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Si tratta del primo conclave dell’era di Twitter: il 19 aprile 2005 infatti, giorno dell’elezione di Benedetto XVI, il noto sistema di microblogging non era ancora nato. Mai come oggi l’elezione di un Papa ha avuto un contorno così social, così condiviso e planetario, quasi a richiamare l’origine greca del termine “cattolico” che significa “secondo il tutto”, “tutto intero”.
Diventa social anche lo stimolo alla preghiera grazie a trovate originali come “Adotta un cardinale”, una proposta dell’associazione Jugend 2000 attraverso il sito Adoptacardinal.org che consegna all’utente il nome e il breve profilo di un cardinale scelto a caso per il quale pregare durante il conclave.
Grande partecipazione anche Oltreoceano dove il fuso orario mette un po’ in difficoltà sugli orari in cui tener d’occhio il comignolo che svetta sopra la Sistina. Così il sito Popealarm.com si impegna ad avvisare tramite e-mail, social network o sms dell’avvenuta elezione del nuovo papa, ma è anche possibile raggiungere da proprio dispositivo mobile il player multimediale di Radio Vaticana che fornisce in diretta le immagini del tetto più osservato nel mondo .
Si tratta anche del primo conclave al quale sono state dedicate così tante app per cellulari e tablet. Anche nel caso di quelle più serie che informano e invitano alla preghiera la logica è quella ludica che invita a interagire con lo schermo, scorrere finestre, utilizzare il doppio tocco rapido per ingrandire le immagini.
L’eco elettronica del conclave ha messo ancora una volta in evidenza che, anche dentro la Chiesa, il senso di prossimità è cambiato. I Cristiani si sentono in comunione anche attraverso i contatti mediati dall’elettronica, condividono contemporaneamente beni spirituali a migliaia di chilometri di distanza. E di questo cambiamento antropologico, il nuovo papa, dovrà tener conto.
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12 marzo 2013 - Commenti
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