammini formativi parrocchiali come un ambito fondamentale che coinvolge il mondo delle relazioni e lo stesso itinerario di fede. Solo così il “virtuale” potrà diventare un termine che indica la grande forza che sta dentro ai nuovi mezzi e non solo il lato problematico del loro uso.
Pubblicato il 31 ottobre 2011 - Commenti (2)