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Pubblicità etica sul web. E' possibile?
Ho ricevuto decine di e-mail da parte di generosi volontari che si erano messi a servizio di siti parrocchiali e che, con la speranza di racimolare qualche spicciolo a sostegno del web comunitario, avevano spalancato le porte ad inserzionisti pubblicitari che avevano riservato più di qualche sorpresa.
Sorprese amare, nella maggioranza dei casi, perché non è facile capire chi nel mondo del web advertising si presenti come lupo travestito da agnello. Talvolta il webmaster ha accettato il contratto online senza leggere tutte le clausole, oppure non si è accorto che l’innocente box colorato inserito nel sito si è trasformato in un invito, sempre più ammiccante, al gioco d’azzardo online.
Qualche altro, invece, per evitare di spendere 20 o 30 Euro all’anno di hosting ha pubblicato il sito di un’associazione, di un oratorio o di una parrocchia all’interno di servizi che apparentemente sembrano gratuiti, ma poi inseriscono nella parte alta della pagina o in fastidiosi pop-up pubblicità che poco si adattano ai contenuti.
Tra le varie soluzioni che consentono di evitare inserti pubblicitari poco opportuni si fa largo una proposta che concilia etica e advertising. Il nome stesso lo indica: si tratta di Ad-Etic, un network che consente la raccolta pubblicitaria online e a sostegno dei siti cattolici secondo criteri di coerenza con i valori espressi all’interno dei siti stessi.
La proposta nasce all’interno della rete Aleteia (www.aleteia.org) uno strumento di evangelizzazione attraverso domande e risposte sulla religione cattolica ed è sostenuta dalla Fondazione per l’evangelizzazione attraverso i media.
I proventi della raccolta pubblicitaria vanno a sostegno del sito che ospita i banner ma anche, in parte, a supporto di progetti di carità sotto la supervisione di un comitato etico internazionale (maggiori informazioni su www.adethic.net).
In tempo di crisi economica e con lo sguardo puntato sulla nuova evangelizzazione, non è poco…
Pubblicato il 10 ottobre 2012 - Commenti (1)