28
mag

Due eventi per il primo week-end di giugno

Anche tornei di danza "virtuale! al Videogames Party
Anche tornei di danza "virtuale! al Videogames Party

Due eventi per il prossimo weekend. Il primo nei pressi di Milano, dove sabato 2 e domenica 3 giugno il Parco Esposizioni Novegro sarà animato da concerti, spettacoli e sfilate, ma soprattutto da tornei e sfide di ogni genere. Si tratta del quinto Videogames Party e in ballo c’è pure il titolo di Campione Italiano di videogiochi. www.videogamesparty.it è il sito giusto per approfondire questo festival itinerante che ha già fatto tappa in altre città come Roma e Firenze.

Il secondo evento che voglio segnalare si svolge invece a Roma. In un’Italia che si è sempre più impoverita di prospettive connesse con arti e mestieri, cioè quel che nei secoli l’ha resa giustamente famosa, merita grande interesse il Festival dei mestieri e delle professioni organizzato il 1° giugno al Circo Massimo da Confap, Confederazione nazionale formazione aggiornamento professionale.

Mestieri agricoli in un meraviglioso codice miniato del 1412
Mestieri agricoli in un meraviglioso codice miniato del 1412

La manifestazione si chiama “C’è qualcosa in più” e coinvolge oltre 6000 giovani, prospettando professioni come meccanici, parrucchieri, cuochi, camerieri, esperti per aziende chimiche e per l’agricoltura.

Ci saranno una sessantina di stand al Circo Massimo, allestiti dai ragazzi, che avranno anche un palco gestito da animatori professionisti ma destinato a interventi ed esibizioni degli stessi ragazzi con lo scopo di presentare il proprio mestiere con la passione e la dedizione che richiede.

Mi sembra una splendida opportunità per una passeggiata familiare nel corso della quale gettare un’occhiata “ludica” a quel che riserva il futuro, senza il pregiudizio di considerare soltanto prospettive intellettuali.

Sul sito www.confap.it informazioni complete su tutti gli eventi in programma.

Pubblicato il 28 maggio 2012 - Commenti (0)
21
mag

Spark, contro la depressione giovanile

I personaggi di Sparx
I personaggi di Sparx

I videogiochi fanno bene alla salute? Secondo me – già ne abbiamo parlato – la domanda è troppo generica per darle una risposta univoca. Ci sono esempi negativi e positivi, e di solito dipendono da molti fattori diretti e indiretti, fra cui certo essenziale è la scelta del gioco, il rapporto fra questo e chi gioca, il tempo e il modo del gioco.

Tra gli esempi positivi figura un serio progetto dell’Università di Auckland in Nuova Zelanda, nel contesto del quale un gruppo di studiosi ha elaborato un videogioco per pc con finalità terapeutiche, rivolto a ragazzi che soffrono di depressione. Il gioco si chiama Sparx e ne potete leggere i dettagli in http://sparx.org.nz/.

È un gioco fantasy, in 3D, consistente in una serie di sfide-“imprese” che bisogna superare per imparare a controllare le proprie emozioni, impersonate dai nemici Gnat (che sta per Gloomy Negative Automatic Thoughts, cioè Pensieri impulsivi negativi e tristi). Sono sette livelli di gioco da superare in alcune settimane: “trovare la speranza”, “essere attivi”, “dominare le emozioni” e così via.  Qui sotto il video che hanno pubblicato su YouTube:

Sul sito si apprende che i creatori di Sparx contano di ultimare una versione definitiva entro l’anno. Tuttavia il videogioco ha già vinto un premio significativo nella categoria Salute e ambiente.

E, soprattutto, lo studio pilota che ha applicato queste impostazioni, ha raggiunto risultati spettacolosi: sulla rivista scientifica British Medical Journal è stato pubblicato un articolo che riporta percentuali di successo con 187 ragazzi fra i 12 e i 19 anni affetti da depressione moderata: ben il 44% contro il 26% abituale in terapie tradizionali, come dire che questa metodica potrebbe risultare addirittura più utile della sola terapia individuale con un medico.

Pubblicato il 21 maggio 2012 - Commenti (0)
14
mag

Euro 2012, un evento giocabile

Un'inquadratura dal videogioco dedicato ai prosimi Europei di calcio
Un'inquadratura dal videogioco dedicato ai prosimi Europei di calcio

La nostra è una civiltà di eventi. Conta quasi più che le cose accadono, rispetto alla consistenza di quello che accade. Anche l’arte contemporanea apprezza molto la dimensione dell’evento: i critici definiscono performance artistica questo accadere di qualcosa che poi svanirà, ma che è bello mentre e finché dura.

Naturalmente la dimensione degli eventi, grandi e piccini – pensate per esempio all’Expo 2015, evento degli eventi per la Milano di oggi –, comporta una cornice di comunicazioni, informazioni, attese, chiacchiere, rumori. Che coinvolgono persone e servono a coinvolgerne altre.

Un evento significativo imminente sono gli Europei di calcio programmati in Polonia e Ucraina a partire dall’8 giugno. Un appuntamento quadriennale che si alterna con i Mondiali e che periodicamente calamita l’attenzione degli appassionati. Poi viene il gran giorno, la manifestazione si svolge, si conclude e passa in archivio, come sempre e come tutti gli eventi. Considerazione banale, perché così è la vita, ma anche significativa se pensiamo che qui stanno le radici del tifo: ci sarà sempre una prossima occasione per rivalersi, e sarà sempre la più importante.

