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E il Web si scopre devoto a Maria
Myrhiàm, il nome aramaico di Maria, la madre di Gesù trova spazio anche su Wikipedia, la libera enciclopedia della Rete che ormai è diventata punto di riferimento autorevole per quanti eseguono ricerche in Internet e bussola utile a tratteggiare i contorni di questa fisionomia così cara al culto cristiano. La parte del leone la fanno i siti sorti spontaneamente dalla pietà popolare o fanno riferimento a santuari più o meno noti. Siticattolici.it, lista aggiornata delle pagine web generate in ambito cattolico, ha indicizzato 500 siti relativi a santuari, mentre con la chiave di ricerca "Maria" restituisce oltre 1900 risultati e alla voce "Madonna" corrispondono quasi 400 siti. Vi sono poi veri e propri portali dedicati ad elenchi di santuari in Italia e nel mondo, spesso indicati anche negli itinerari turistici come luoghi di riposo e benessere.
Google, alla voce “rosario”, indicizza oltre duecentomila voci che
vanno dalla spiegazione più semplice della nota preghiera mariana alla
vendita online del “rosario elettronico”, un piccolo apparecchio che
recita misteri e preghiere tenendone il conto e alternandosi alla voce
della persona che lo utilizza. Vi sono poi riferimenti più
istituzionali, come il sito della Pontificia accademia mariana
internazionale (pami.info) o la Pontificia accademia dell’Immacolata
(accademiaimmacolata.it), un circolo giovanile che fa riferimento alla
Santa sede e si occupa anche di pastorale con uno specifico sguardo
mariano. Non si contano i siti che trattano di apparizioni, presunti
messaggi, segreti già rivelati o ancora custoditi.
In questi casi il cybernauta è avvisato: è bene usare la massima
prudenza. Gran parte di queste pagine web sono scritte esclusivamente a
titolo personale e spesso contengono affermazioni distorte e inventate
che rischiano di creare confusione e smarrimento negli utenti. Ai
cristiani cattolici viene chiesto di credere a quanto è stato rivelato
su Maria dalla Sacra scrittura e a ciò che è stato consegnato dal
magistero della Chiesa, tutto il resto fa parte di
quelle rivelazioni private verso le quali non c'è nessun obbligo. Da
una semplice ricerca sul “ranking” dei siti, una sorta di indice di
popolarità, sembra siano molti più gli utenti che si affannano a
indagare notizie su segreti non ancora rivelati di quanti cercano brani
biblici o documenti ufficiali. L’esortazione apostolica "Marialis
cultus", ad esempio, scritta da papa Paolo VI per fornire indicazioni
chiare sul culto mariano, non è certo difficile da trovare in Rete ma,
probabilmente, ce ne si è dimenticati troppo presto. (clicca qui perleggerlo nella versione integrale).
Marco Sanavio
Pubblicato il 30 maggio 2013 - Commenti (0)