22
nov
“Fable III” e “Fallout", storie per grandi
“Fable” è una fiaba per modo di dire e si svolge in un mondo in cui c’è poco da scherzare.
In certi casi giocare è affar serio: Fable III (Microsoft Game Studios, solo per Xbox) e Fallout: New Vegas (Bethesda Studios, versioni pc, Xbox e Ps3) non sono giochi da bimbi né per l’indicazione d’età (16 anni il primo, 18 il secondo), né soprattutto per tematiche e stile della trattazione. Serve maturità per coglierne le sfaccettature.
Serie precedenti di entrambi erano state apprezzate e c’era attesa per queste novità. Lo scenario è nei due casi impressionante per realismo, scenografie, definizione di dettagli. Sono avventure interattive: ci si cala nella trama e si sceglie da protagonisti quali azioni compiere tra una miriade di eventualità.
Scegliere, appunto. Sono storie in cui la scelta, e quindi l’etica, gioca un ruolo fondamentale. Ci si può comportare bene o male e di conseguenza essere e venire visti come buoni o cattivi nelle reazioni altrui, e dunque indirizzare il corso degli eventi verso direzioni anche opposte. Fable III, storia di un principe che capeggia una rivoluzione contro un re tiranno in un’ambientazione preindustriale, lascia libertà sugli scopi da perseguire e sui mezzi da adottare. Fallout, vicenda ambientata in un futuro devastato da una guerra nucleare, addirittura consente di scegliersi da soli che cosa fare e che vita condurre, ignorando del tutto la trama.
Una delle potenzialità migliori delle storie interattive è proprio quella che fa coincidere l’esperienza con le sue responsabilità e conseguenze. È anche la ragione per cui si tratta di opere indirizzate a persone consapevoli: si può, quasi letteralmente, fare di tutto.
Pubblicato il 22 novembre 2010 - Commenti (0)