Ecco il trailer:

Una virtuale Italia-Danimarca
Una virtuale Italia-Danimarca

Un piccolo evento nell’evento degli Europei di calcio è l’omonima edizione del celebre videogioco di Electronic Arts, appena uscita sotto forma di “espansione digitale”. Non grandi novità nel sistema di gioco, ma grande impatto, invece, per la possibilità di ricreare e vivere in proprio l’“evento Europei”, tante volte quante si vuole. In una nazione dove siamo tutti commissari tecnici, anche la libertà di scegliere e variare formazioni e tattiche fa parte del gioco, magari sfidando altri in internet. Euro 2012 Poland-Ukraine, un evento a disposizione di chi già possiede Fifa 12.

Pubblicato il 14 maggio 2012 - Commenti (0)
08
mag

0004kids, un abbecedario digitale

Bene a sapersi: esiste un set di programmi pensato per i più piccini. Ed è pure gratis. Si chiama 0004Kids ed è la versione semplificata di Open Office, il “software per la produttività personale” noto per fare quali tutto ciò che fa il quasi omonimo Office Microsoft e in più per essere gratuito.

In effetti, istintivamente l’idea di indirizzare un figlio sulla via della “produttività personale”, insegnandogli in tenera età che cos’è un foglio di calcolo o, ancor peggio, istruendolo a elaborare presentazioni in stile Powerpoint, mi fa rabbrividire. D’altra parte, se guardiamo a uno strumento del genere come a un gioco educativo, possono venirne risultati interessanti. È facile vedere come Draw sia uno strumento intuitivo per disegnare a mano libera o sulla base di immagini, fotografie eccetera. Allo stesso modo, Writer può essere utile per imparare a scrivere, ma anche per redigere ricerche. Ci sono anche Impress, l’equivalente di Powerpoint per le presentazioni (anche questo è uno strumento duttile, che va oltre l’idea di un noioso avvicendarsi di schede) e Calc, l’emulo di Excel.

Insomma, un abecedario digitale, concepito per bambini dai 7 ai 12 anni.

Lo si può scaricare in italiano qui: http://download.ooo4kids.org/it, sia per pc Windows che per Mac.

Il sito http://wiki.educoo.org/index.php/Main_Page/it descrive i lineamenti del progetto educativo che ha dato vita al software. Qui sotto il video informativo:

Pubblicato il 08 maggio 2012 - Commenti (0)
03
mag

I mostri zozzi dei bambini

Uno dei molti "schiaccia insetti" disponibili per smartphone e tablet
Uno dei molti "schiaccia insetti" disponibili per smartphone e tablet

Mio nipote ha sei anni. Ha una sorella di cinque e una di tre. Giorni fa sono stato loro ospite nella città in cui vivono. E, come prevedevo, il mio iPad è diventato loro per i giorni che ero là. Già sapevano che cos’è: a casa loro ce n’è uno. Ma sanno che il mio è più attraente perché è pieno di giochi scaricati nel tempo: in fondo sono “lo zio dei videogiochi”.

Nicolò – così si chiama mio nipote – è abbastanza grande da affidargli l’iPad, con le sorelline che fanno da spettatrici e occasionalmente da collaboratrici (un dito         qua, un dito là). Quali giochi hanno dominato la classifica dopo due giorni di uso intensivo (moderato, sì, da papà, mamma e zio, ma qualche concessione bisognava pur fare alla straordinarietà dell’occasione)?

Al terzo posto un gioco in cui bisogna schiacciare con le dita degli insetti (innocenti coccinelle, ma anche scarabei, forbicine ecc.) prima che raggiungano il lato opposto dello schermo. Al secondo posto una “sala torture” in cui si può lapidare un malcapitato personaggio con pomodori, uova, puntine da disegno, matite e su su fino al revolver. Al primo posto gli immancabili, immarcescibili zombie, vagolanti e minacciosi, da far fuori uno dopo l’altro.

(Qui sotto, un video straordinario scovato su YouTube in cui un'uguana domestica mostra le sue abilità ludiche).

Perché ai bambini piace questo genere di giochi? Non saprei. Probabilmente ha a che vedere con il gusto per le “cose zozze” (in senso letterale: cacca e altre sostanze e parole ripugnanti), che è il loro modo infantile di trasgredire. Ma non voglio fare psicologismi. Piuttosto, mi sono reso conto che in questo giocare e rigiocare la violenza non è la componente principale. Semmai è un mezzo macroscopico, ridicolo, caricaturale per esorcizzare un orrore anch’esso esagerato e plateale. L’orrore dei bambini, quello dei mostri notturni e delle ombre che si muovono. Poi, è vero, i bambini sono sinceri e immediati anche nella crudeltà...

(Qui sotto, in una recensione di iPaddisti.it, uno dei molti giochi-zombie disponibili, tra i meno "orribili").

Voi cosa fate per educare i vostri piccini a una vita in cui l'orrido non domini ma non sia nemmeno "dietro l'angolo"?

Pubblicato il 03 maggio 2012 - Commenti (0)

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Family Game

Giuseppe Romano

Giuseppe Romano insegna Lettura e creazione di testi interattivi all'Università Cattolica di Milano e collabora con quotidiani e riviste su temi riguardanti l’era digitale, la comunicazione interattiva, i videogame, i fenomeni di massa.

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