Al termine del 2012, anno assai travagliato e confuso, tra crisi economica e abusi di potere, tra politica e corruzione, tra guerre e distruzione ambientale, la notizia della scomparsa di Rita Levi Montalcini all’età di 103 anni, avvenuta a Roma il 30 dicembre, ha fatto riscoprire a tutti gli italiani la grandezza, la ricchezza e la bellezza della vita di questa grande donna, spesa a servizio dell’umanità e della scienza.
Sebbene la Montalcini fu insignita nel 1986 del Premio Nobel per la medicina e nominata nel 2001 Senatrice a vita - insieme a moltissimi altri riconoscimenti internazionali -, lei non ha mai ricercato il successo per una carriera brillante, il prestigio, il potere e tanto meno per interessi personali, bensì la sua vita è stata spesa tutta intera per lasciare in eredità il suo contributo di donna intelligente, forte e tenace, lungimirante e determinata.
Lascia in modo particolare a noi donne d’oggi un modello di semplicità e coerenza con i suoi principi e i suoi valori, nonché un’icona di bellezza e ricchezza per nulla legate all’esteriorità del suo esile corpo, ma alla forza del suo pensiero e della sua intelligenza, capace di coinvolgere e ottenere ammirazione, apprezzamento, emulazione e rispetto. La sua scomparsa nella semplicità e nel silenzio ha fatto emergere una volta di più il grande valore di una testimonianza vera e di una vita coerente sino alla fine.
«Quando muore il corpo - aveva confessato in un’intervista la Montalcini - sopravvive quello che hai fatto, il messaggio che hai dato». E lei ha veramente vissuto questa testimonianza e lasciato questo messaggio. E ancora, in un’altra intervista rilasciata negli ultimi anni, affermava di aver perso la vista e l’udito, di presentarsi con le rughe sul viso, segno di una lunga vita che non voleva nascondere e di cui non si vergognava, giacché per lei ciò che era importante non era il corpo ma il pensiero. E affermava: «Penso più adesso di quando avevo vent'anni. Il corpo faccia quello che vuole. Io non sono il corpo: io sono la mente».
Domenica 30 dicembre, il telegiornale delle ore 20 di RAIUNO ha dato la notizia della sua scomparsa, ricordando la figura di questa donna che ha vissuto a lungo, focalizzando la sua vita e la sua missione verso un obiettivo preciso: quello di contribuire alla scoperta della medicina per alleviare le sofferenze umane.
Durante lo stesso telegiornale, tuttavia, immediatamente dopo il servizio dedicato alla figura e alla statura morale di tale donna, sono stati presentati vari calendari realizzati in questi ultimi cinquant’anni. Naturalmente tutti presentavano solo donne seminude per mettere in evidenza la bellezza del loro corpo.
Come ho ripetuto tante volte, passa anche di qui il processo di mercificazione del corpo della donna e la sua valorizzazione come unica ricchezza. Purtroppo anche questa è una forma di “vendita” del corpo. Che non avviene sulle strade, come succede a molte ragazze trafficate e costrette a prostituirsi, ma che si realizza in maniera più subdola e sofisticata, creando una mentalità meramente consumistica che non risparmia neppure la persona umana.
Perché continuare a presentare sempre e solo corpi nudi, quasi che la bellezza esteriore abbai il soppravvento sui valori veri della donna e sul suo ruolo nella società a tutti i livelli? C’è proprio bisogno di vedere corpi nudi per far vendere e divertire il pubblico? È proprio questo che la gente vuole?
La stessa Montalcini aveva avuto modo di dire con il suo consueto acume: «Le donne che hanno cambiato il mondo, non hanno mai avuto bisogno di “mostrare” nulla, se non la loro intelligenza».
E questo è anche il mio augurio per tutti voi all’inizio di questo 2013.
Pubblicato il 02 gennaio 2013 - Commenti (5)