19
feb
Una risposta autorevole è possibile cercarla tra le righe del messaggio che Benedetto XVI ha scritto per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: «Le reti facilitano la condivisione delle risorse spirituali e liturgiche, rendendo le persone in grado di pregare con un rinvigorito senso di prossimità a coloro che professano la loro stessa fede»
Mai, forse, come in questi ultimi giorni si sono moltiplicate in Rete le intenzioni di preghiera per il Papa e la Chiesa, rimbalzando da un capo all’altro del pianeta. La rinuncia del Pontefice ha creato un fortissimo fermento in Internet, un gigantesco “buzz” come dicono gli addetti ai lavori, che per buona parte dei cybernauti si è tradotto in senso di vicinanza e preghiera. Il web ha modificato il senso di prossimità per molti esseri umani, che sentono reale e benefico anche il contatto mediato dall’elettronica. Ancora prima di ogni sito di news e agenzia stampa è stato Twitter a diffondere la notizia nel mondo ed è stato sempre lo stesso sistema di microblogging a raccogliere reazioni e brevi preghiere degli utenti.
La diocesi di Pistoia sta raccogliendo stati d’animo e pensieri dei fedeli tramite l’indirizzo dell’Ufficio comunicazioni sociali per poi stamparli ed eventualmente recapitarli in Vaticano. I frati del Sacro Convento di Assisi, tramite il sito sanfrancesco.org, hanno reso possibile la partecipazione di migliaia di utenti della Rete agli esercizi quaresimali predicati per il Papa e la Curia dal cardinal Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Internet, data anche la sua natura “intangibile”, si rivela sempre più un mezzo potente per la condivisione di beni spirituali ed un veicolo straordinario per stimolare la preghiera nei fedeli. Attenzione alle equazioni ingenue, però: leggere una bella frase sullo schermo, non equivale automaticamente a pregare…
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19 febbraio 2013 - Commenti
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25
set
Ansa
Joseph Ratzinger a confronto con Tenzin Gyatso, un faccia a faccia tra le due reputazioni digitali nel web italiano condensato in una ricerca effettuata da Reputation Manager nel luglio 2012 e pubblicata su Espansione agli inizi di settembre (scarica la ricerca in pdf). Chi è il secondo dei due? Si tratta del quattordicesimo Dalai Lama, ma già il fatto che sia meno nota la sua vicenda personale in Italia lo espone meno a critiche e pregiudizi.
Benedetto XVI e il Dalai Lama, due autorità spirituali di altissima levatura morale che, però, fanno riferimento a percorsi completamente diversi. Il primo è riferimento per i Cristiani cattolici, testimoni di un Dio che si è incarnato e, pertanto, sono profondamente attivi nella quotidianità, attenti agli aspetti etici del vivere personale e comunitario. Il secondo è la massima autorità del Buddhismo tibetano, una particolare tradizione del buddhismo Vajrayana, che sostiene la vacuità e l’illusione dell’essere e propone un cammino di liberazione, di consapevolezza e di conoscenza delle verità ultime.
Sarà questione di vera conoscenza dei due personaggi e del loro messaggio o di simpatia a pelle?
Viene da chiedersi perché nella sua ricerca Reputation Manager abbia riportato solamente alcuni commenti che sviliscono la figura di Benedetto XVI e non abbia fatto alcun riferimento alle decine e decine di post entusiasti pubblicati nei vari siti che hanno seguito la Giornata mondiale dei giovani di Madrid o non si sia accorto della costellazione di siti che raccolgono e rilanciano quotidianamente i messaggi del Papa, con notevoli ripercussioni nei social network.
Forse, in questi casi, vale la pena di rispolverare la teoria della “coda lunga” di Chris Anderson che ci rammenta come nel web l’attenzione distribuita in tanti piccoli siti e contributi multimediali possa diventare molto più significativa di chi genera massa critica.
Nella ricerca, poi, è riportato un testo estrapolato da un blog nel quale si fa riferimento a presunti “proclami razzisti contro l’Islam da parte di Benedetto XVI che hanno sollevato vivacissime proteste da parte del mondo islamico”. Polemica vecchia e poco documentata. Basta dare uno sguardo a testi e foto che raccontano in Rete l’ultimo viaggio del Papa in Libano per comprendere che la situazione non è questa, anzi…
È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio.
Albert Einstein
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25 settembre 2012 - Commenti
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09
ago
Alex Schwarzer, l’atleta escluso dalle olimpiadi per doping, ha affermato inizialmente di essersi procurato l’Eritropoietina, una proteina che stimola la produzione di globuli rossi, tramite Internet. Ha poi cambiato versione affermando, comunque, che aveva usato la Rete per informarsi su come procurarsela. Difficile credergli, pochi sono disposti a pensare che abbia agito in modo tanto dilettantesco. In ogni caso tutto è possibile.
Al di là degli sviluppi che emergeranno da questa vicenda per fare ulteriore chiarezza, va rilevato un meccanismo che si insinua spesso nella mente dei cybernauti: ciò che è possibile può diventare anche lecito. Alcuni fatti gravi capitati all’interno di scuole superiori del Nordest con cui sono venuto a contatto, ad esempio, hanno fatto emergere come l’aver letto informazioni in Rete e aver condiviso progetti malsani con altri utenti abbia in qualche modo sospeso il giudizio morale sull’azione da compiere.
