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Pirateria, quando i padri "scaricano" i figli

Questa vicenda ha inizio nel gennaio 2007 quando viene scoperto uno scaricamento illegale di 1147 files musicali dall’indirizzo Ip (una serie di quattro numeri che identifica la connessione da Internet di un singola macchina) di una coppia tedesca.
La multa inflitta dal giudice locale ai due coniugi era stata di 3000 Euro per una quindicina di tracce violate e dei 2380 Euro di spese processuali.
La coppia si è rifiutata di pagare, spiegando che a scaricare i files era stato il loro figlio tredicenne che si erano premurati di ammonire in modo adeguato a non commettere azioni illegali durante la navigazione in Internet. I due coniugi tedeschi si sono detti assolutamente ignari di ciò che il loro figlio ha fatto e fa tutt’ora in Rete, dichiarandosi anche poco adeguati ad un controllo preciso delle azioni del giovane cybernauta.

Questa motivazione non ha convinto i giudici di primo e secondo grado che li hanno comunque condannati, ma è stata alquanto efficace con la corte federale che il 15 novembre 2012 li ha assolti in terzo grado di giudizio ritenendo che la loro ammonizione a non scaricare files in modo illegale sia stata una vera e propria azione di controllo parentale sulle azioni del figlio. La sentenza, anche se emessa da un tribunale d’Oltralpe, apre un precedente che preoccupa.
Come è possibile un tale scarico di responsabilità da parte di una coppia di adulti? Sarebbe come affermare che basti avvertire un ragazzo tredicenne di non imbrattare muri per liberarsi da ogni implicazione qualora questo dovesse succedere. Mi capita sempre più spesso parlando ad assemblee di genitori e figli di avvertire mugugni e commenti sussurrati quando si tocca il tema della legalità e dei files scaricati in modo illecito dalla rete.

«Ma se lo fanno tutti!» «Non sarà mica un problema scaricare la musica gratis, con tutto quello che guadagnano le case discografiche…» obiettano gli adulti di fronte ai loro figli. Come si può formare ed educare i ragazzi alla legalità se i loro padri sono i primi a giustificare e magari a mettere in atto comportamenti illeciti?

Gentile coppia tedesca assolta dalla Corte federale, visto che non lo hanno fatto i giudici mi permetto di consigliarvi un buon corso sulla navigazione in Rete e sulle norme legali che la regolano. Oltre, ovviamente, ad un rapporto più responsabile nei confronti di vostro figlio.

Pubblicato il 19 novembre 2012 - Commenti (0)

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Autore del blog

Un prete in Rete

Don Marco Sanavio

Prete della diocesi di Padova che dal 1999 si occupa di coniugare il mondo della tecnologia con la pastorale. Ha iniziato a collaborare con alcuni uffici della Conferenza episcopale italiana in occasione del Grande giubileo del 2000, creando il sito www.giovani.org. Attualmente è all'interno del consiglio direttivo dell’Associazione webmaster cattolici italiani. A Padova è direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e segue la formazione di adulti e ragazzi all'uso dei new media.

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