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Da lunedì 11 marzo è disponibile Starcraft II: The Heart of the Swarm, secondo episodio di un mondo interattivo che mette molte suggestioni narrative della fantascienza al servizio di un gioco che è, da una parte, sempre più scenografico e sorprendente da esplorare in prima persona e, dall’altro, aperto a complesse ma efficaci sfide multigiocatore. Tecnicamente questa è una espansione, sicché per giocarla serve possedere il gioco primogenito: Starcraft II: Wings of Liberty.
In passato avevo già sottolineato in questa rubrica come, pur essendo Starcraft un gioco “di battaglie” (è un videogioco strategico in tempo reale), la violenza non è né lo scopo né il contenuto più evidente. La qualifica “16” anni stabilisce l’età consigliata, e mi pare un giudizio molto prudente.
Ecco il trailer, comunque impressionante:
Come tutte le opere targate Blizzard, anche questa è curata in ogni dettaglio. Gli appassionati del genere che vogliano immergersi nelle galassie e nelle razze in guerra fra loro non resteranno delusi. Interessante novità introdotta nel lancio del gioco, quella dei “barcraft”, termine che incrocia il bar con Starcraft e viene dalle simili riunioni diffuse in questi mesi dappertutto nel mondo: la gente si riunisce in un bar, o in un pub, e assiste in diretta a una partita di Starcraft fra giocatori particolarmente abili, con tanto di telecronaca. Non siamo ancora ai livelli coreani, dove questo è uno sport nazionale trasmesso per televisione in prima serata, ma è un’occasione di intrattenimento indubbiamente inedita, che conta anche da noi non pochi appassionati.
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12 marzo 2013 - Commenti
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