Non sembra trattarsi solamente di un fenomeno legato alla crescita che coinvolge gli adolescenti, basti pensare a quanti tradimenti coniugali si consumano in Rete per comprendere che il confine tra il possibile e il lecito è diventato una sottile membrana permeabile.
Le cronache locali riportano spesso notizia di sportivi che hanno assunto sostanze dopanti acquistate attraverso in web e recapitate direttamente a casa in un pacco anonimo e poi sono stati traditi dall’uso dilettantesco che ne hanno fatto e sono finiti in un letto d’ospedale.
In Rete si trova di tutto: da come costruire un ordigno artigianale a come abortire senza far sapere nulla alla propria famiglia. Informazioni che fino a qualche anno fa richiedevano una soglia di accesso discretamente alta e che ora sono alla portata di tutti.
Forse andrebbe fatto qualche passo ulteriore nella formazione delle giovani coscienze. Chi ha l’arduo compito di formare, educare, sostenere, allenare altre persone tenga presente che i contenuti della Rete possono contribuire ad abbassare le soglie della coscienza, il cervello fa il resto. Proprio per questo è bene che qualcuno ci ricordi lucidamente che non tutto ciò che è facilmente accessibile e condiviso diventa automaticamente lecito.
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09 agosto 2012 - Commenti
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13
lug
Internet diritto fondamentale dell’umanità? E’ così che hanno titolato molte testate del web e della carta stampata, all’indomani dell’approvazione della Risoluzione L.13 (testo del 29 giugno, risoluzione adottata dal 6 luglio 2012) da parte del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni unite.
A leggere bene il testo appare chiara la distorsione comparsa nei titoli dei giornali: si parla dell’estensione degli stessi diritti di cui si gode offline, compreso quello di espressione, al cyberspazio ma non si menziona affatto il diritto all’accesso, che rimane condizionato da un concorso di fattori, non ultimi quelli tecnici.
Internet viene riconosciuto dal documento Onu come forza trainante per accelerare il progresso e per questo motivo nella risoluzione si invitano gli Stati a promuovere e favorire l’acceso alla Rete.
Il web, però, è un’opportunità e non un diritto, il vero diritto è quello alla libertà personale da esprimere in Rete.
Da qui ad educare i cybernauti al rispetto della libertà altrui ce n’è di spazio! Negli ultimi anni i Social network sono stati infestati da gruppi razzisti, inneggianti alla violenza da foto e immagini inguardabili, da feroci attacchi personali che poco hanno da spartire con la libertà di espressione.
Le sanzioni dei moderatori spesso si fanno attendere e non sempre sono commisurate con la gravità dei fatti. L’intervento delle forze dell’ordine è impensabile per un numero così alto di possibili reati che si moltiplicano di giorno in giorno. I privati spesso rinunciano alle azioni legali a causa dei costi e dei tempi che richiedono. Rimane una sola risorsa in grado di garantire rispetto, libertà e dignità degli individui in Rete: il controllo degli altri utenti che con pressioni suoi moderatori e altre azioni massive possono scoraggiare comportamenti lesivi.
E se iniziassimo, timidamente, a parlare di coscienza collettiva della Rete?
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13 luglio 2012 - Commenti
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27
dic
Tentiamo di
pescare dalla Rete alcune strategie che ci svincolino un po’ dalla crisi che
ha stretto nella morsa anche questo Natale 2011.
La prima parola
magica potrebbe essere
Open source, ovvero quelle risorse libere e
gratuite che ci permettono di risparmiare qualche decina di euro e, al tempo
stesso, di operare nella più assoluta legalità. Il comune di Bologna ha
risparmiato 160 mila Euro in un anno semplicemente eliminando gran parte delle
licenze a pagamento. Dai sistemi operativi ai sofisticati programmi per
montaggio video, la Rete offre una gamma di prodotti sicuri e costantemente
aggiornati, senza toccare minimamente il nostro portafogli. Per chi ha un po’ di
dimestichezza con l’Inglese consigliamo di fare una ricerca su
Tucows.com, un noto sito che fornisce indicazioni e recensioni
su programmi e applicazioni gratuite Un bel regalo da mettere sotto il nostro
albero...
Andrebbe poi
sottolineata la parola-tormentone che i social network ci propinano ad ogni
visita: condividi!. Il web ha contribuito ad abbattere campanili
e recinti in favore di una logica collaborativa all’interno della quale più si
condivide più si hanno benefici. Internet consente anche di far conoscere realtà
che hanno bisogno del nostro sostegno concreto, alle quali possiamo trasferire
denaro con pochi clic.
Associazioni benefiche, mense dei poveri, missioni
all’estero, adozioni a distanza… c’è una gamma vastissima di interventi che la
Rete ci abilita a completare con un tocco del mouse. Attenzione, però, alle
frodi che in questo periodo si intensificano particolarmente. Fidatevi solo di
siti conosciuti e di domini ben riconoscibili!
