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Melissa e il popolo della Rete

Nei primi anni del terzo millennio si usava pubblicare una “netiquette” accanto a forum e chat, una sorta di “etichetta”, di codice della Rete che cercava di suggerire i comportamenti più corretti per chi utilizzava la rete con un certo grado di interattività.
Forse qualche richiamo ad un codice etico, deontologico e alle più elementari norme di buon senso non farebbe male nemmeno oggi. La tragica vicenda che ha coinvolto le studentesse della scuola "Francesca Laura Morvillo Falcone” di Brindisi ha suscitato le reazioni più diverse nel popolo della Rete.

Molti, con grande rispetto, hanno pubblicato frasi affettuose, attestazioni di solidarietà e anche preghiere e frasi di commiato per Melissa Bassi. Sono comparsi anche video che ritraggono Melissa bambina, girati in occasione della prima comunione e di una recita scolastica. Qualunque fosse lo scopo di chi ha reso pubblici i video di certo c’è che il popolo del web ha scatenato una violenta reazione perché fossero rimossi al più presto, nel rispetto della giovane vittima. La netiquette, non scritta, è stata ribadita con forza dal comportamento concreto dei cybernauti che, a volte, sanno autoregolamentare un territorio che appare senza norme e confini.

Al di là delle opinioni personali sta nascendo in rete una sorta di autocoscienza, un sentire comune che per lo meno si pone domande e interrogativi su quanto transita attraverso il Web. Un processo autonormato con tutti i rischi del caso ma anche monitorato da migliaia di persone che gettano uno sguardo critico su processi che, altrimenti, sarebbero incontrollabili.

Senza appello, invece, il brutto scivolone del giornalista Sandro Ruotolo che ha pubblicato su Twitter nomi e foto che identificavano due sospettati dell’attentato di Brindisi, scagionati poi dalle verifiche degli investigatori. Loro hanno rischiato il linciaggio fisico, Ruotolo quello della Rete. Qualche minuto in più di attesa avrebbe giovato tutti, anche al buon giornalismo.

Pubblicato il 24 maggio 2012 - Commenti (3)

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Postato da Argonauta54 il 01/06/2012 13:44

E' compito dello Stato e del Presidente della Repubblica fare pulizia per mezzo delle Forze Armate. E' abominevole assurdo che paghiamo fiumi di Tasse e gabelle, per mandare all' estero migliaia di soldati italiani e non difendere il proprio territorio nazionale. La colpa e di coloro che hanno dato l'ingresso agli stranieri senza titolo, andando ad aumentare le fila della malavita, non c'è da vergognarsi avere le Forze Armate a difendere i territori, per non sciupare le morti consumate, l'ultima di Melissa che non c'entrava niente, rispetto a Falcone, la sua moglie, Borsellino e altri magistrati e imprenditori morti ammazzati. Caro Presidente Napolitano, con rispetto la invoco, in nome di tutti i caduti colpiti da delitti efferati, passi dalle parole ai fatti, gli italiani sono inferociti, non si può vivere in questa maniera. Per l'indulto, nessuno deve uscire dalla galera, si attivi nell' espatriare le quaranta mila detenuti stranieri dalle carceri italiane, avremo un grande risparmio di spesa pubblica. Devotamente, un cittadino italiano deluso.

Postato da Argonauta54 il 01/06/2012 13:18

Melissa, non sei morta invano, vittima di un sistema deficiente e incapace di affrontare con coraggio la Vita. Un semplice germoglio, ancora in fiore è stato prelevato dalla vita per riempire un modo futuro di bellezza e di pace. La tua perdita deve risuonare nei cuori di coloro che sotto gli effetti devastanti della cattiveria e sbadatezza mentale, hanno provocato irrimediabilmete la tua esistenza terrena. Deve risuonare a tutte le istituzioni centrali, e locali che non c'è più da scherzare, i giovani devono continuare a vivere e ad essere sollecitati, eliminando paure e blocchi generazionali di crescita che le politiche succedutesi non hanno dato nessun risultato sperato. E' ora che lo Stato e le istituzioni non siano dormienti o incappucciate, siamo invasi da stranieri per noi sconosciuti, dalle mafie che agiscono nell' ombra e dalla corruzione politica, togliendo ai giovani e alle famiglie le dovute speranze. Le tante melisse agnelli sacrificali almeno non devono essere morte invano, Svegliatevi istituzioni e gente di buona volontà, questo è sangue innocente che ci ricadrà addosso per sette volte sette. Augri cari giovani di Brindisi e della Puglia. Forza, non abbiate paura, questo è il momento di incamminarvi sulla ricostruzione sociale e istituzionale, affinchè Melissa non sia stata sacrificata invano da esseri ignobili votati al Male.

Postato da folgore il 24/05/2012 22:59

Domanda: un giornalista da chi mai verrà a sapere il nome di un presunto indagato?

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Autore del blog

Un prete in Rete

Don Marco Sanavio

Prete della diocesi di Padova che dal 1999 si occupa di coniugare il mondo della tecnologia con la pastorale. Ha iniziato a collaborare con alcuni uffici della Conferenza episcopale italiana in occasione del Grande giubileo del 2000, creando il sito www.giovani.org. Attualmente è all'interno del consiglio direttivo dell’Associazione webmaster cattolici italiani. A Padova è direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e segue la formazione di adulti e ragazzi all'uso dei new media.

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