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I 18 comandamenti per l'iPhone della mamma

Janell Burley Hofmann con suo figlio Gregory.
Janell Burley Hofmann con suo figlio Gregory.

Un contratto per l’uso del cellulare? Non ci sarebbe nulla di strano se ad averlo stipulato non fosse stata una madre, nota blogger statunitense, con il figlio di 13 anni. Janell Burley Hofmann, collaboratrice dell’Huffington Post, ha fatto trovare al figlio Gregory sotto l’albero di Natale un prezioso cellulare corredato da 18 regole d’uso.
L’originale proposta, com’era prevedibile, ha scatenato in rete un vivace dibattito sull’età più opportuna per possedere un cellulare e sul tipo di accordo messo in atto dalla madre nei confronti del figlio.

Da un lato c’è da sottolineare lo sforzo positivo nel consegnare regole ben precise nell’utilizzo del dispositivo e nelle responsabilità che ne derivano.
Il fatto che siano codificate precisamente, scritte e sottoscritte aiuta ad avere un quadro di riferimento stabile al quale rifarsi ogniqualvolta possa sorgere un problema.
Se il preadolescente sta ancora esplorando l’ambiente intorno a sé in cerca di confini l’adulto lo può aiutare segnalando chiaramente dei limiti da non oltrepassare o sui quali, almeno, discutere. Come sottolinea Janell «molte delle regole elencate non si applicano solo al cellulare ma alla vita».

Mi permetto, però, di fare qualche rilievo sull’intera operazione.
Janell vive a Cape Code, nel Massachusetts, con il marito e altri quattro figli oltre a Greg. Perché l’altro genitore non ha stipulato il contratto ma viene solo nominato come riferimento in alcune regole?
E il resto della famiglia dov’è?
Gregory, nel patto, figura come figlio unico. È importante che in questo tipo di accordi il mondo adulto si dimostri compatto e solido, dando vita a quella potente risorsa che chiamiamo “alleanza educativa” e che il contesto di rifermento sia sempre comunitario, altrimenti il contratto rischia di legare un rapporto personale basato sul dare-avere. Perché consegnare ad un tredicenne, come primo smartphone, un iPhone, terminale di un certo valore commerciale che solitamente è utilizzato dal mondo adulto?

Non sarebbe stato più educativo partire da un apparato meno blasonato e performante anche per dare un’idea di progressione nell’accesso alla tecnologia e agli strumenti tipici del mondo adulto?

In ogni caso il tentativo è lodevole. Visto che nei dispositivi di ultima generazione non esiste più il libretto delle istruzioni ci auguriamo che qualcuno inizi a consegnare ai figli un foglietto con le istruzioni per l’uso consapevole e ragionato.

Le 18 regole nel blog di Janell Burley Hofman

Le regole tradotte in Italiano

Pubblicato il 08 gennaio 2013 - Commenti (1)

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Postato da LucianoT il 20/01/2013 00:06

(ennesima) pubblicità all'Azienda di Cupertino, da parte di questa madre esibizionista e da parte di FC che, per l'ennesima volta, offre una ribalta gratuita ai prodotti dell'Industria della Mela! Belle parole, quelle contenute nelle 18 regole materne: meno male che in questo articolo viene sottolineato il "piccolo" particolare che a dirigere il gioco (un "gioco" educativo) sia un solo genitore, l'altro è presente solo in qualcuna di quelle regole, perchè, in fondo, è solo lei, la madre donatrice di smartphone, quella "greatest", e meno male che non si è autodefinita anche "cool", ma poco ci è mancato! Ha poi pensato, questa madre, che regalare ad un tredicenne uno smartphone e pretendere che non lo usi come la maggior parte dei suoi coetanei (o anche più giovani, purtroppo!) amici equivale al regalargli un'auto di grossa cilindrata e pretendere che vada a 50 all'ora? Ma chi se ne importa di questa persona che, forse, per non saper imporre al proprio pargolo la propria autorevolezza genitoriale, scarica su un articolo il suo messaggio educativo (?!). Sorge spontaneo un quesito: e se l'apparato non fosse stato così "blasonato" come quello regalato? Ne avremmo parlato? Avrebbe pubblicato quell'articolo? E poi, perché "blasonato"?

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Autore del blog

Un prete in Rete

Don Marco Sanavio

Prete della diocesi di Padova che dal 1999 si occupa di coniugare il mondo della tecnologia con la pastorale. Ha iniziato a collaborare con alcuni uffici della Conferenza episcopale italiana in occasione del Grande giubileo del 2000, creando il sito www.giovani.org. Attualmente è all'interno del consiglio direttivo dell’Associazione webmaster cattolici italiani. A Padova è direttore dell'Ufficio comunicazioni sociali della diocesi e segue la formazione di adulti e ragazzi all'uso dei new media.

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