Far crescere la spiritualità cristiana attraverso i film?
E farlo, tra l’altro, in una struttura per esercizi spirituali dove si osserva il massimo silenzio? E’ l’originale obiettivo che da qualche anno si è posto Peter Hannan - un canuto gesuita di Dublino che da anni sperimenta il linguaggio simbolico nel suo ministero sfidando la forma classica e le aspettative degli uditori più tradizionalisti.
«Sono stato missionario nello Zambia per 12 anni - spiega padre Hannan- al mio rientro in Irlanda ho approfondito l’approccio catechetico, ovvero come comunicare quelle verità di fede che sembrano così sganciate dalla vita dell’uomo di oggi. Attraverso canzoni, immagini e spezzoni di film ottengo molto più che con qualsiasi omelia.»
Ai suoi ritiri spirituali in cui utilizza il cinema, chiamati “Movies that matter” (film che interessano, che contano), partecipano molti giovani attratti inizialmente dal linguaggio cinematografico e successivamente coinvolti in un profondo cammino spirituale.
«Il mio metodo è semplice –continua padre Peter, 77 anni compiuti- presento il film, lo si guarda insieme, e poi dò spazio alle storie personali. Il cinema diventa un ponte tra la vita dei presenti e le vicende narrate nella Bibbia. Fermarsi ad ascoltare il vissuto, anche senza farci sopra immediatamente della catechesi, non è mai tempo perso! E’ fondamentale per portare quella persona ad incontrare il Cristo.»
Padre Peter Hannan è un noto autore di libri di spiritualità in Irlanda. Ne ha scritti otto (www.peterhannan.ie/books.html). I più curiosi sono quelli che collegano l’enneagramma, una mappa che descrive nove tipi di personalità (http://it.wikipedia.org/wiki/Enneagramma_della_personalit%C3%A0), all’amore di Dio. «Possiamo percepire l’amore che Dio ha nei nostri confronti, in nove modi diversi –spiega l’originale gesuita- che richiamo altrettante rappresentazioni del volto del Padre o di Gesù Cristo. Ognuno può scegliere quale volto è più consono alla sua storia personale.»
Il blog di Peter Hannan replica nel nome il titolo di un suo libro “The quiet revolution” (www.peterhannan.ie), una pacifica rivoluzione interiore che lui tenta di scatenare con fotogrammi e pagine della Scrittura, ma anche una provocazione per chi pensa che la spiritualità si alimenti con prassi noiose e pesanti da reggere.
Pubblicato il 15 agosto 2012 - Commenti (0)