02
lug

Bocciato non fa rima con peccato

L'ammonimento che invita i bocciati a confessarsi.
L'ammonimento che invita i bocciati a confessarsi.

Bocciato=peccato. Un'equazione che non sta in piedi. E lo dico dopo aver ascoltato decine di giovani che in questi anni mi hanno tracciato un quadro lucido e spietato della loro fatica nell'affrontare la scuola.

Eppure un parroco veneto già abbondantemente citato dai giornali, ha esposto, sotto un volto di Cristo dall'espressione intensa, un cartello che indica la chiara corrispondenza tra l'essere bocciato e l'aver percorso una strada di peccato.

Aggiungendo un perentorio “Provvedi!”, riferendosi ovviamente alla confessione. Il tutto condito, in calce, dalla nota espressione “Avviso sacro” che esenta dalle tasse di affissione pubblica.

 

Molti (soprattutto genitori con figli definiti “problematici”) hanno condiviso la modalità di espressione del parroco veneto, affermando che si tratta di comunicazione efficace. Sono molto perplesso... anche i pugni sullo stomaco sono efficaci, ma non so se siano il modo migliore per risolvere i problemi e, comunque, mi permetto di scostarmi nettamente dal contenuto espresso.

Lo faccio dopo aver raccolto le confidenze di chi ha lottato a scuola per un anno intero, cercando di superare i limiti che la natura gli ha consegnato come fardello penalizzante, dopo aver ascoltato storie di giovani costretti, implicitamente o esplicitamente a scegliere un percorso formativo non adatto a loro, solo per compiacere le attese degli adulti.

Quel parroco, per giustificare la sua posizione, scrive: «Caro bocciato, mi fai pena e rabbia. É umiliante anche per te dover segnalare ad altri la tua bocciatura. Spiace a tutti perdere un anno per pigrizia, leggerezza, indisciplina. Vizi, o limiti, che si radicano nella vita ben oltre il periodo scolastico. Ti invito a verificare perchè ciò è accaduto».

 

Collaborando da tempo con formatori che si occupano di disagio e marginalità, di dispersione scolastica e prevenzione, mi sento di dire che pena e rabbia non sono forse i sentimenti che possono aiutare un ragazzo a dare una svolta alla sua vita. Anzi! Spesso dietro l'incapacità di concentrazione e di mettere a frutto i propri talenti ci sono disagi forti e sofferenze inconfessate che segnano profondamente l'animo di quei giovani e che meriterebbero percorsi “medicinali” e carezze più che schiaffi.

 

Non è casuale l'aver appeso l' “avviso sacro” sotto lo sguardo limpido del Maestro. Bisogna stare attenti al volto di Cristo che trasmettiamo oggi, condizionerà la fede dell'adulto di domani, se riuscirà a resistere a certe bordate. Molti giovani si sono allontanati dalla pratica cristiana proprio perchè si sono sentiti giudicati nella loro fragilità.

Perchè non lasciare parlare direttamente Cristo e il suo vangelo? Forse hanno espressioni più sagge delle nostre provocazioni ad effetto...

Pubblicato il 02 luglio 2012 - Commenti (5)
24
mag

Melissa e il popolo della Rete

Nei primi anni del terzo millennio si usava pubblicare una “netiquette” accanto a forum e chat, una sorta di “etichetta”, di codice della Rete che cercava di suggerire i comportamenti più corretti per chi utilizzava la rete con un certo grado di interattività.
Forse qualche richiamo ad un codice etico, deontologico e alle più elementari norme di buon senso non farebbe male nemmeno oggi. La tragica vicenda che ha coinvolto le studentesse della scuola "Francesca Laura Morvillo Falcone” di Brindisi ha suscitato le reazioni più diverse nel popolo della Rete.

Molti, con grande rispetto, hanno pubblicato frasi affettuose, attestazioni di solidarietà e anche preghiere e frasi di commiato per Melissa Bassi. Sono comparsi anche video che ritraggono Melissa bambina, girati in occasione della prima comunione e di una recita scolastica. Qualunque fosse lo scopo di chi ha reso pubblici i video di certo c’è che il popolo del web ha scatenato una violenta reazione perché fossero rimossi al più presto, nel rispetto della giovane vittima. La netiquette, non scritta, è stata ribadita con forza dal comportamento concreto dei cybernauti che, a volte, sanno autoregolamentare un territorio che appare senza norme e confini.

