14
lug
Sono di questi giorni le notizie
di arresti di trafficanti di esseri umani sia a La Spezia che a Sassari. Penso
sia giunto il momento di essere molto più severi con i trafficanti di merce
umana e cercare di confiscare i loro proventi e risarcire le donne ridotte a
schiave dei danni subiti.
“Finalmente giustizia è fatta”, è stata una bella
notizia emanata dalla Corte d’Assise d’appello dell’Aquila a favore di
diciassette donne nigeriane costrette a prostituirsi sulla Bonifica del Tronto in
condizioni di grave sfruttamento: 50.000 euro di provvisionale immediata per
ogni ragazza, la revoca della confisca dei beni sequestrati agli imputati in
favore dello Stato e il sequestro conservativo in favore delle vittime.
Queste notizie e risoluzioni potrebbero incoraggiare molto le stesse vittime a
collaborare con la giustizia per mettere fine al commercio di esseri umani così
come viene fatto per il traffico di droga.
Ben venga allora la proposta di
una legge in Italia come quella della Svezia e della Norvegia, che mira a
colpire e a multare anche il cliente in modo che serva da deterrente.
Questo
provvedimento, però, deve essere accompagnato da una vera educazione e
formazione al rispetto e alla dignità della persona. La donna non può essere
ridotta a mero oggetto, che si può mercanteggiare, specialmente se vive in
stato di paura o di vulnerabilità.
La nostra proposta va ben oltre la
punizione. Quest’ultima, se non è accompagnata da un cambiamento di mentalità e
di valori, non porta certamente i frutti desiderati e duraturi in un mondo dove
la differenza di genere deve essere accolta e vissuta nella quotidianità e
nella complementarietà pur nella diversità dei ruoli.
Le nuove legislazioni possono
essere efficaci se discusse tra le varie componenti sociali e specialmente con
chi opera a diversi livelli e con diversi ruoli per contrastare il traffico di
esseri mani per lo sfruttamento sessuale, al fine di trovare comuni accordi per
proporre e attuare leggi adeguate ed efficaci.
È importante e necessaria la
collaborazione di quanti sono coinvolti in prima persona nella lotta alla
criminalità organizzata, nonché nella protezione delle vittime e persino nel recupero
del cliente, perché anche lui è un anello saldo della catena di questa nuova
schiavitù che deve essere spezzato affinché lui stesso possa riappropriarsi
della sua dignità.
Facciamo campagne informative e
formative, puntando specialmente sui giovani nelle scuole e nelle parrocchie e
ridurremo di molto la richiesta. Solo allora le nostre leggi punitive saranno
efficaci e durature, perché basate su convinzioni e su valori veri di una
convivenza umana e rispettosa della dignità propria e altrui.
Pubblicato il
14 luglio 2012 - Commenti
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