Ci sono, poi,
anche prassi quotidiane che possono essere mutuate da queste strategie della
rete. I gruppi di acquisto solidale, ad esempio, che stanno facendo della
condivisione e dell’economia di scala una risorsa sana per le casse di tante
famiglie. Oppure il car sharing casalingo: la signora che abita al quarto piano,
finalmente, potrebbe proporre un passaggio per recarsi a scuola anche al figlio
della signora che abita al secondo, liberando le strade mattutine da un’auto e
dal Pm10 che avrebbe prodotto circolando. Chissà che a forza di cliccare
“condividi” non nasca il desiderio di una vita meno incasellata in compartimenti
stagni e più attenta ai bisogni altrui.
Un gruppo di
giovani padovani ha scelto di fare degli speciali auguri di condivisione su
Youtube. Hanno provato per settimane i movimenti per realizzare un
“Social Mob” coinvolgendo famiglie, bambini, amici degli amici
in un’iniziativa solidale per le mense dei poveri della diocesi.
Vi segnaliamo,
infine, un’opportunità che solo l’avvento della Rete poteva portare in casa
nostra. Cliccando sul player della
custodia di Terra Santa potrete assistere ogni giorno alla
messa dalla Grotta del latte di Betlemme. Auguri a tutti voi nel Signore!
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27 dicembre 2011 - Commenti
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31
ott
Una recente ricerca condotta da SWG per il Moige (Movimento italiano genitori) ha messo in luce come sia cresciuto il consumo di Internet da parte dei minori. Ben 7 su 10 navigano quotidianamente per circa un’ora di media. La percezione è, però, che questi giovani cybernauti non siano del tutto a conoscenza dei pericoli che corrono nell’esplorazione del web.
Infatti da un’indagine condotta da A&F Reserach risulta che il 30% degli adulti e il 40% dei ragazzi non sa proteggere in modo adeguato la privacy all’interno dei social network. Così Moige, Tren Micro, Cisco, Polizia postale e delle Comunicazioni hanno lanciato una campagna, partita da Roma il 27 ottobre, per sensibilizzare gli alunni di 30 scuole secondarie di primo grado su rischi e pericoli della Rete.
Il tessuto delle parrocchie italiane ha sempre avuto le antenne ricettive nel mondo dell’educazione, ha spesso integrato e completato la formazione proposta da altre agenzie cercando di coniugare i valori irrinunciabili in cui crede con progresso e novità. Peccato che nel settore della formazione all’uso dei nuovi media risenta di un passo troppo lento. Forse l’impreparazione e la perplessità di fronte ad un percorso che appare estremamente accelerato hanno fatto sì che non sorgessero rapidamente cammini chiari e condivisi. Ci si muove a tentoni, invitando esperti più o meno qualificati che spesso puntano il dito sulla pericolosità della navigazione tralasciando, invece, le straordinarie opportunità che l’elettronica offre ai giovani di oggi.
Il mondo “virtuale” e intangibile che si incontra in Rete è svilito spesso da chi opera quotidianamente nel mondo spirituale che, pur con altre caratteristiche, opera costantemente a contatto con l’intangibile, l’invisibile, l’impercettibile. Non sembra più il tempo di stare alla finestra, accontentandosi di qualche infarinatura sull’argomento. Probabilmente va studiato, sviscerato, riproposto ai ragazzi all’interno dei cammini formativi parrocchiali come un ambito fondamentale che coinvolge il mondo delle relazioni e lo stesso itinerario di fede. Solo così il “virtuale” potrà diventare un termine che indica la grande forza che sta dentro ai nuovi mezzi e non solo il lato problematico del loro uso.
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31 ottobre 2011 - Commenti
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19
mag
Chi non ha familiarità con l’informatica e i sistemi operativi è destinato a rimanere escluso dalla grande comunità dei cybernauti? La parola magica è e-inclusion, voce del verbo “rendere-possibile-a-tutti” l’accesso a Internet. Una delle proposte interessanti e gratuite viaggia in Rete sotto il nome di Eldy, un sistema operativo semplificato che consente di compiere le azioni di base: navigare, spedire un’e-mail, chattare, visualizzare video, scrivere e stampare testi. Sei pulsanti ben visibili sullo schermo che semplificano la vita ai seniores e consentono una loro graduale inclusione nel web.
Eldy è uno strumento utile, ma da solo non è sufficiente per accompagnare le persone nel delicato approccio alla Rete. Una strategia che può portare frutti interessanti prevede l’affiancamento di giovani che all’interno di istituti, circoli, centri parrocchiali ma anche nelle singole case, possano accompagnare quanti hanno meno confidenza con il computer in un piacevole approccio con il web. Oggi Internet è una grande risorsa che consente di condividere preziosi beni spirituali. proprio per questo andrebbero fatti tutti i tentativi possibili per non lasciar fuori nessuno.
Oggi Internet è una grande risorsa che consente di condividere preziosi beni spirituali. proprio per questo andrebbero fatti tutti i tentativi possibili per non lasciar fuori nessuno.
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19 maggio 2011 - Commenti
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