Al di là delle opinioni personali sta nascendo in rete una sorta di autocoscienza, un sentire comune che per lo meno si pone domande e interrogativi su quanto transita attraverso il Web. Un processo autonormato con tutti i rischi del caso ma anche monitorato da migliaia di persone che gettano uno sguardo critico su processi che, altrimenti, sarebbero incontrollabili.

Senza appello, invece, il brutto scivolone del giornalista Sandro Ruotolo che ha pubblicato su Twitter nomi e foto che identificavano due sospettati dell’attentato di Brindisi, scagionati poi dalle verifiche degli investigatori. Loro hanno rischiato il linciaggio fisico, Ruotolo quello della Rete. Qualche minuto in più di attesa avrebbe giovato tutti, anche al buon giornalismo.

Pubblicato il 24 maggio 2012 - Commenti (3)
14
set

Scuola, il dialogo parte dalla Rete

Insegnanti e studenti possono trovare nel web un valido strumento di scambio e di crescita.
Insegnanti e studenti possono trovare nel web un valido strumento di scambio e di crescita.

Il rientro a scuola può essere considerato uno di quegli stati nascenti che aprono prospettive nuove e rigenerano energie assopite. Se da un lato la sperimentazione delle classi 2.0 promette un futuro interconnesso, dall’altro conosciamo bene la situazione di difficoltà che riguarda molte scuole italiane, carenti delle dotazioni minime e di fondi per le attività didattiche di base. Sedi accorpate, classi “pollaio”, proteste di precari e studenti, istituti che scompaiono, altri percorsi introdotti post diploma. Tra nuovo e vecchio che si ripete cosa è possibile fare per dare ossigeno agli alunni della scuola derll’obbligo?

Qualcuno ha deciso di rimboccarsi le maniche fin da subito, convinto che le buone pratiche siano la base per far funzionare la scuola oltre le carenze e gli ostacoli che, di certo, non mancano. L’idea di avviare un confronto, una sorta di “intelligenza collettiva” sul pianeta scuola,  è balenata nella mente di Gianni Marconato un professionista convinto che nella scuola si possa apprendere “con e senza le tecnologie” a patto che strategie di insegnamento e didattica siano orientate alla vita reale.

Così ha preso forma “La scuola che funziona”, un network creato su piattaforma Ning che aggrega docenti e formatori che cercano un confronto e una crescita nella didattica e sperimentano modalità classiche ed efficaci di insegnamento accanto a nuove proposte supportate dalla tecnologia.

Anche gli studenti hanno i loro network, più o meno formali, che non sono solo una facilitazione al copia e incolla facile, ma possono diventare un luogo utile di confronto. Studenti.it propone addirittura un vademecum su come disintossicarsi dai social network in vista del ritorno sui banchi molto lignei e poco multimediali.

Una soluzione interessante l’ha proposta qualche dirigente scolastico che ha iniziato l’anno presentando un blog dell’istituto, nella speranza che possa diventare uno strumento di dialogo informale tra docenti e alunni. Altre scuole hanno optato per un profilo su Facebook. Il nostro consiglio è quello di stabilire delle regole chiare sui comportamenti da tenere in rete, sia per il corpo docente che per gli alunni, così da evitare spiacevoli inconvenienti nel corso dell’anno.

La Chaussettologie - Challenge your world from Desrumaux Celine on Vimeo

(video segnalato da “La scuola che funziona”)

Pubblicato il 14 settembre 2011 - Commenti (0)

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Autore del blog

Un prete in Rete

Don Marco Sanavio

Prete della diocesi di Padova che dal 1999 si occupa di coniugare il mondo della tecnologia con la pastorale. Ha iniziato a collaborare con alcuni uffici della Conferenza episcopale italiana in occasione del Grande giubileo del 2000, creando il sito www.giovani.org. Attualmente è all'interno del consiglio direttivo dell’Associazione webmaster cattolici italiani. A Padova è direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e segue la formazione di adulti e ragazzi all'uso dei new media.

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