16
feb
Una circolare del ministero dell’Istruzione, datata 9 febbraio 2012, obbliga i docenti scolastici delle scuole statali di ogni ordine e grado ad adottare, dall’anno scolastico 2012/2013, soltanto libri che siano “redatti in forma mista (parte cartacea e parte in formato digitale), ovvero debbono essere completamente scaricabili da internet. Pertanto, per l’anno scolastico 2012/2013 non possono più essere adottati né mantenuti in adozione testi scolastici esclusivamente cartacei”.
Il provvedimento – che non è un fulmine a ciel sereno, perché attua disposizioni che risalgono a qualche anno fa – cambierà probabilmente il volto della scuola italiana.
Di sicuro cambierà le schiene dei nostri figli, non più costretti a sobbarcarsi zaini pieni di “mattoni”. Chissà se cambierà in meglio anche i nostri portafogli, ma di sicuro porterà a una maniera di studiare più ricca e più multimediale. Apple, che è in prima fila tra quanti trarranno vantaggio dal cambiamento e cavalcheranno il salto tecnologico, ha già approntato alcuni strumenti per far sì che l’iPad si trasformi in un insieme di strumenti idonei a leggere, scrivere, interagire. Ma non è questione di marche perché altri fanno e faranno la stessa cosa con molti altri strumenti analoghi.
Ecco un servizio giornalistico che spiega come questa rivoluzione sia già attuale negli Stati Uniti:
Il libro dunque scompare? No. Ma comincia a sbiadire l’abitudine a considerarlo sempre e comunque fatto di carta. Specie con certi tipi di libri – quelli scolastici sicuramente – interagire per prendere appunti, aggiungere approfondimenti e ricerche, rispondere a test, apprendere anche sotto forma di gioco eccetera, può rivelarsi utile.
Mi piacerebbe sapere che ne pensate voialtri genitori.
Pubblicato il
16 febbraio 2012 - Commenti
(0)
10
feb
In Skyrim si sceglie chi si vuol essere fra una grande varietà di popoli
La parola è “impressionante”. Da tutti i punti di vista, compresa la probabilità che vostro figlio ci stia giocando in questo preciso momento. Le copie vendute del gioco Skyrim: the Elder Scrolls in due mesi hanno superato abbondantemente i dieci milioni e continuano a crescere.
Qualità? Un capolavoro da ogni punto di vista: personaggi, avventure, scenografia... va molto vicino al sogno di un vero romanzo interattivo. Capolavoro, va detto, valutato “18 anni” dalla classifica PEGI. Visto il tipo di gioco, è particolarmente probabile che la voglia di giocarci scavalchi nettamente la barriera del teorico divieto: basta guardare i forum in rete per rendersi conto che molti ma molti giocatori sono men che diciottenni. Volendo esprimermi in proposito, dico che non è la peggiore delle trasgressioni: si tratta di un gioco ambientato in un magico Medioevo affollato di draghi, mostri, maghi, guerrieri e nemici vari, sicché non stupisce che si debba combattere e combattere, con crudo realismo. Il tutto però in stile “Signore degli anelli”, senza altre implicazioni e con una distinzione tra bene e male abbastanza netta che già un sedicenne è in grado di apprezzare.
Skyrim, quinto capitolo di una saga che risale al 1994 (firmato dagli americani di Bethesda Softworks), ha portato avanti le frontiere dei “mondi virtuali”. Chi vi si addentra scopre un territorio immenso in cui ci si muove liberamente in lungo e in largo ma anche “in alto”, col crescere dell’esperienza e dell’abilità. La trama segue un filo principale (un Nemico da sgominare) ma si allarga per infinite strade secondarie, senza dire che si può abbandonarla del tutto e fare di testa propria: che so, trovarsi un lavoro e una famiglia, commerciare, andare a caccia, esplorare città e contrade sconosciute. Il tutto per un arco temporale sostanzialmente infinito, che comunque potrebbe spingersi per varie centinaia di ore. Un perdita di tempo? No, secondo me, se l’azione di giocare resta in spazi definiti. Certo, la tentazione di strafare c’è sempre e quindi è opportuna un’occhiata dei genitori (che peraltro potrebbero restare affascinati a loro volta). Ecco il trailer:
Paesaggi sconfinati e clamorosamente belli, tutti da attraversare
L’ultima novità di Skyrim è una “scatola di montaggio” che consente di riadattare a piacere il mondo secondo la propria fantasia. C’è già che ha annunciato che fra qualche mese vedremo un mondo tolkieniano fatto e finito.
Pubblicato il
10 febbraio 2012 - Commenti
(0)
02
feb
Spyro è un piccolo drago buono ben noto agli appassionati di videogiochi
Difendo a spada tratta la continuità tra la nostra esperienza abituale e i territori digitali: che non sono “un altro mondo” bensì (una nuova e spettacolosa) parte integrante del nostro mondo.
Tutte le iniziative che favoriscano questa integrazione mi sembrano benvenute: e il gioco, fra queste, per i ragazzi è tra le più utili perché è il loro ambito abituale. A chi pensa che i videogiochi siano incentivi all’evasione, il progetto Skylanders risponde con una robusta dose di concretezza, mettendo insieme i connotati abituali dei giocattoli con la vastità immateriale del “luoghi elettronici”.
Il piccolo drago viola, Spyro, e i suoi amici, sono personaggi ben noti nell’ambito dei videogiochi. L’aspetto innovativo di Skylanders Spyro’s Adventure, edito da Activision, consiste di collegare videogioco e giocattolo. Da una parte gli Skylander, pupazzetti collezionabili che riproducono tutta la “banda Spyro”. Dall’altra una storia di eroi e di cattivi, di mondi in pericolo e salvatori al contrattacco, da giocare “dentro” il computer. In mezzo il “portale” su cui si appoggiano i personaggi di plastica per farli entrare in gioco, ciascuno con i suoi poteri. Ogni volta che un personaggio viene attivato, la storia procede con le caratteristiche e le abilità che sono proprie di quel particolare Skylander.
Qui sotto il trailer del gioco:
Una caratteristica importante è che ogni giocattolo Skylander memorizza i livelli che ha raggiunto e i potenziamenti che ha acquisito: indipendentemente dalla console con cui lo si attiva (il gioco è in vendita per tutti i formati, compresi i portatili), si va avanti da dove si era rimasti, anche a casa di un amico e sulla sua console. È anche possibile giocare in più persone, sia per aiutarsi sia per sfidarsi.
Tanta tecnologia al servizio, per una volta, della tradizione. Chi non ha sognato che il suo personaggio preferito si animasse e fosse protagonista di chissà quali avventure? Detto fatto…
Pubblicato il
02 febbraio 2012 - Commenti
(0)