23
apr

Simulare a tutta velocità

Nel gioco "Take on Helicopters" si possono scegliere molti modelli diversi. Questo è un Bell 206
Nel gioco "Take on Helicopters" si possono scegliere molti modelli diversi. Questo è un Bell 206

Simulazione: ecco un’attività in cui il computer riesce bene. Dategli gli elementi necessari e riprodurrà qualsiasi cosa. Non per niente ci sono videogiochi dedicati a riprodurre nei minimi dettagli oggetti e situazioni anche molto complessi, dai formicai agli sport di squadra, dalle barche a vela all’evoluzione storica.

Ho da poco ricevuto due simpatici simulatori per pc dall’editore FX Interactive. Il primo si chiama 4X4 Off-Road Drive ed è dedicato alla guida fuoristrada, in ogni condizione: acqua, fango, ghiaccio. Si sceglie il veicolo, si fa una opportuna messa a punto e ci si tuffa (spesso in senso letterale) in una gara mozzafiato. Sono disponibili anche opzioni di campionato e, buona notizia, il multiplayer (anche su internet). Spesso non basta essere veloci, ma anche prudenti e capaci di dosare la potenza del mezzo. Ecco un video:

Il secondo gioco, Take on Helicopters, è un simulatore di elicotteri accoppiato a una serie di missioni di emergenza: quindi non ci si limita a padroneggiare una realistica cabina di comando, ma si deve anche agire nel modo più opportuno in condizioni atmosferiche talvolta proibitive. Qui sotto il trailer:

Entrambi i giochi mi sembrano un buon compromesso fra l’accuratezza del dettaglio “tecnico”, che richiede pazienza nell’apprendere, e un ambiente divertente, che costituisce una bella sfida. Si poteva forse fare di meglio in qualche dettaglio visivo, ma quel che conta qui è prendere in mano la situazione e farsi valere.

Per giunta, costano poco: 20 euro il secondo e addirittura solo 10 il primo.

Pubblicato il 23 aprile 2012 - Commenti (0)
19
apr

Se gioca anche la pubblicità

L'"esperienza del piacere" interattiva
L'"esperienza del piacere" interattiva

Anche la pubblicità ha imparato a giocare. La chiamano gamification, intendendo “l’applicazione di meccaniche tipiche del gioco in contesti non ludici”. Tradotto in normalese, ti faccio giocare per attirare la tua attenzione (o per distrarti) e proporti qualcosa da vendere.

Tutto qui? No. Nella peggiore delle ipotesi può esserci qualcuno – ce ne sono parecchi – che offre giochi gratuiti per il pc e applicazioni da scaricare liberamente sul telefonino eccetera, e in realtà sta cercando un modo per intrufolarsi nella tua vita. Perché mai un programmino dovrebbe potermi inviare “notifiche push”, cioè messaggi e annunci a suo piacere, senza che io possa decidere se riceverli? Oppure, perché un programma per riconoscere le canzoni dovrebbe chiedermi l’autorizzazione a lasciarmi localizzare da lui? Altro che gratis, sono prezzi da pagare. Spesso piccoli, spesso doverosi (chi ti dà qualcosa per niente?), ma da sapere.

In altri casi, invece, l’azienda che vuole pubblicizzare un suo prodotto gioca a carte abbastanza scoperte e ti invita a una “prova assaggio” nel suo mondo. Sono gli advergames, altro neologismo inglese che mette insieme pubblicità e gioco. Guardate per esempio questo “percorso a ostacoli” da un sito web all’altro in cui una ragazza gioca a fare SuperMario per raccogliere gelati Algida. Naturalmente questa è solo una riproduzione filmata, dovreste essere voi a controllare i movimenti della ragazza:

Di “Magnum Pleasure Hunt”, pubblicità interattiva concepita per il web, è da poco apparsa la seconda edizione. Chi volesse giocarci può trovarla a questo link:

http://pleasurehunt.mymagnum.com/

E per capire quanto è complicato e costoso fare una pubblicità del genere guardatevi questo “dietro le quinte” (in inglese):

Magnum Pleasure Hunt 2: Behind the Scenes from B-Reel & B-Reel Films on Vimeo.

La pubblicità interattiva, quando serve effettivamente a entrare nel mondo del prodotto offerto e non è invadente, può regalare un divertimento genuino. Con “Essere Henry” la casa automobilistica Rover vuole farci incontrare l’auto dei nostri sogni abituandoci a scegliere:

http://www.rangeroverevoquebeinghenry.com/

è stata molto celebrata “Tipp-experience”, pubblicità interattiva dell'azienda che fa il "bianchetto", che mostra una gag tra un cacciatore e un orso. Nella seconda puntata, qui sotto, cacciatore e orso viaggiano nel tempo: basta scrivere una data qualsiasi e la scena si adatta:

Insomma, il gioco dilaga anche nel mondo della pubblicità. Giochiamo pure, ma ricordiamoci che niente è davvero gratuito, nemmeno il tempo che dedichiamo.

Pubblicato il 19 aprile 2012 - Commenti (0)
04
apr

"Braid", una favola tutta da giocare

Braid è un videogioco. Ci si può giocare con una console (Xbox, Playstation), con un pc Windows o con un Mac Apple. È un videogioco del genere che viene definito “a piattaforma”, per intenderci come le scorrazzate di SuperMario da sinistra verso destra sullo schermo, correndo e saltando per catturare bonus e schivare nemici.

È un videogioco semplice, benché contenga rompicapi piuttosto impegnativi. È anche una riflessione implicita su ciò che rende i videogiochi interessanti. Perché semplice non vuol dire banale. In questo caso la semplicità prelude a una significativa profondità e ricchezza di contenuti.

Una "prova" di Braid
Una "prova" di Braid

Anzitutto, c’è una storia. Il protagonista rimpiange la sua principessa perduta e vorrebbe raggiungerla. Ma come? Tornando indietro nel tempo o sperando che procedere verso il futuro gli faccia imboccare strade nuove?

Questa storia, una fiaba come altre, viene raccontata dal gioco. Da un lato, come si può vedere dalle immagini, al servizio della fantasia viene messa una splendida coreografia visiva. Dall’altro lato, Braid è uno tra i più riusciti esempi di come un videogioco possa raccontare una storia proprio attraverso il gioco stesso. Giocare a Braid, infatti, significa cimentarsi col trascorrere del tempo e imparare a farlo procedere avanti e indietro finché non si pieghi allo scopo desiderato. Difficile spiegarlo per bene, molto più immediato (ma non facile…) saltare a bordo per chiarirsi le idee.

Braid è stato inventato nel 2008 da Jonathan Blow, uno sviluppatore indipendente con opinioni significative su ciò che i videogiochi devono “fare” ed “essere” per ambire a paragonarsi con l’arte. Lo si può acquistare scaricandolo in rete per meno di 10 euro. In questi giorni sull’Apple Store lo si trova con un signifitativo “sconto pasquale” a 3 euro.

Qui sotto una sequenza video. Il trailer è in inglese, ma il gioco scaricabile è anche in italiano.

Pubblicato il 04 aprile 2012 - Commenti (0)

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Autore del blog

Family Game

Giuseppe Romano

Giuseppe Romano insegna Lettura e creazione di testi interattivi all'Università Cattolica di Milano e collabora con quotidiani e riviste su temi riguardanti l’era digitale, la comunicazione interattiva, i videogame, i fenomeni di massa.

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