Giovani in attesa della messa di apertura della Gmg.
Madrid, 16 agosto
La
messa di apertura della Gmg ha restituito un primo segnale sulla temperatura dell’incontro mondiale, non solo per i
35 gradi Celsius visualizzati dai display delle banche, ma soprattutto per il desiderio gioioso di incontro che ha animato il prima il durante e il dopo della solenne liturgia.
Già dall’ora di pranzo
centinaia di giovani avevano iniziato a popolare la calle de Alcalà e le aiuole che fronteggiano il museo del Prado dando vita ad un frequante scambio di saluti, grida, bandiere e cappelli.
Grande attenzione anche per i più deboli fiaccati dal caldo umido. Più di qualche gruppo di Italiani è rimasto senza pranzo “Eravamo appena usciti dalla lunga fila di attesa del pranzo del pellegrino - spiega Roberto di Padova -perchè ci avevano detto di aver esaurito le scorte quando abbiamo visto arrivare il rifornimento con i panini.
Oggi si digiuna ma siamo contenti lo stesso, quello che conta veramente alla Gmg è altro.”
A qualche chilometro, nei pressi della Cattedrale, un gruppo di giovani tedeschi dà vita ad un flashmob compartecipato da un migliaio di persone che imparano rapidamente la danza guidati da un rapper.
Plaza de Cibeles è il luogo dei festeggiamenti madrileni e le autorità locali stanno cercando di dirottare i caroselli di auto e bandiere previsti al termine della “Coppa del re” che si disputerà il mercoledì 17 agosto tra Barcellona e Real Madrid, qualora i padroni di casa abbiano la meglio.
Giovani egiziani del Cairo con padre Marco.
Un gruppo di giovani egiziani si ferma a raccontarci il lungo cammino di preparazione che li ha portati alla Gmg.
Padre Marco spiega che i ragazzi del Cairo si sono recati prima in Italia per un cammino di preparazione con altri giovani legati alla famiglia salesiana e poi sono partiti insieme per Madrid. “E’ stato fondamentale il confronto con la fede di altri giovani come loro, rafforza e aiuta a sentirsi accompagnati. Tutto il nostro gruppo, Italiani compresi, è composto da 500 persone, ci guida il carisma di don Bosco". "La primavera araba?" –dice padre Marco, rispondendo ad una domanda sugli eventi del gennaio scorso- "è un processo lungo che sta continuando lontano dai riflettori e che dovrebbe portare ad una rinnovata coscienza, anche personale, del rispetto altrui. L’importante è che non si trasformi in una guerra di religione".
A Madrid anche un gruppo di 17 cristiani di lingua ebraica di Israele che fanno riferimento al patriarcato latino. Abbiamo colto al volo qualche battuta di un giovane accompagnatore che parla Italiano.
Pubblicato il 16 agosto 2011 - Commenti (0)